Stephen King non è mai rientrato né, temo, mai rientrerà tra i miei autori preferiti, poiché ho sempre trovato fin troppo inquietanti i suoi romanzi: ad esempio, mi basta infatti pensare ad It (fortunatamente non soffro di coulrofobia, ma comunque la trama mi angoscia tantissimo!) o a L'Acchiappasogni per capire come i miei gusti siano totalmente opposti a quelli del celeberrimo autore e sceneggiatore statunitense.
Ciononostante, vuoi per dei miei pregiudizi, vuoi per il mio poco interesse nei suoi confronti per i suddetti motivi, sono rimasto particolarmente colpito ed estasiato da uno dei suoi romanzi più recenti, pubblicato nel 2011, che non ho purtroppo avuto il piacere di leggere, ma che ho comunque avuto modo di conoscere tramite l'ultima miniserie televisiva, targata Hulu, proprio basata su di esso: sto parlando di 11.22.63 (in Italia 22.11.63), composta da 8 episodi, diretti tutti dal regista premio Oscar Kevin Macdonald (di cui, tra i suoi tanti lavori, spicca l'epico The Eagle), e con protagonista il mitico James Franco.
Di fatto, Stephen, con quest'opera, ha fatto proprio centro nel mio caso, poiché essa tratta di viaggi del tempo, un tema che da sempre amo ed apprezzo tanto.
E' proprio grazie ad un incredibile viaggio nel tempo che la storia di Jake Epping, un giovane professore di inglese del Maine interpretato per l'appunto da Franco, cambia radicalmente:
Da sinistra verso destra: Jake Epping nel presente e "Jake Amberson" nel passato |
L'uomo, cliente abituale della tavola calda gestita da Al, dopo aver appena finito di firmare i documenti che attestano il divorzio dalla sua ormai ex moglie, rimane improvvisamente scioccato quando il suo vecchio amico ristoratore, andato poco prima nel retro del locale, ritorna visibilmente invecchiato di un paio di anni e con una terribile tosse.
Infatti, Al si è misteriosamente ammalato di cancro allo stadio terminale in pochissimi minuti e Jake, allibito ed in cerca di spiegazioni razionali, viene cacciato via, strappando però all'amico la promessa di ricevere delle spiegazioni il giorno dopo.
Giunto puntualmente il giorno dopo alla locanda, Al, senza alcun preambolo, gli dice chiaramente di entrare nello sgabuzzino della tavola calda, "farsi un giro dando un'occhiata nei dintorni", tornare indietro e parlarne con lui.
L'uomo, convinto che il suo amico sia pazzo, accetta, giusto per non farlo arrabbiare, viste le sue condizioni di salute precarie, ed improvvisamente, anziché ritrovarsi sempre nel ripostiglio, viene catapultato fuori dal locale, ma in un'epoca totalmente diversa.
Sconvolto, Jake ripassa nel tunnel invisibile dal quale è uscito e ritorna al presente da Al:
"Quello, ragazzo mio, era il 1960."
Ecco le prime parole che il giovane insegnante sente pronunciare al suo ritorno dal suo amico morente. Di fatto, Al racconta a Jake che, nei pochi minuti in cui si era assentato il giorno prima per poi tornare invecchiato e malato, ha passato ben tre anni nel passato (nel presente, qualsiasi sia la cifra d'anni impiegati per effettuare qualsiasi cosa nel passato, trascorreranno sempre e solo due minuti), fallendo nel compiere la missione che si era prefissato: salvare la vita del Presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy il 22 novembre del 1963, giorno in cui venne assassinato, in modo da evitare, almeno secondo il ristoratore, i tanti orrori e nefandezze perpetrati dagli Stati Uniti, avvenuti in seguito a tale grave evento.
Inizialmente pieno di tantissimi dubbi e perplessità, Al ha infine deciso che l'unico in grado di poter portare a termine questo importantissimo incarico, dopo avergli già spianato la strada con un'identità falsa, rispondente al nome di "Jake Amberson", e creando tutti gli appunti necessari per evitare il famoso delitto con varie indagini da compiere nei tre anni di attesa prima che avvenga, è proprio Jake, più giovane, ma soprattutto, più idoneo, poiché in cerca di uno scopo nella propria vita, specie dopo il fallimento del suo matrimonio.
Tuttavia, in preda all'ira, alla paura ed al rifiuto di un onere del genere, il ragazzo ha un alterco con il suo vecchio amico e viene nuovamente cacciato, questa volta per sempre.
Non dormendo per niente durante la notte, Jake, pentito delle brutte cose che ha detto ad Al, ritorna per scusarsi la mattina dopo, ma lo trova purtroppo morto.
Distrutto dal rimorso, il giovane professore decide di ripagare la fiducia che l'uomo aveva in lui accettando l'incarico e tornando indietro nel tempo per evitare che JFK venga assassinato ufficialmente da Lee Harvey Oswald, ma in realtà, secondo la teoria più famosa, in seguito ad un complotto tra FBI, CIA e sovietici.
Ci riuscirà? Ma soprattutto, come farà a contrastare il più pericoloso dei nemici, ovvero il passato, quello stesso passato che non vuole essere cambiato e che farà di tutto per fermarlo (Al si è improvvisamente ammalato proprio a causa sua)?
Come già detto, Jake avrà a che fare, sia nel presente che nel passato, con molte persone nella sua missione che, il più delle volte, si riveleranno degli amici e, allo stesso tempo, dei nemici, ovvero: Al Templeton, Lee Harvey Oswald, Bill Turcotte, Frank Dunning, Deke Simmons ed il fantomatico "Yellow Card Man", l'Uomo con la Tessera Gialla:
In alto da sinistra verso destra: Al Templeton, Lee Harvey Oswald e Bill Turcotte In basso da sinistra verso destra: Frank Dunning, Deke Simmons ed il "Yellow Card Man" |
Il primo, interpretato da Chris Cooper, come si è ben capito, sarà il mentore del professore, avendo egli già vissuto, almeno fino al 1962, ciò che Jake passerà e, nonostante la sua improvvisa morte, riapparirà poco e spesso in vari flashback che saranno d'aiuto al protagonista per ricordarsi cosa fare in varie occasioni e come difendersi dagli attacchi del passato.
Il secondo, impersonato da Daniel Webber, è il famoso assassino di John Kennedy. Paranoico fino all'inverosimile, soprattutto nei confronti di CIA ed FBI, per via della sua diserzione dai Marines e degli anni trascorsi in Russia, Lee sarà il bersaglio numero uno da pedinare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, al fine di scoprire e capire chi e cosa ci sia realmente dietro l'uccisione del Presidente, apparentemente architettata solo da un sociopatico.
Il terzo, interpretato da George MacKay, sarà il solo aiuto per Jake nel passato, poiché scoprirà per caso che l'uomo viene dal futuro, a causa di uno stralcio di giornale del 1963 in possesso dell'insegnante, e si unirà a lui, in modo da perfezionare lo "spionaggio fatto in casa" del protagonista, visto che due teste sono meglio di una. Tuttavia, il rapporto tra Bill e Jake prenderà pieghe alquanto inaspettate.
Il quarto impersonato da Josh Duhamel, è il bidello della scuola dove il protagonista insegna nel presente. Particolarmente colpito dal talento dell'anziano per la scrittura, specie dopo il suo toccante racconto dell'uccisione di tutta la sua famiglia da parte del padre alcolizzato agli inizi degli anni '60, Jake cercherà di cambiare in meglio la vita di Frank proprio correggendo quel grave evento nel passato, ma anche in questo caso, gli eventi avranno dei risvolti del tutto imprevedibili.
Il quinto, interpretato da Nick Searcy, è il preside della scuola di Jodie, il paesino vicino Dallas, la città in cui avvenne l'uccisione di JFK, ed il superiore di Jake nel passato, che lavorerà lì per mantenersi nei tre anni di attesa prima che arrivi la fatidica data. Buono, gentile, carismatico, nonché molto aperto di mentalità per quell'epoca, famosa per il razzismo contro i neri e l'anti-comunismo, sarà più volte l'ancora di salvezza del protagonista ed il suo costante appoggio nei momenti più disperati.
Il sesto ed ultimo, impersonato da Kevin J. O'Connor (l'astuto Beni Gabor in La Mummia e Igor in Van Helsing), è l'inquietante e misterioso individuo che perseguiterà costantemente il protagonista una volta giunto nel passato. Infatti, se inizialmente Jake lo ignorerà, credendolo solo un barbone che gli ripete in continuazione di andarsene, man mano il professore capirà che egli non è affatto un uomo normale, né tanto meno un "emissario in rappresentanza del passato", quindi chi sarà mai?
Ma, come in ogni storia che si rispetti, ovviamente anche i volti femminili hanno una grandissima rilevanza, per svariate ragioni, e, di fatto, per quanto riguarda 11.22.63, le protagoniste femminili sono quattro: Sadie Dunhill, Marina Oswald, Mimi Corcoran e Marguerite Oswald:
Da sinistra verso destra: Sadie Dunhill, Marina Oswald, Mimi Corcoran e Marguerite Oswald |
La prima, interpretata da Sarah Gadon (recentemente apparsa sul grande schermo nel ruolo di Mirena, la moglie del conte Vlad in Dracula Untold), è una giovane bibliotecaria del passato che molto spesso incrocerà il cammino di Jake, dal Maine fino al Texas, ritrovandosi a lavorare proprio con lui al liceo di Jodie. Colpiti entrambi da come il destino li faccia incontrare così spesso, i due inevitabilmente si conosceranno meglio fino ad innamorarsi, nonostante gli ammonimenti di Al a Jake riguardo il non creare alcun tipo di legame e rapporto affettivo, per evitare troppe alterazioni del presente. Il loro rapporto idilliaco diverrà uno dei punti fermi per il protagonista durante la delirante ricerca della verità, perché l'insegnante, grazie alla dolce e gentile ragazza, si sentirà completo, a tal punto da convincerla a tornare con lui nel futuro, una volta salvato Kennedy. Ma, nel dire questo, Jake avrà fatto i conti prima col passato?
La seconda, impersonata da Lucy Fry, è la giovane e triste moglie russa di Lee Harvey, conosciuta a Minsk (all'epoca ancora parte dell'URSS), con la quale avrà due figli, nonostante il loro rapporto non sia dei più rosei. La ragazza si legherà molto a Bill, sebbene Jake tenti più volte di separarli, al fine di evitare che la loro copertura di semplici vicini di casa della famiglia Oswald salti, e le ripercussioni di tali scelte avranno conseguenze alquanto gravi, tutte a vantaggio del passato che, come sempre, non vuole essere cambiato.
La terza, interpretata da Tonya Pinkins, è la pacata segretaria del liceo di Jodie nel passato. Donna a modo e simpatica, Mimi resterà più volte colpita dall'inevitabile trattamento gentile ed educato che Jake le riserverà, a differenza degli altri bianchi (esclusi Deke e Sadie), e, come con il preside, anche lei lo aiuterà e consiglierà molto spesso, specie per quanto riguarda il rapporto tra il protagonista e la bibliotecaria della scuola.
La quarta ed ultima, impersonata da Cherry Jones, è, come si capisce dal suo cognome, la madre di Lee. Essendo, in fin dei conti, una donna buona e schietta, la signora Marguerite purtroppo non capirà i propositi di suo figlio, un tempo un ragazzo felice e poi improvvisamente mutato in qualcosa che neanche lei riesce a comprendere, ed ignorerà totalmente lo scopo che l'uomo si è prefissato, dopo il suo ritorno dalla Russia, fino al famoso 22 novembre 1963.
Come già detto all'inizio di questo articolo, 11.22.63 mi è piaciuta davvero parecchio, specie per l'originalissima idea del tema, uno dei più discussi di sempre, per via delle più disparate teorie che attorniano da anni l'uccisione di quello che fu uno dei Presidenti più amati degli USA, nonché per la questione della manipolazione del tempo, un concetto per il momento ancora teorico (e chissà per quanto ancora lo sarà purtroppo, sigh!), con tutte le inevitabili e potenziali conseguenze, sia nel bene che nel male, che Stephen King ha abbondantemente trattato proprio tramite il suo romanzo e la miniserie ad esso collegata.
Essendo un profano dello scrittore statunitense, ho seguito con vivo interesse le discussioni riguardanti l'adattamento televisivo di Hulu e, bene o male, tutti i fan che hanno letto il libro hanno confermato la fedeltà abbastanza elevata di 11.22.63 al romanzo, salvo alcuni inevitabili cambiamenti nella trama, promuovendola a pieni voti, cosa che anch'io faccio senza pensarci due volte, anche in virtù del lavoro egregio svolto dal cast.
In conclusione, vi consiglio quindi di vedere questa miniserie TV (sempre in English subbed Italian, mi raccomando! =P) e vi auguro buona visione!
Il trailer:
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