venerdì 16 agosto 2013

Recensione (mica tanto) Flash: Il Grande Gatsby



Anno e nazione di Produzione: Australia, USA 2013

Titolo Originale: The Great Gatsby

Distribuzione in Italia: Warner Bros

Genere: Drammatico

Durata: 142 minuti

Cast: Leonardo DiCaprio, Carey Mulligan, Tobey Maguire, Amitabh Bachchan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Elizabeth Debicki

Regista: Baz Luhrmann

Nick Carraway arriva a New York nella primavera del 1922. Sono i ruggenti anni Venti, l'America non è mai stata così attraente e New York è una città che non dorme mai: ricchezza, potere e divertimento tolgono il sonno a chi ce li ha ma anche a chi non ce li ha. Carraway si trasferisce in città per far fortuna, prende in affitto una casetta nel West Egg, a Long Island. Poco distante, sulla riva opposta dell'Hudson, vive la cugina Daisy, sposata con l'ex campione di polo Tom Buchanan. Grande osservatore, curioso ma soprattutto uno scrittore (inconsapevolmente) alla ricerca di una storia da raccontare, Nick è attirato dall'aura di mistero del suo vicino, che vive nella villa accanto casa sua. L'uomo lo osserva e Carraway si lascia osservare. Un giorno Jay Gatsby in persona lo invita al suo party settimanale che attira sempre tutta la New York che conta. Quello che sorprende Nick è che Gatsby non invia mai inviti a nessuno. I due si conoscono e il ragazzo rimane subito affascinato da Jay, trentenne ricchissimo e rampante. Il suo successo nell'alta società newyorkese è solo l'aspetto più superficiale della sua vita che, a suo dire, è stata una serie interminabile di avventure nonostante la giovane età. Dopo aver fatto conoscere il suo mondo al ragazzo, Jay chiede a Nick un favore, e quel favore riguarda la cugina Daisy.



Inizio subito col dire che Baz Luhrmann o lo si ama o lo si odia. Il suo è uno stile troppo personale e particolare per piacere a tutti. Definitelo come volete: barocco, ridondante, pomposo, esagerato, kitsch. Il regista australiano in questi anni ha dato vita a prodotti originali e distinguersi nell'immensità di voci del cinema contemporaneo non è impresa da poco. Insomma, si è capito che ammiro Luhrmann vero?
Tornando al film, è tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald, che è una delle pietre miliari della letteratura statunitense. Il regista usa come punto di partenza le parole dello scrittore americano e da lì costruisce il suo universo narrativo, dagli immancabili colori circensi, su una storia d'amore e disillusione. Molti hanno lamentato l'assenza, nel film, dell'analisi sociologica sull'America durante i Roaring Twenties, presente nel romanzo. Io credo che Luhrmann abbia preferito mettere in evidenza più la storia d'amore, il tradimento e soprattutto la personalità di Gatsby perché quelli sono gli aspetti che più si confanno al suo cinema. E poi si sa, i film non sono mai uguali ai libri da cui sono tratti. Se Fitzgerald ha descritto mirabilmente la vuotezza interiore e l'inguaribile ammaliamento per l'apparenza nell'high class della New York anni Venti, Luhrmann ha potuto trasferire queste caratteristiche ai tempi moderni, dato che nel mondo in cui viviamo quegli aspetti sono diventati i precetti del credo di molti uomini e donne contemporanei. Colonna sonora moderna e che non stona nemmeno un po' con l'epoca in cui è ambientato il film. Molto bella Young and Beautiful cantata da Lana Del Rey.



Il personaggio di Jay Gatsby spicca tra la folla, si distingue non perché è ricco o famoso ma perché possiede sentimenti, sensibilità, un'incrollabile speranza e un, purtroppo, malsano attaccamento al passato e ai sogni. Il Gatsby di Leonardo DiCaprio è tenero, commovente, ricco di luci e ombre. Dalla sua interpretazione traspare tutta la profondità del personaggio e lo sguardo dell'attore riesce a trasmettere la purezza di un inguaribile sognatore come Gatsby. Penso sia una delle migliori prove dell'attore americano: DiCaprio è cresciuto, l'ho compreso da quando l'ho visto in Revolutionary Road. Dopo Titanic si è scrollato di dosso la pesante immagine di sex symbol, ha scelto ruoli di spessore ed è diventato uno degli interpreti più interessanti del panorama cinematografico mondiale. E aggiungo un pensiero (cretino, lo so) che mi è saltato in mente mentre lo guardavo ne Il grande Gatsby: DiCaprio è per sempre. Se ne sei stata innamorata da adolescente quel fascino su di te lo eserciterà always and forever.
Miracolo, Tobey Maguire non mi ha urtato i nervi! Non lo sopporto e non mi piace come attore, ma nel film di Luhrmann ha fornito una buona interpretazione. Defilata e non al suo massimo Carey Mulligan, ha scelto di puntare più sulla svagatezza di Daisy non dandole spessore. Granitico Joel Edgerton, un implacabile Tom Buchanan, molto brava la giovane Elizabeth Debicki e per una fan di Bollywood come me, come dimenticare il cameo di Amitabh Bachchan: carismatico.
Rispetto ai precedenti film di Luhrmann, caotici e venati di allegria, Il Grande Gatsby è malinconico, a tratti sconvolgente perché il regista ci fa assistere al sacrificio di un'anima sull'altare dell'ipocrisia e dell'indifferenza.

Il trailer:



Consigliato: Assolutamente Sì


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