E finalmente, anche Netflix, il canale televisivo online di streaming on demand, si è cimentato nella produzione di una serie TV in costume, al fine di battere HBO prima che HBO diventi come Netflix, come affermato da uno dei dirigenti del canale.
La scelta del tema è stata alquanto interessante: Marco Polo!
Sono stati girati molti film e miniserie TV sul grande esploratore che aprì le porte della Cina, fino a quel momento ritenuta un paese leggendario, parlando della sua cultura e delle sue ricchezze all'Europa intera verso la fine del 1200.
Molti avranno detto:"Uff, chissà che noia vedere Marco passare il tempo alla corte di Kublai Khan!"
Bé, devo ammettere che era un timore che anch'io provavo, ma, come mi capita spesso (per fortuna direi), sono stato smentito alla grande dai 10 episodi della prima stagione, pubblicati online tutti il 12 dicembre.
Ho scoperto, dopo attenta visione, che diamo sempre erroneamente per scontata e noiosa la storia di Marco Polo, narrata nel libro Il Milione, redatto da Rustichello da Pisa, poiché tolti gli aspetti fantasiosi dell'opera e della serie TV, la vita del giovane esploratore veneziana è stata in realtà costellata da avventure, pericoli ed intrighi alla corte dell'imperatore mongolo.
Infatti, Marco, sin dal suo arrivo a Cambulac, l'antica sede del Khanato, corrispondente all'odierna Pechino, ha dovuto lottare per mantenere forte il suo legame con Kublai e, soprattutto, riuscire a sopravvivere ai numerosissimi pericoli presenti in quel periodo in Asia.
Il giovane attore italiano Lorenzo Richelmy, famoso per aver recitato, tra le varie cose, in I Liceali e Sotto Una Buona Stella, interprete di Marco, è riuscito alla perfezione a mostrare sul piccolo schermo questa lotta continua, esteriore ma anche interiore, di un giovane spaesato e inesperto in un luogo che non gli appartiene minimamente.
Sin dal suo arrivo nella capitale, in seguito alla cattura sua, di suo padre Niccolò, interpretato dal bravissimo Pierfrancesco Favino, e di suo zio Maffeo, interpretato da Corrado Invernizzi, in viaggio sulla Via della Seta, il ragazzo è costretto a divenire l'ostaggio del Khan dei Khan, al fine di permettere al padre, da sempre vigliacco e irresponsabile, di continuare il suo commercio indisturbato, con la promessa di andare a riprenderlo quando il momento sarà propizio.
L'accoglienza a corte di Marco causerà pareri contrastanti.
Kublai Khan, interpretato da Benedict Wong, lo accoglierà inizialmente in maniera fredda ma, conoscendolo man mano, sarà lieto di averlo a corte, poiché Marco si dimostrerà essere uno dei pochi consiglieri onesti e sinceri fino in fondo dell'imperatore.
Lo stesso dicasi del ministro della guerra Yusuf, interpretato da Amr Waked, che vedrà nel giovane una grande opportunità per il Khanato di apprendere molte cose utili dalla cultura occidentale.
Invece, per il ministro delle finanze Ahmad, interpretato da Mahesh Jadu, e per l'imperatrice Chabi, interpretata da Joan Chen, il ragazzo non è nient'altro che un intruso, un "latino" giunto per chissà quali loschi scopi.
Ma il vero rivale, quasi ossessionato dal suo odio per Marco, è il primogenito e legittimo erede al trono, il principe Jingim, interpretato da Remy Hii.
Il principe coverà un gran rancore verso l'esploratore, poiché l'affetto di Kublai per Marco lo metterà a lungo in ombra agli occhi del padre, già prevenuto nei confronti del figlio, visto che è stato cresciuto secondo la tradizione cinese al fine di conoscere meglio il nemico. Durante la serie, Jingim si rivelerà una vera e propria spina nel fianco per Polo, fino al finale del tutto imprevedibile.
Ma fortunatamente, Marco sarà circondato anche da nuovi amici e tutori, in primis il monaco taoista cieco Bayan "Centocchi", interpretato da Tom Wu.
"Centocchi" istruirà Marco, al fine di difendersi, nell'arte del kung fu, del tutto ignota in Occidente in quell'epoca, nonché in molte altre arti, tipiche del taoismo, importanti per sopravvivere in quel mondo del tutto ignoto per l'esploratore.
Stessa cosa dicasi per il figlio bastardo di Kublai, ovvero il generale dell'armata imperiale e dell'orda mongola Byamba, interpretato da Uli Latukefu.
Infatti, forse per il fatto che entrambi vengano ignorati e bistrattati da molti a corte, uno perché figlio illegittimo, l'altro perché straniero, il buon Byamba sarà più volte un sostegno importante per Marco, specie nelle pericolosissime missioni che il giovane veneziano dovrà affrontare per conto dell'imperatore mongolo nel corso della stagione.
Ma quel che è certo è che l'unico grande pericolo per tutti, Marco incluso, sarà l'eminenza grigia alle spalle dell'impero cinese, da anni in guerra con i mongoli per la supremazia dell'Asia, ovvero il terribile primo ministro cinese Jia Sidao, interpretato da Chin Han.
Di fatto, il consigliere principale dell'imperatore cinese dimostrerà di essere, man mano, il gran manovratore di tutte gli eventi chiave della serie, nonostante gli sforzi continui dell'imperatrice Xie Daoqing di riprendere il potere nelle sue mani, dopo la morte del marito e in previsione della prossima incoronazione di suo figlio, ancora un infante facilmente manipolabile.
La fissazione di Sidao per le mantidi religiose vi lascerà di stucco quando capirete come mai sia così ossessionato da questi insetti.
Altri tre personaggi da non trascurare minimamente sono le protagoniste femminili, ovvero la prostituta Mei Lin, sorella di Jia Sidao, interpretata da Olivia Cheng, la giovane e misteriosa Kokachin, la "Principessa Blu" della sconfitta tribù mongola dei Bayaut, ostaggio di Kublai, interpretata da Zhu Zhu, e la già nominata imperatrice Chabi.
La prima e la terza donna avranno qualcosa che le accomunerà a lungo, nonostante le immense differenze tra le due, mentre la seconda sarà importante per Marco, ma i risvolti della loro vicenda amorosa saranno alquanto imprevedibili.
Al termine del decimo episodio, ho tirato le somme nella maniera più imparziale ed obiettiva possibile e devo dire che, se l'inizio è un po' lento, per via della poca azione presente nei primi episodi, man mano la storia si fa sempre più interessante ed intrigante e la guerra tra Cina e Mongolia è sorprendente ed incredibile.
Per certi versi, la serie è inaccurata dal punto di vista storico, ma io credo sia una cosa più che normale ed ovvia, dato che i cambiamenti durante un adattamento sono necessari, al fine di rendere il prodotto il più appetibile e concorrenziale possibile.
Dal punto di vista tecnico, le mie congratulazioni vivissime vanno a Netflix, per gli enormi sforzi compiuti, per aver segnato la storia delle serie TV, essendo Marco Polo la prima ad essere girata completamente nel nuovo formato video in altissima definizione 4K, e per l'ingentissimo budget (90 milioni di dollari contro i 60 della season 1 di Game Of Thrones) usato da una TV nata da poco e alquanto avveniristica, vista la sua presenza solo sul web e sulle smart TV.
Ma il mio plauso va anche e soprattutto al cast, e nello specifico, a Lorenzo Richelmy e Pierfrancesco Favino.
Non sono né di parte perché sono entrambi italiani né tanto meno li ammiravo più di tanto in passato, ma la mia stima per "padre e figlio" è dovuta al fatto che, in primis, ho finalmente sentito recitare in inglese il "padre" Pierfrancesco, e devo dire che, per un italiano (siamo molto pigri ad imparare le lingue e, soprattutto, a pronunciarle bene, parola di un interprete e traduttore!), ha un accento molto pulito e chiaro, senza alcuna inflessione che faccia capire a chi lo ascolta che non è anglofono.
Per quanto riguarda invece il "figlio" Lorenzo, i miei complimenti vanno soprattutto per il fatto di aver imparato l'inglese, ad andare a cavallo, a tirare con l'arco e a combattere in sole 6 settimane, altrimenti non avrebbe avuto la parte!
Lo stesso Lorenzo ha ammesso che ha dovuto sottoporsi ad una full immersion da pazzi, ma che il risultato finale è stato più che soddisfacente, soprattutto per l'inglese che è stata la sfida più grande per lui. Davvero bravo e successo meritato per lui e per l'intera serie.
Il finale di questa season 1 lascia tutti a bocca aperta e, senza ulteriori indugi, i fan hanno avviato una petizione fulminea per garantire la produzione di una season 2. E la conferma dell'arrivo, probabilmente per fine 2015, della seconda stagione da parte di Netflix non si è fatta aspettare, visto l'immenso successo dello streaming on demand, già noto da tempo ai web-viewers di varie parti del mondo (tranne che in Italia, paese ancora all'età della pietra in quanto a progresso informatico e senza alcuna certezza né garanzia di quando Netflix approderà qui da noi).
Proprio per via dell'"enorme" progresso informatico del nostro paese, per vedere questa serie, di cui non si sa ancora chi ne acquisterà i diritti di trasmissione ne quando arriverà, è stra-consigliata la visione in English sottotitolato in italiano, dato che, come sempre, il mio suggerimento è quello di godersi le serie TV in lingua originale, viste le pessime scelte recenti dei doppiatori italiani in molte produzioni televisive giunte da poco in Italia.
Vi auguro quindi buona visione, con il trailer della prima stagione, e vi do appuntamento a fine anno con la season 2!
Il trailer:
La scelta del tema è stata alquanto interessante: Marco Polo!
Sono stati girati molti film e miniserie TV sul grande esploratore che aprì le porte della Cina, fino a quel momento ritenuta un paese leggendario, parlando della sua cultura e delle sue ricchezze all'Europa intera verso la fine del 1200.
Molti avranno detto:"Uff, chissà che noia vedere Marco passare il tempo alla corte di Kublai Khan!"
Bé, devo ammettere che era un timore che anch'io provavo, ma, come mi capita spesso (per fortuna direi), sono stato smentito alla grande dai 10 episodi della prima stagione, pubblicati online tutti il 12 dicembre.
Ho scoperto, dopo attenta visione, che diamo sempre erroneamente per scontata e noiosa la storia di Marco Polo, narrata nel libro Il Milione, redatto da Rustichello da Pisa, poiché tolti gli aspetti fantasiosi dell'opera e della serie TV, la vita del giovane esploratore veneziana è stata in realtà costellata da avventure, pericoli ed intrighi alla corte dell'imperatore mongolo.
Infatti, Marco, sin dal suo arrivo a Cambulac, l'antica sede del Khanato, corrispondente all'odierna Pechino, ha dovuto lottare per mantenere forte il suo legame con Kublai e, soprattutto, riuscire a sopravvivere ai numerosissimi pericoli presenti in quel periodo in Asia.
Marco Polo, interpretato da Lorenzo Richelmy |
Sin dal suo arrivo nella capitale, in seguito alla cattura sua, di suo padre Niccolò, interpretato dal bravissimo Pierfrancesco Favino, e di suo zio Maffeo, interpretato da Corrado Invernizzi, in viaggio sulla Via della Seta, il ragazzo è costretto a divenire l'ostaggio del Khan dei Khan, al fine di permettere al padre, da sempre vigliacco e irresponsabile, di continuare il suo commercio indisturbato, con la promessa di andare a riprenderlo quando il momento sarà propizio.
L'accoglienza a corte di Marco causerà pareri contrastanti.
La corte di Cambulac |
Lo stesso dicasi del ministro della guerra Yusuf, interpretato da Amr Waked, che vedrà nel giovane una grande opportunità per il Khanato di apprendere molte cose utili dalla cultura occidentale.
Invece, per il ministro delle finanze Ahmad, interpretato da Mahesh Jadu, e per l'imperatrice Chabi, interpretata da Joan Chen, il ragazzo non è nient'altro che un intruso, un "latino" giunto per chissà quali loschi scopi.
Ma il vero rivale, quasi ossessionato dal suo odio per Marco, è il primogenito e legittimo erede al trono, il principe Jingim, interpretato da Remy Hii.
Jingim |
Ma fortunatamente, Marco sarà circondato anche da nuovi amici e tutori, in primis il monaco taoista cieco Bayan "Centocchi", interpretato da Tom Wu.
Bayan "Centocchi" |
Stessa cosa dicasi per il figlio bastardo di Kublai, ovvero il generale dell'armata imperiale e dell'orda mongola Byamba, interpretato da Uli Latukefu.
Byamba e Marco |
Ma quel che è certo è che l'unico grande pericolo per tutti, Marco incluso, sarà l'eminenza grigia alle spalle dell'impero cinese, da anni in guerra con i mongoli per la supremazia dell'Asia, ovvero il terribile primo ministro cinese Jia Sidao, interpretato da Chin Han.
Jia Sidao |
La fissazione di Sidao per le mantidi religiose vi lascerà di stucco quando capirete come mai sia così ossessionato da questi insetti.
Altri tre personaggi da non trascurare minimamente sono le protagoniste femminili, ovvero la prostituta Mei Lin, sorella di Jia Sidao, interpretata da Olivia Cheng, la giovane e misteriosa Kokachin, la "Principessa Blu" della sconfitta tribù mongola dei Bayaut, ostaggio di Kublai, interpretata da Zhu Zhu, e la già nominata imperatrice Chabi.
Da sinistra a destra: Mei Lin, Kokachin e Chabi |
Al termine del decimo episodio, ho tirato le somme nella maniera più imparziale ed obiettiva possibile e devo dire che, se l'inizio è un po' lento, per via della poca azione presente nei primi episodi, man mano la storia si fa sempre più interessante ed intrigante e la guerra tra Cina e Mongolia è sorprendente ed incredibile.
Per certi versi, la serie è inaccurata dal punto di vista storico, ma io credo sia una cosa più che normale ed ovvia, dato che i cambiamenti durante un adattamento sono necessari, al fine di rendere il prodotto il più appetibile e concorrenziale possibile.
Dal punto di vista tecnico, le mie congratulazioni vivissime vanno a Netflix, per gli enormi sforzi compiuti, per aver segnato la storia delle serie TV, essendo Marco Polo la prima ad essere girata completamente nel nuovo formato video in altissima definizione 4K, e per l'ingentissimo budget (90 milioni di dollari contro i 60 della season 1 di Game Of Thrones) usato da una TV nata da poco e alquanto avveniristica, vista la sua presenza solo sul web e sulle smart TV.
Ma il mio plauso va anche e soprattutto al cast, e nello specifico, a Lorenzo Richelmy e Pierfrancesco Favino.
Non sono né di parte perché sono entrambi italiani né tanto meno li ammiravo più di tanto in passato, ma la mia stima per "padre e figlio" è dovuta al fatto che, in primis, ho finalmente sentito recitare in inglese il "padre" Pierfrancesco, e devo dire che, per un italiano (siamo molto pigri ad imparare le lingue e, soprattutto, a pronunciarle bene, parola di un interprete e traduttore!), ha un accento molto pulito e chiaro, senza alcuna inflessione che faccia capire a chi lo ascolta che non è anglofono.
Per quanto riguarda invece il "figlio" Lorenzo, i miei complimenti vanno soprattutto per il fatto di aver imparato l'inglese, ad andare a cavallo, a tirare con l'arco e a combattere in sole 6 settimane, altrimenti non avrebbe avuto la parte!
Lo stesso Lorenzo ha ammesso che ha dovuto sottoporsi ad una full immersion da pazzi, ma che il risultato finale è stato più che soddisfacente, soprattutto per l'inglese che è stata la sfida più grande per lui. Davvero bravo e successo meritato per lui e per l'intera serie.
Il finale di questa season 1 lascia tutti a bocca aperta e, senza ulteriori indugi, i fan hanno avviato una petizione fulminea per garantire la produzione di una season 2. E la conferma dell'arrivo, probabilmente per fine 2015, della seconda stagione da parte di Netflix non si è fatta aspettare, visto l'immenso successo dello streaming on demand, già noto da tempo ai web-viewers di varie parti del mondo (tranne che in Italia, paese ancora all'età della pietra in quanto a progresso informatico e senza alcuna certezza né garanzia di quando Netflix approderà qui da noi).
Proprio per via dell'"enorme" progresso informatico del nostro paese, per vedere questa serie, di cui non si sa ancora chi ne acquisterà i diritti di trasmissione ne quando arriverà, è stra-consigliata la visione in English sottotitolato in italiano, dato che, come sempre, il mio suggerimento è quello di godersi le serie TV in lingua originale, viste le pessime scelte recenti dei doppiatori italiani in molte produzioni televisive giunte da poco in Italia.
Vi auguro quindi buona visione, con il trailer della prima stagione, e vi do appuntamento a fine anno con la season 2!
Il trailer:
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