martedì 30 ottobre 2012

And the Oscar goes to...


Spero che questo post non risulti troppo zuccheroso, tipo l'intro del film Love Actually.
Nel caso lo diventasse...siete avvisati ;)

Ho un'insana fissazione per la notte degli Oscar, non tanto per i film o lo show in sé, ma per i discorsi degli attori nel momento della vittoria, per vedere la commozione sui loro visi e per assaporare delle emozioni genuine.
Quindi voglio fare una rapida carrellata dei discorsi più belli, divertenti o emozionanti della storia degli Oscar, secondo me. Se avete dei vostri discorsi preferiti, scrivetelo nei commenti.

So...let's start!


Penso che uno dei discorsi più emozionanti mai pronunciati durante la notte degli Oscar sia quello di Sidney Poitier in occasione del conferimento dell'Oscar alla carriera nel 2002. 


Ed ecco la traduzione:

"Sono arrivato ad Hollywood all'età di 22 anni, in un'epoca molto diversa da oggi. Un tempo in cui le probabilità che io potessi essere qui, stasera, cinquantatré anni dopo, non sarebbero state a mio favore. Allora non era stata tracciata alcuna via per dove io sperassi di andare. Nessun percorso visibile che potessi seguire. Nessuna consuetudine a cui accordarmi. Eppure sono qui stasera al termine di un viaggio che, nel 1949, sarebbe stato considerato praticamente impossibile. E, difatti, nulla si sarebbe messo in moto se non vi fosse stato un numero inestimabile di scelte coraggiose ed altruistiche intraprese da un manipolo di creatori visionari americani: registi, scrittori e produttori, ciascuno con un forte senso di responsabilità civile verso l'epoca in cui viveva. Ciascuno senza paura di consentire alla propria arte di riflettere le proprie visioni e i propri valori - etici e morali - e per di più, riconoscerli come propri. Erano consapevoli delle difficoltà che si ergevano di fronte a loro, i loro sforzi furono immani e con ogni probabilità avrebbero potuto rivelarsi troppo faticosi per farcela. Nondimeno essi perseverarono, comunicando attraverso la propria arte alla parte migliore di ciascuno di noi. E io ho beneficiato dei loro sforzi; l'industria del cinema ha beneficiato dei loro sforzi; l'America ha beneficiato dei loro sforzi; e in misura maggiore e minore anche il mondo ha beneficiato dei loro sforzi. Per cui è con rispetto che io condivido questo grande onore con Joe Mankiewicz, Richard Brooks, Ralph Nelson, Darryl Zanuck, Stanley Kramer, i fratelli Mirish, specialmente Walter, la cui amicizia si colloca nel pieno centro di questo momento. Guy Green, Norman Jewison, e tutti gli altri che hanno offerto un contributo nel modificare la sorte, per me e per altri. Senza di loro, questo momento così memorabile non avrebbe mai potuto esserci e i tanti giovani eccellenti attori che sono seguiti in maniera ammirevole avrebbero potuto non esserci, come invece ci sono, e non avrebbero potuto arricchire la tradizione del cinema americano, come invece hanno potuto. Io accetto questo premio in memoria di tutti gli attori ed attrici afroamericani che sono venuti prima di me, durante gli anni difficili. Coloro sulle cui spalle ho avuto il privilegio di sedere e vedere dove sarei potuto andare. Il mio amore e il mio ringraziamento alla mia meravigliosa, meravigliosa moglie, i miei figli, i miei nipoti, il mio agente nonché amico Martin Baum e, infine, a tutti coloro del pubblico, in tutto il mondo, che hanno riposto la loro fiducia nel mio giudizio come attore e regista. Io ringrazio ciascuno di voi per il vostro supporto durante tutti questi anni. Grazie."


Quella serata è diventata ancora più magica con la vittoria di Denzel Washington; è il secondo Oscar per l'attore e lo vince nella categoria Miglior Attore Protagonista. Nell'acceptance speech è doveroso il riferimento a Sidney Poitier; definirlo commovente è poco.


"Quarant'anni per ottenere questo premio in questa città, e anche a lui hanno affibbiato questo problema! Ti darò sempre la caccia e seguirò sempre i tuoi passi Sidney perché non potrei fare niente di meglio...Dio ti benedica."


Le due "esibizioni" più divertenti sono sicuramente quelle di Whoopi Goldberg e Cuba Gooding Jr.
Whoopi ammette candidamente di aver sempre desiderato l'Oscar e che non vedeva l'ora di riceverlo!


"Sin da quando ero una bambina volevo questa statuetta...voi non lo sapete. Mio fratello non mi sopportava più e mi ha detto: puoi farcela questa volta, insieme a mia madre e a qualcun altro che mi sta guardando adesso."

Cuba Gooding Jr. invece è l'unico che ha continuato il suo discorso anche quando l'antipatica orchestra ha iniziato a suonare per segnalargli che il tempo a sua disposizione era finito. E il simpatico Cuba non solo ha continuato a parlare ma si è davvero scatenato sul palco ringraziando tutti, da Dio a Tom Cruise. Per la sua folle gioia oltre all'Oscar si è guadagnato una standing ovation!


Per la sezione orgoglio latino non possono mancare ovviamente Javier Bardem e Penelope Cruz.
Javier è molto veloce nel suo discorso...vediamolo:

Vince l'Oscar per il film Non è un paese per vecchi e ringrazia i registi, i fratelli Coen, per avergli fatto indossare la parrucca più brutta della storia! E poi si lascia andare alla dedica dell'Oscar, ovviamente in spagnolo. E secondo voi a chi dedica la statuetta? Alla mamma e alla Spagna.
E i due attori iberici non a caso ora formano una coppia. Il discorso di Penelope Cruz è quasi identico: anche lei, dopo aver ringraziato i registi che hanno creduto in lei sin dall'inizio come Pedro Almodovàr, ad un certo punto parla in spagnolo; dedica l'Oscar alla sua famiglia e ricorda la sua infanzia trascorsa nella città di Alcobendas, dove sognare era un lusso. Ma la futura attrice rimaneva sveglia fino a notte fonda per seguire la notte degli Oscar in TV. Aggiunge anche che l'arte è un linguaggio universale e bisogna fare di tutto per proteggerlo.


Sono a tutta famiglia i discorsi di Reese Whiterspoon e Kate Winslet.
Reese vince l'Oscar per Walk the line - Quando l'amore brucia l'anima, dove interpreta accanto a Joaquin Phoenix la coppia Johnny Cash - June Carter.


Entusiasta del personaggio che ha interpretato, "Ringrazio T. Bone Burnett per avermi felicemente aiutato a realizzare uno dei sogni della mia vita: diventare una cantante country!" Ringrazia poi il suo co-partner nel film, e passa alla famiglia. I genitori che l'hanno sempre supportata e il marito (ora ex...) e i figli "che dovrebbero essere a letto". I valori che la nonna le ha trasmesso li ha ritrovati impersonando June Carter che diceva: "Sto solo cercando di fare la differenza".
L'attrice inglese, invece, riceve l'Oscar per la magnifica interpretazione in The Reader.


"Ho scritto la prima versione di questo discorso quando avevo probabilmente otto anni, davanti allo specchio del bagno e questa (indicando la statuetta) era una bottiglia di shampoo. Ma non è una bottiglia di shampoo adesso!"

I ringraziamenti alla famiglia sono divertenti: non riuscendo ad individuare i genitori in platea, l'attrice chiede al padre di fischiare! Li individua e parte l'applauso divertito del pubblico.

La più dolce, commossa, sorpresa e senza parole è senz'altro l'adorabile Marion Cotillard.


L'attrice francese non aveva rivali: la sua Edith Piaf è stata extraordinaire ! Ringrazia il regista del film: "Olivier cosa mi hai fatto? Maestro Olivier Dahan you rock my life!" Non sapendo cosa dire ringrazia la vita, l'amore e dice che è vero che ci sono gli angeli in quella città, riferendosi a Los Angeles.
Più esuberante è stato sicuramente Jean Dujardin.


L'attore premiato per il film muto The Artist, con un delizioso accento francese dice "Amo il vostro paese!" E dopo un breve excursus sulla prima notte degli Oscar nel 1929 che durò 15 minuti, dice di essersi ispirato per il ruolo al divo del muto Douglas Fairbanks e primo presidente dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. E citando il regista italo-americano Joseph Valentine, in francese esclama "Wow! Che vittoria geniale!"

Il più commovente è sicuramente quello di Adrien Brody, che riceve l'Oscar per Il pianista di Roman Polanski.


Tutti in platea si alzano, contenti della sua vittoria.
Dopo un bacio a sorpresa con Halle Berry che l'ha premiato, l'attore dice che non aveva compreso che fosse stato nominato il suo nome.

"Non ho preparato un discorso, perché ogni volta che lo preparavo non vincevo! Ci sono momenti nella vita nei quali sembra che ogni cosa abbia un senso. Questo non è uno di quelli!"

Si commuove quando ringrazia la madre. Quando ringrazia il regista e poi quando  l'orchestra comincia a suonare, la ferma. E per fortuna, perché Adrien ha qualcosa di importante da dire: ricorda i terribili anni del secondo conflitto mondiale, durante i quali è ambientato il film, e si ricollega ai tempi moderni sperando nella pace.

Come dimenticare la mitica Meryl Streep? Quest'anno ha vinto il suo terzo Oscar su 17 nominations ricevute nell'arco della sua carriera. Insomma detiene il record di più nominations ricevute da un attore nella storia del premio.
Divertentissimo il suo discorso:


"Oh mio Dio! Ma dai! Grazie mille! Grazie! Grazie! Quando ho sentito il mio nome ho immaginato l'America che diceva <<Oh no! Ma dai! Perchè? Lei? Ancora?>> Ma, vabbè!"

E dopo continua dicendo di voler ringraziare per primo il marito perché altrimenti alla fine partirebbe la musica! Insomma, sempre la malefica orchestra.


Ed infine un po' di orgoglio italiano: Federico Fellini e Roberto Benigni.



Ad accoglierlo un pubblico che non vuole smettere di applaudire. 
Il discorso del maestro Fellini, con un inglese dall'accento romagnolo, è famoso per il grazie Marcellino che sei venuto fin qui! rivolto a Mastroianni, che insieme a Sofia Loren gli consegna l'Oscar alla carriera, e lo Stop crying! rivolto a Giulietta Masina, la sua carissima moglie e attrice in tanti suoi film.

Cosa dire di Roberto Benigni?



Come sempre Benigni diverte, sorprende e smuove l'ingessata cerimonia degli Oscar.


Tutti entusiasti della sua vittoria, l'onnipresente Sofia Loren commossa fino alle lacrime. Ringrazia la mamma e il babbo per avergli donato la povertà. Dedica la statuetta a chi gli ha ispirato il film, a coloro che hanno dato la vita e non ci sono più.
E citando Dante, l'amor che muove il sole e l'altre stelle, dedica il premio anche alla moglie Nicoletta Braschi.

Hollywood è dove i sogni si avverano...o si vedono in TV.

INCURSIONI CINEMANIACHE

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