Lunedì è terminata la seconda stagione de Il giovane Montalbano: e già mi manca. Come per il senior, anche quando cala il sipario sulla versione junior del commissario di Camilleri, la malincunia si fa sentire. Comunque, bando ai sentimentalismi: i nuovi episodi della seconda stagione sono in gran parte tratti da Morte in mare aperto, la nuova collezione di racconti sul giovane Montalbano.
Squadra che vince non si cambia, e infatti ha rivinto: Michele Riondino, Alessio Vassallo (bravo davvero: restituisce alla perfezione la sbruffoneria di Augello), Andrea Tidona, Beniamino Marcone (il giovane Fazio, un ottimo precedente a quello di Peppino Mazzotta) nei ruoli principali. Rinnovo il giudizio espresso nella recensione sulla prima stagione: gli attori de Il giovane Montalbano, così come il regista Gianluca Maria Tavarelli, non hanno nulla in meno rispetto alla serie con Luca Zingaretti. Lo spirito è lo stesso, le atmosfere magiche della Sicilia pure, gli arancini di Adelina sono sempre spettacolari, e il commissario è ugualmente sfaccettato, 'cchiu nico ma già sbirro nato, e con solidi ideali.
La regia di Tavarelli pulita e coinvolgente, segue gli attori nello sviluppo della trama non "sporcando" la magia dei racconti di Camilleri. Le serie di Montalbano sono delle vere e proprie cartoline che, virtualmente, ci fanno esplorare la meravigliosa Sicilia dello scrittore, riscoprendo magari luoghi dal sapore antico, come la Scala dei Turchi dove Camilleri, da ragazzo, si recava con gli amici per fare il bagno e, inconsapevolmente, crescere e diventare quelli che poi sarebbero stati da adulti. Il meraviglioso paesaggio della Scala dei Turchi diventa così uno dei luoghi del cuore di Salvo, e appare nell'ultima puntata della seconda stagione: da mozzare il fiato.
Il rapporto con Livia (Sarah Felberbaum un po' sottotono in questa stagione) prosegue, matura, iniziano le tipiche sciarriatine che hanno reso famosa la coppia di Camilleri. Durante la seconda stagione abbiamo visto la prima rottura importante, dopo il matrimonio saltato. I due non si sposeranno mai, come i fan di Camilleri e del commissario sanno bene, ma Livia e Salvo saranno sempre legati da un forte sentimento, a tratti calmo e quieto e a volte tempestoso come il mare di Marinella. Sarà nel rapporto a distanza, dopo il mancato trasferimento del commissario a Genova, che il loro amore troverà il proprio equilibrio.
Al termine di questa stagione, Salvo rinuncia a raggiungere Livia a Boccadasse, e decide di rimanere in Sicilia: il 23 maggio del 1992 (la storia del giovane Montalbano è ambientata tra fine anni Ottanta e i primi anni Novanta) il commissario entra in macchina alla volta di Genova. Vigata è deserta, un silenzio irreale interrotto solo dalle voci metalliche di televisioni e radio. Arrivato in commissariato, dopo aver visto il pianto di Catarella e lo sguardo disperato di Mimì, Salvo capisce: il giudice Giovanni Falcone è stato assassinato in un attentato. Una chiusura ad effetto che risveglia gli ideali puri del commissario (chi ricorda le pagine memorabili di Camilleri e il monologo coinvolgente di Luca Zingaretti in Un giro di boa sul G8 di Genova?). Salvo decide di rimanere, glie lo suggerisce anche Livia. La sua terra ne ha bisogno.
Avevamo lasciato Michele Riondino quasi famoso, alla fine della prima stagione: oggi è sicuramente uno degli attori più validi che abbiamo in Italia e un valore aggiunto per la serie.
Voci sulla terza stagione si rincorrono, ma Camilleri dovrà scrivere altre avventure per il giovane commissario. Noi ci speriamo, e nel frattempo ci godiamo la splendida colonna sonora firmata da Olivia Sellerio. Vi lascio la mia canzone preferita, buona visione!
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