martedì 22 gennaio 2013

Recensione (mica tanto) Flash: Django Unchained


Anno e nazione di produzione: USA 2013

Distribuzione in Italia: Warner Bros.

Genere: Western

Durata: 165 minuti

Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel Lee Jackson, Franco Nero, Kerry Washington, Don Johnson, Quentin Tarantino

Regista: Quentin Tarantino

Due anni prima della guerra civile, da qualche parte nel Texas, lo schiavo Django trascina le sue catene al seguito dei fratelli Speck.
Lungo il cammino, il gruppo di schiavi e negrieri incontra il dottor King Schultz che con un'eloquio forbito e divertente chiede ai fratelli Speck di voler comprare proprio Django. E se i due negrieri pensano di aver a che fare con un uomo con qualche rotella fuori posto, devono subito ricredersi quando si ritrovano uno con la gamba rotta e l'altro defunto; il sopravvissuto fratello Speck è costretto ad accettare l'offerta del dottore. Ed è così che inizia la nuova vita di Django, da uomo libero, al fianco di Schultz, e con un lavoro: cacciatore di taglie. Il dottore era sulle tracce dello schiavo perché è l'unico che può aiutarlo nel riconoscere i fratelli Brittle, i delinquenti che gli assicureranno un buon guadagno. Il loro sodalizio è firmato col sangue e con la vendetta, infatti Django accetta subito di aiutare il dottore perché i tre negrieri hanno separato lui dalla moglie Broomhilda, anni fa. Il patto è che Django aiuterà Schultz ad incassare le taglie, il dottore aiuterà lui nel liberare Broomhilda. Dopo un inverno tra i monti innevati, i due scendono verso il Mississippi, diretti a Candyland, una delle piantagioni più grandi della zona, di proprietà di Calvin Candie, allenatore di mandingo. E' lì che li aspetta Broomhilda.
L'ottavo lungometraggio di Quentin Tarantino, campione di incassi negli USA  e in Italia, è un'enciclopedia dei più bei film western e spaghetti - western, scelti da un autentico cinemaniaco: lo stesso regista. Tarantino ha sempre affermato di essere un'autodidatta, di fare cinema da appassionato e di voler stupire. Sempre e comunque.
Dai titoli di testa, chiari riferimenti al Django di Corbucci, al cammeo di Franco Nero fino all'esplosione finale sulle note di Lo chiamavano Trinità..., Django Unchained è da non perdere per cultori del genere e ovviamente per i fan di Mr. Tarantino. Numerosi anche i rimandi agli altri film del regista, da Kill Bill a Bastardi senza Gloria.
Schultz per Django diventa un mentore, e grazie a lui lo schiavo oltre a liberarsi dalle catene, libererà sé stesso dalla paura di essere nero e schiavo. Il dottore forgia per lui una nuova personalità, sul mito nordico di Sigfrido, e lo trasforma in Django Freeman.
Sicuramente la prima parte del film è quella più divertente e originale. Dall'ingresso a Candyland la storia svolta verso il prevedibile, seppur coinvolgente, film di genere. Django Unchained è il film più lungo di Tarantino e se non siete fan sfegatati, noterete che molte scene potevano essere abbreviate o addirittura tagliate.
Ottima l'interpretazione di Christoph Waltz. Jamie Foxx è stata la giusta scelta per Django, in parte ed esplosivo. Leonardo Di Caprio non stupisce abbastanza ma è credibile. Non aspettatevi di vedere la tipica eroina tarantiniana in Kerry Washington, infatti il personaggio di Broomhilda è più una donzella in difficoltà. Samuel Lee Jackson non delude. Molto bella la colonna sonora, commistione di stili e colori dal sound trascinante.
Il mio primo "incontro" con Tarantino è stato sicuramente spassoso ed è chiaro che l'ex iena continua a divertirsi e a divertire. Ma anche una profana come me ha capito che i litri di sangue oltre a galvanizzare il pubblico, servono a coprire qualche banale scivolone.

Il trailer:



Consigliato: Sì


INCURSIONI CINEMANIACHE

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