sabato 8 agosto 2015

Tut: quando la storia diventa melò


Girovagando online, qualche giorno fa ho scoperto Tut, mini-serie di tre puntate sul faraone Tutankhamon. Per una come me, che dell’antico Egitto ne ha subito il fascino fin da piccola (vi basti sapere che volevo diventare archeologa e trasferirmi a Il Cairo!) ed essendo anche una TV series-Addicted, potevo non vedere Tut? Certo che no!
Necessaria premessa: ovviamente, la storia narrata nella mini-serie non gode di veridicità storica, anche perché del faraone Tutankhamon si sa davvero poco. Le uniche notizie che ci sono giunte raccontano di un monarca, morto a soli 19 anni, figlio del faraone eretico Akhenaton e della sorella, Nefertiti o Tuya: l’identità della madre di Tutankhamon non è ancora certa. A sua volta, il faraone-bambino, salito al trono in tenera età, sposò la sorellastra, Ankhesenamon.


Dicevo: Tut è molto romanzato e non aderente alla realtà. Ne volete subito una prova?


Questo è il Tutankhamon della serie TV: Avan Jogia. Inutile dirvi che mi sono perdutamente e follemente innamorata di questo giovane attore canadese di origine indiana. Bello e bravo.

Questo era il vero Tutankhamon: avete capito cosa intendo? Certo, qualcuno dirà: è normale che gli attori siano più belli dei protagonisti reali. E vi dò ragione. Ma le inesattezze non finiscono qui, perché il rapporto tra Tut e la sua sposa-sorella era forte e sincero. Commovente la poesia/lettera che Ankhesenamon scrisse allo sposo, ormai deceduto:

"Disgrazia! Disgrazia! Sono la sorella tua che hai molto amato. Ma perchè così lontano da me, tu che con me sapevi scherzare così bene e tanto amarmi. E tuttavia bello è questo giorno, perchè colui che è felice rinascerà nel corpo di Osiride".

"O misero, misero" mormora Ankhesenamon, "ora tu taci e nulla più dici. Tu che avevi tanti servi, forse sei là dove non c'è nessuno, tranne gli immensi con gli occhi ardenti. Ma bello è questo giorno, perchè ti proteggeranno l'uomo, lo sciacallo, la scimmia e il falco, che sono le quattro facce di Horus".

I due ragazzi, insieme, hanno dovuto affrontare un periodo davvero turbolento della storia dell’antico Egitto: il padre, faraone della diciottesima dinastia, aveva istituito il culto monoteista di Aton, spazzando via l’intero pantheon egizio. Questa situazione fu tollerata per poco dai sacerdoti, così il culto di Amon fu ristabilito, e alla morte di Akhenaton i figli cambiarono nome (Tutankhaton ---> Tutankhamon), e governarono l’Egitto secondo i precedenti canoni religiosi e politici.

Bene, dimenticatevi tutto quello che vi ho detto fino ad ora e parliamo della serie :D


Avan Jogia è un energico Tutankhamon, ribelle e volitivo, che sta imparando a governare la nazione più importante, ricca e potente di quel periodo. Interessato al benessere del suo popolo, spesso Tut si confonde nella folla della città di Tebe e osserva la vita di tutti i giorni dalla prospettiva dei suoi sudditi. In una di queste ‘missioni segrete’ conosce Lagus, che diventerà uno dei suoi più fedeli alleati, e Suhad, metà egiziana e metà Mitanni, di cui il giovane faraone si innamorerà perdutamente.


Proprio la relazione con Ankhesenamon è il motore di intrighi e gelosie: i due si vogliono bene ma non si amano. Come Tut si innamora di Suhad, Ankhe da tempo è innamorata di Ka, amico fraterno del faraone fin da piccolo. Costretta, però, dalla ragion di stato a sposare il fratello, Ankhe e Ka si ameranno di nascosto e la loro storia non avrà un lieto fine. Mi fermo qui, non voglio svelarvi di più.


Come Suhad e Tut: il faraone ama talmente tanto la ragazza da tralasciare la sua origine Mitanni, nemici giurati dell’Egitto. Quando Tut la porta a Tebe, la ragazza dovrà vedersela con le macchinazioni mortali del palazzo reale.


I principali burattinai sono Ankhe, (quella gran bagascia! Scusate il linguaggio colorito ma se vedrete o avete visto la serie sapete il perché) e il visir Ay, interpretato dal grande Ben Kinglsey. Un visir dal marcato accento inglese ma tant’è: sulla bravura di Kingsley non si discute, il suo Ay ha saputo davvero inquietare a dovere. Carismatico e pericoloso come un cobra, è il vero vincitore alla fine della serie.
Tut è stata una piacevole scoperta, certo a qualcuno potrebbe dare fastidio che gli sceneggiatori abbiano calcato un po’ troppo la mano con il melò, ma quando le serie TV storiche devono competere con Il trono di Spade per attirare il pubblico, devono pur inventarsi qualcosa. Non credo sarebbe stato lo stesso, se avessero raccontato di un faraone affetto da molteplici malattie genetiche, bruttarello e sfigato. Più che Tut sarebbe stato un Dottor House dell’antico Egitto! Quindi, mettiamo da parte la storia e godetevi la versione romanzata e avvincente di questo Tutankhamon. E chi può dirlo: forse quello vero, dal mondo dei morti, ringrazia.


INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter


Nessun commento:

Posta un commento