Un po' di tempo fa, essendo collaboratore del sito whatisthematrix.it, tradussi per loro il lunghissimo ed interessantissimo articolo del The New Yorker in cui il giornalista Aleksandar Hemon intervista i due fratelli discutendo della loro vita, della trilogia cinematografica di successo di Matrix,dei loro vecchi e nuovi progetti e del loro nuovo film, co-diretto col regista tedesco Tom Tykwer, Cloud Atlas, in uscita a fine ottobre negli USA e a gennaio in Italia. E dunque è con grande piacere che Incursioni Cinemaniache vi offre, dopo WhatistheMatrix, la traduzione completa dell'articolo, rimasto senza traduzione italiana per molto tempo. Buona lettura!
Sul monitor, le
palpebre di Tom Hanks, in un primo piano estremo, battevano seguendo una
complicata sequenza di emozioni: odio, paura, rabbia, dubbio. “Taglia!” Aveva
urlato Lana Wachowski. La troupe sul palco 9 del Babelsberg Studio, vicino
Berlino, dirompeva in un fracasso di efficienza professionale, preparando il
prossimo ciak, mentre Hanks tornava alla sua sedia a sorseggiare caffè da una
tazza della NPR (National Public Radio, ndt). Lana e suo fratello Andy,
conosciuti soprattutto per aver scritto e diretto la trilogia di “Matrix”,
stavano girando Cloud Atlas, un adattamento del romanzo best-seller omonimo
del 2004 scritto da David Mitchell.
Il romanzo è composto
da sei trame intrecciate, e i Wachowski con il loro amico stretto, il regista
tedesco Tim Tykwer, con cui hanno scritto la sceneggiatura, le hanno divise.
Stavano girando a Babelsberg, usando gli stessi attori che viaggiavano avanti e
indietro tra i vari palchi, mentre Tim Tykwer aveva avuto una giornata libera
inattesa. Infatti Halle Berry si era rotta un piede su uno dei set a Maiorca e il
regista ha dovuto aspettare la sua piena guarigione per girare la scena di un
inseguimento. Ed ora c’era un nuovo problema: l’attore Ralph Riach, che
interpretava un ruolo breve ma cruciale in una delle trame su cui Tykwer stava
lavorando, aveva contratto una malattia grave venendo ricoverato in ospedale, e
le sue condizioni stavano progressivamente peggiorando. Tykwer aveva parlato al
telefono con Riach e la prognosi era, nel migliore dei casi, incerta. Tykwer,
con un brutto raffreddore e una grande sciarpa al collo che lo faceva sembrare
ad una fascia di una macina del periodo rinascimentale, aveva bloccato il set
dei Wachowski per discutere della situazione.
I registi si erano
accalcati vicino il monitor e, in basso, voci preoccupate discutevano sulla
scelta di aspettare la guarigione di Riach o di trovare alla svelta un
rimpiazzo e rigirare le scene in cui era già apparso lui. La decisione: lo
avrebbero aspettato, anche se questo significava dover prolungare i tempi delle
riprese:”Lo shuttle sta andando in pezzi.” Aveva detto in seguito Lana,
scuotendo la testa:”Siamo seduti in questa capsula, non possiamo uscire, e dobbiamo
cercare di riuscirci fino in fondo con un solo reattore funzionante.”.
Nei lavori dei
Wachowski, le forze del male sono spesso straordinariamente potenti,
infliggendo sofferenze agli umani, che continuano a sperare fino a quando non
vengono salvati da un inatteso miracolo. La storia della realizzazione di Cloud Atlas rispecchia quasi del tutto questa traiettoria narrativa.
Nella primavera del
2005, Lana ed Andy Wachowski si trovavano a Babelsberg per dirigere la seconda
unità di V Per Vendetta (che avevano anche scritto e co-prodotto), film diretto
da James McTeague. Tra le varie scene, Lana (che è transgender e, fino al 2002,
si chiamava Larry) aveva notato che l’attrice Natalie Portman era completamente
presa da una copia di L’Atlante Delle Nuvole. La Portman commentava
entusiasticamente il libro, e quindi anche Lana cominciò a leggerlo. Lei ed
Andy, che è di due anni e mezzo più giovane, sin dall’infanzia avevano l’abitudine
di dividersi i libri, e presto entrambi furono ossessivamente presi
dall'analizzare il libro e dal chiamare gli amici insistendo a farglielo
leggere.
Il libro di Mitchell
non è una lettura semplice, con le sue storie intrecciate ed una moltitudine di
personaggi, distribuiti attraverso i secoli e i continenti. Ogni trama ha un
personaggio centrale diverso: Adam Ewing, un giovane americano che si imbarca per
tornare a casa, dopo una visita ad un’isola nel sud del Pacifico, a metà del
XIX° secolo; Robert Frobisher, un inglese irresponsabile ma di talento, che
diventa un amanuense per un geniale compositore nelle Fiandre, negli anni ’30;
Luisa Rey, una giornalista per un giornaletto di gossip che setaccia
attentamente il sudiciume dell’energia industriale nella California degli anni
’70; Timothy Cavendish, un editore di un’editoria a pagamento che si ritrova imprigionato
in una casa di riposo nell’Inghilterra dei giorni nostri; Sonmi~451, una clone geneticamente modificata
che ottiene la sua libertà in una futuristica Corea, devastata dal consumismo;
e Zachry, un abitante di un’isola del Pacifico che lotta per sopravvivere in un
futuro ancora più lontano, dopo “la Caduta”, che sembra aver danneggiato il
pianeta ed estirpato gran parte del genere umano. Questi personaggi sono
connessi da un’intricata rete di leitmotiv (ad esempio, spesso salta fuori un neo
congenito a forma di cometa che li accomuna) e dalla loro capacità di sfuggire
in qualche modo al destino che è stato creato per loro. I frastornanti colpi di
scena della trama del libro vengono instillati con una rigogliosa immaginazione
linguistica. Per le parti di Zachry, Mitchell ha infatti creato delle mutazioni
post-apocalittiche della lingua inglese, che effettivamente costringono i
lettori a tradurle mentre scorrono con la lettura.
“Mentre scrivevo L’Atlante Delle Nuvole, pensavo che
fosse un peccato che questo libro non potesse essere trasposto a livello
cinematografico.” Mi disse Mitchell. Ma i Wachowski si ritrovarono
istantaneamente e profondamente attratti dall’idea di portare il libro sul
grande schermo. Erano presi dall’ampiezza delle sue idee, dalla mancanza di
cinismo e dalle drammatiche possibilità inerenti ai momenti di speranza,
ricorrenti nel libro. Desideravano anche lavorare su qualcosa con Tykwer, di
cui hanno amato il film del 1998, Lola Corre (titolo originale tedesco Lola
rennt; titolo inglese Run Lola Run, ndt); Lana lo chiamò:“Il nostro fratello
a lungo perduto”, e Cloud Atlas è sembrato il progetto giusto per unire le
loro sensibilità cinematografiche.
Nel 2006, su suggerimento dei Wachowski, Tykwer portò con se la versione
tedesca di “L’Atlante Delle Nuvole” in vacanza, nel sud della Francia:”E’ stato
un errore.” Mi disse, ridendo. Si sedette in spiaggia leggendo per giorni e
giorni, “stressato ed ispirato” dal libro; quando sua moglie finalmente lo
convinse ad andare a fare un’escursione di un giorno, lui le fece accostare
l’auto, così che potesse finire un capitolo. Nel momento in cui ebbe terminato
di leggere il romanzo, chiamò Lana a San Francisco, dov’era ancora notte fonda,
proclamando affannosamente la sua dedizione al progetto.
Lui e i Wachowski, che si trovavano nel bel mezzo di altri progetti,
dovettero aspettare un paio di anni prima di dedicarsi a Cloud Atlas. Ma
finalmente, nel febbraio del 2009, si incontrarono in Costa Rica, dove avevano
affittato una casa appartata vicino l’oceano. Prima che iniziassero a lavorare
sulla sceneggiatura, ammisero che trasporre L’Atlante Delle Nuvole a livello
cinematografico si sarebbe potuto rivelare impossibile, e che non sarebbero
potuti riuscire a lavorare insieme:”La scrittura è il processo più intimo e profondo
dello sviluppo artistico.” Affermò Tykwer, e non c’era bisogno di anticipare
come sarebbero andate le cose. Infine cominciarono: bodyboard di mattina,
lavorare il resto della giornata ed infine preparare la cena insieme. Il pollo
arrosto di Andy, famoso a livello mondiale, accompagnato da una lattina di
birra, era spesso la portata principale del menù:”Era simile ad un campeggio
per bambini.” Dichiarò Lana.
La sfida principale è stata la struttura contorta del romanzo: i
capitoli sono in ordine cronologico fino a metà libro, da dove poi la sequenza
si inverte: di conseguenza il libro inizia e finisce nel XIX° secolo. Quest’ordine
non è adatto ad un film:”Introdurre una nuova trama novanta minuti dopo sarebbe
impossibile.” Affermò Lana. L’idea iniziale dei registi era quella di
instaurare una connessione tra il Dottor Goose, un medico ambiguo che avrebbe
potuto avvelenare Ewing, e Zachry, da cui dipende il futuro della civiltà,
basato sulle sue scelte morali, dopo la Caduta. Non avevano però idea di come
organizzare le altre trame e gli altri personaggi. Divisero il libro in
centinaia di scene, le copiarono su delle schede colorate, le sparsero sul
pavimento, con ogni colore che rappresentava un personaggio o un periodo
differenti. La casa sembrava “un giardino Zen di schede”, disse Lana. A fine
giornata, avrebbero raccolto le schede in un ordine che, speravano, sarebbe
stato adatto per l’arco narrativo del film. Leggendo le schede, Lana avrebbe
poi narrato e riarrangiato la storia. Il giorno seguente l’avrebbero fatto di
nuovo.
Il giorno prima di andare via dalla Costa Rica, avvenne la svolta:
avrebbero potuto trasmettere l’idea dell’eterna ricorrenza, che era molto
centrale all’interno del romanzo, facendo apparire gli stessi attori in più
trame, “interpretando le anime, non i personaggi”, secondo le parole di Tykwer.
Questo avrebbe permesso di fondere e di separare allo stesso tempo le correnti
narrative del libro. Sul volo per tornare a casa, Lana ed Andy si portarono la
pila di schede, legate da un elastico, che avrebbero presto convertito in una
prima bozza della sceneggiatura e che in seguito inviarono a Tykwer. Il tira e
molla tra i tre registi continuò e la fattibilità della loro collaborazione non
era ancora pienamente confermata.
A partire da agosto, il trio aveva una bozza completa da inviare a
Mitchell. I Wachowski avevano avuto un’esperienza difficile adattando “V Per
Vendetta”, dal fumetto dell’autore Alan Moore, che ripugnava proprio l’idea di
una trasposizione hollywoodiana e rimproverava pubblicamente il progetto:”In Costa
Rica abbiamo deciso che, se redigere la sceneggiatura fosse stato troppo lungo
e duro e se non fosse piaciuto a David, avremmo bocciato il progetto”, disse
Lana.
Mitchell, che abita nell’Irlanda sudoccidentale, accettò di incontrare i
registi a Cork. In “un hotel sulla spiaggia poco fuori Fawlty Towers”, come
descritto da Lana, esposero all’autore lo scrupoloso processo di smontaggio del
romanzo e del suo rimontaggio nella sceneggiatura che lui aveva letto:”Il fatto
che conoscessero il mio libro molto più intimamente di me era diventato quasi
una barzelletta.” Mi scrisse Mitchell. Spiegarono il loro piano di unificare le
trame utilizzando gli stessi attori che interpretavano anime
trasmigranti:”Questo poterebbe essere uno di quei film che sono migliori del
libro!” Esclamò Mitchell alla fine del discorso. Il patto fu siglato con pinte di
birra stout Murphy in un pub locale.
Nel giugno del 2011, i Wachowski e Tykwer si trovavano a Berlino a
lavorare sulla pre-produzione di Cloud Atlas. Nel soggiorno dell’appartamento
di Lana su Unter den Linden (un famoso viale di Berlino, ndt), dove una copia
del romanzo Le 120 Giornate di Sodoma del Marchese de Sade veniva usato come
fermaporta, i tre registi discutevano della loro passione per il film. Andy,
che aveva quarantatre anni, indossava una T-shirt stinta ed un paio di Crocs
con la bandiera sudcoreana disegnata su di esse, che si sposavano perfettamente
con il sudiciume da mezz’età del suo cranio rasato. Lana, che stava per
compiere quarantasei anni, aveva la testa piena di treccine rasta rosa. Tykwer
invece, quarantaseienne, era snello ed energico, con degli impressionanti occhi
verdi. I tre sembravano membri di un’ex alternative rock band, i Cinemaniacs,
in ritardo per un reunion tour.
“Cloud Atlas è un romanzo del ventunesimo secolo”,
dichiarò Lana:”Rappresenta la via di mezzo tra l’idea futura che tutto è
frammentato e l’idea passata che c’è un inizio, un centro ed una fine.”. Mentre
parlava, avvitava e svitava due metà di qualcosa di immaginario, il suo futuro
ed il suo presente, nelle sue mani. Se il film dovesse funzionare, ha
continuato, permetterebbe ai registi di “ricongiungersi a quel sentimento che
provavamo quando eravamo più giovani, quando vedevamo quei film complessi,
misteriosi ed ambigui. Non sapevi tutto istantaneamente.”.
Andy era d’accordo:”Cloud Atlas è il nostro ritorno allo
spettacolo degli anni ’60 e ’70, dei film divenuti delle pietre di paragone
nella cinematografia.” Disse, massaggiandosi la testa calva come una lampada
magica.
Il modello per la loro visione, spiegarono, è stato 2001: Odissea Nello
Spazio di Stanley Kubrick, che i Wachowski videro per la prima volta quando
Lana, a quel tempo Larry, ed Andy avevano rispettivamente dieci e sette anni.
I fratelli crebbero in una famiglia unita di Beverly, un quartiere
borghese nella zona meridionale di Chicago. I loro genitori, Ron, un uomo
d’affari e Lynne, un’infermiera, erano degli appassionati di film. Portavano a
vedere con loro Larry, Andy e le loro due sorelle qualsiasi film ritenessero
interessante, ignorando le classificazioni di avvertenze ai genitori:”Facemmo delle orge cinematografiche: due film, tre film, drive-in.” Ricordò
Andy:”Ero così giovane che non conoscevo il significato della parola orgia, ma sapevo che, qualunque cosa fosse, mi piaceva.”.
Inizialmente Lana odiava 2001, ed era perplessa dalla misteriosa
presenza del monolito nero:”E’ un simbolo.” Le spiegava Ron. Lana mi
disse:”Quella semplice frase mi entrò nel cervello e risistemò le cose in una
maniera così incredibile che non penso di essere stata più la stessa da allora.
Qualcosa scattò dentro di me. 2001 è uno dei motivi per cui ora
sono una regista.”.
Forse non a caso la consapevolezza del vero sesso di Lana cominciò ad
emergere nello stesso periodo. In terza elementare, Larry passò ad una scuola
cattolica, dove i bambini e le bambine indossavano uniformi diverse e stavano
in file separate prima della lezione:”Avevo la mente formata in maniera tale
che, attraversando la fila delle bambine, esitavo, sapendo che i miei vestiti
non andavano bene.” Mi disse Lana:”Ma andando avanti, sentii di non appartenere
all’altra fila, e quindi mi fermai in mezzo ad entrambe. Rimasi lì a lungo, con
tutti che mi fissavano, compresa la suora. Mi disse di andare in fila. Ero
bloccata, non riuscivo a muovermi. Penso che qualche mia parte inconscia sapeva
esattamente a quale fila appartenevo: a quella di mezzo.”. Larry fu spesso
maltrattato per questa sua scelta:”Di conseguenza, lo nascosi e trovai
un’enorme consolazione nella lettura, preferendo in assoluto i mondi immaginari
a quello reale.” Affermò Lana.
Fu sempre nello stesso periodo in cui Larry ed Andy videro 2001 che
diressero insieme qualcosa per la prima volta: su una videocassetta, lessero
un’opera ispirata dai fumetti e dai programmi radiofonici di The Shadow.
Presto iniziarono a scrivere e a disegnare i loro fumetti. Lana affermò che il
loro processo creativo “non è mai cambiato sin da allora”. I fratelli erano
inseparabili:”Larry si fece venire in mente un’idea assurda.” Ricordò Ron
Wachowski:”Appendere delle corde ad un albero e fare un’altalena o un trapezio,
ed Andy sarebbe stato l’addetto che doveva afferrare la corda, arrampicarsi e
precipitare.”. I ragazzi passarono weekend insonni a giocare a Dungeons &
Dragons in soffitta, scendendo solo per razziare il frigorifero.” “In D. & D. non c’è altro che la tua immaginazione.” Disse
Lana:”Il gioco richiede a tutti i concorrenti di provare ad immaginare lo
stesso spazio, la stessa immagine, cosa che copre gran parte del processo di realizzazione
di un film.” I fratelli Wachowski ed alcuni amici scrissero anche, di proprio
pugno, un gioco di trecento pagine, chiamato High Adventure (traduzione
letterale Avventura Intensa, ndt):”Spesso ci innervosivamo per la
differenziazione di genere, indipendentemente dal fatto che si parlasse di
giochi o di romanzi.” Dichiarò Lana:”Nella nostra semplice ed ingenua
innocenza, avevamo l’ardire di immaginare un mondo utopistico, dove tutti i
generi potevano mescolarsi.”.
Durante la scuola superiore, Larry ed Andy avviarono una ditta di
imbianchini per guadagnare soldi per il college. (La loro unica esperienza
precedente in questo campo era stata un pantheon di supereroi che dipinsero
sulla porta del garage di una loro zia). Larry contrasse un mutuo ed andò a
Bard, ma si ritirò dopo un paio di anni:”Pensavo che gli insegnanti dovessero
essere più intelligenti di me, così da giustificare il mutuo.” Mi disse
Lana:”Ma alcuni di loro non avevano letto la metà dei libri che avevo letto
io.” Si trasferì a Portland, in Oregon, a scrivere, lavorando, tra le altre
cose, sull’adattamento de La Storia Fantastica di William Goldman (titolo
originale The Princess Bride, ndt). Dopo aver terminato la sceneggiatura,
chiamò a freddo Goldman per chiedere i diritti e Goldman gli chiuse il telefono
in faccia. Dopo che Andy abbandonò l’Emerson College durante il secondo anno, i
fratelli si riunirono a Chicago, dove avviarono una ditta edile, imparando la
gran parte delle tecniche del settore. Una volta costruirono la tromba di un
ascensore senza alcun progetto o precedenti esperienze, infondendo una fiducia
indiscutibile alle persone che li avevano ingaggiati; di certo non un talento
inutile nel business cinematografico.
Per tutto il tempo, i Wachowski continuarono a scrivere: nei primi anni ’90,
Larry andò a New York a bussare alle porte degli editori di fumetti. Tentò di
far assumere lui ed Andy dalla Marvel Comics, per scrivere la serie di Ectokid, disegnato da Steve Skroce. I fratelli lavorarono anche per conto
loro alle sceneggiature. Carnivore, la loro prima sceneggiatura completa, in
cui una mensa per i poveri nutre i senzatetto facendo a pezzi i ricchi e
cucinandoli in uno stufato che crea dipendenza, fu inviato a dieci indirizzi,
selezionati da un’agenda di un agente. Due agenti offrirono un ingaggio ai
fratelli. Alla fine, accettarono di lavorare con Lawrence Mattis, che ora è il
loro manager. In questi giorni, il solo menzionare “Carnivore”, mai diventato
un film, fa ridere i Wachowski, ma Mattis lo ricorda come “una garanzia per i
loro scritti che fece davvero il botto.”.
Il produttore di film-blockbuster Dino De Laurentiis fece valere il suo
diritto di opzione su Assassins, la prossima sceneggiatura dei Wachowski,
mentre loro stavano restaurando la casa dei loro genitori. De Laurentiis li
intrattenne con lo champagne e con storie indecenti su attrici bellissime, ed
in seguito vendette la sceneggiatura alla Warner Bros, ottenendo un pagamento
cinque volte più alto di quello che aveva sborsato lui. Secondo Lana, le
sostanziali revisioni fatte da uno scrittore ingaggiato successivamente, rimossero
“tutto il significato sotteso, le metafore visive... L’idea che all’interno del
nostro mondo vi siano universi morali tascabili che operano differentemente.”
Quando il film venne terminato, nel 1995 (diretto da Richard Donner, famoso per Arma Letale, ed interpretato da Sylvester Stallone, Antonio Banderas e
Julianne Moore), i Wachowski cercarono di far rimuovere i loro nomi dai titoli
di coda, ma non ci riuscirono. Tuttavia, la sceneggiatura fece ottenere loro un
contratto con la Warner Bros. Per questo motivo terminarono i lavori a casa dei
loro genitori, abbandonarono il campo dell’edilizia e divennero registi a tempo
pieno.
A partire dal 1994, i Wachowski avevano completato la prima
sceneggiatura per la trilogia di Matrix. Ebbero quest’idea mentre stavano
lavorando sul progetto di un fumetto. Lana ricordò che stavano pensando:”A mondi reali, a mondi all’interno di altri mondi e al problema della realtà virtuale nei film, ed infine ci balzò in mente
quest’idea: e se il mondo fosse un mondo virtuale?” La trilogia è ambientata in
un futuro distopico, dove le macchine sfruttano l’energia degli umani, tenendo
la gente in uno stato comatoso perpetuo all’interno di capsule e placando le
loro menti tramite una realtà simulata continua chiamata Matrix. Un piccolo
gruppo di umani liberati, Neo, Morpheus e Trinity, contrattaccano, attraverso
degli scontri con il virtuale Agente Smith, e la desolata oscurità del mondo
controllato dalle macchine viene contrastata dalla debole luce della
solidarietà umana:”Quando lessi per la prima volta Matrix,” mi
disse Mattis:”Li chiamai tutto eccitato perché avevano scritto una
sceneggiatura di Descartes.” (René Descartes, vero nome del filosofo Cartesio,
ndt)
Secondo Mattis, i Wachowski erano “la fragranza bollente del mese”
quando inviò la sceneggiatura di Matrix, nel 1994:”Ma poi tutti la lessero e
nessuno la approvò, perché nessuno la capì.” Disse:”Ad oggi, penso che la
Warner Bros. la rilevò un po’ per la relazione che aveva con loro e un po’
perché pensava che ci fosse qualcosa lì dentro.” I fratelli ci avevano messo
due anni a scrivere la sceneggiatura, ed insistettero nel voler dirigere il
film. Come dimostrazione, accettarono prima un piccolo progetto: Bound: Torbido
Inganno (titolo originale Bound, ndt), con Gina Gershon, Jennifer Tilly e
Joe Pantoliano, un thriller saffico con un lieto fine. Bound convinse la
Warner Bros. I Wachowski girarono Matrix in centodiciotto giorni circa. Per
realizzare il film, i fratelli e il loro staff degli effetti visivi
svilupparono un gran numero di nuove tecniche, tra cui il più famoso bullet
time, che permise loro di creare l’effetto del proiettile che procede nello
spazio al rallentatore, usando la cinematografia virtuale per manipolare una
serie di colpi immobili presi lungo la traiettoria del proiettile.
Matrix, che uscì il 31 marzo 1999, incassò all’incirca trenta milioni
di dollari nel suo primo weekend. Infine ottenne circa mezzo miliardo di
dollari a livello mondiale e quattro premi Oscar. Gli spettatori reagirono così
al suo fantastico stile ultramoderno, tifando per i suoi eroi, il cui unico
potere affidabile era la loro antiquata umanità:”I Wachowski hanno una
sensibilità mitica,” Mi disse David Mitchell:”indossando storie antiche in abiti
moderni, con una nuova lingua ed una nuova forma.” I fondamenti filosofici del
film gli fecero ottenere un seguito da vero e proprio film di culto, senza
contare poi gli innumerevoli studi accademici, con titoli come Il
Neo-Materialismo e la Morte del Soggetto (titolo originale Neo-Materialism
and the Death of the Subject, ndt) e Destino, Libertà e Premonizione (titolo
originale Fate, Freedom and Foreknowledge, ndt). Il filosofo sloveno Slavoj
Zizek ha scritto riguardo la trilogia di “Matrix”, ed ha titolato il suo libro
in risposta all’11 settembre, Welcome to the Desert of the Real, una citazione
dal film (Benvenuto nella tua Desertica nuova Realtà in italiano, ndt) che è,
a sua volta, un’allusione ad una frase di Simulacra and Simulation di Jean
Braudrillard.
I due ex lavoratori edili di Chicago divennero improvvisamente star
dell’industria cinematografica mondiale. Nel contratto che firmarono con la
Warner Bros., tuttavia, i Wachowski inclusero una clausola anti-conferenza
stampa. Evitando i riflettori minuziosi dell’industria editrice, non hanno mai
rilasciato interviste né fatto pubblicità; sono rimasti leali a Chicago, vicini
alla loro famiglia:”Il mio desiderio dell’anonimato ha origine per due
ragioni.” Mi disse Andy in un’e-mail:”L’avversione alla celebrità (Mi piace
girare in un negozio di fumetti e nessuno mi riconosce) e il fatto che c’è
qualcosa di amabilmente egualitario nell’anonimato. Sai, l’uguaglianza e
cazzate varie.”
Con la mania di Matrix in pieno svolgimento, i Wachowski si
trasferirono in Australia per girare la seconda e la terza parte della
trilogia. Matrix: Reloaded e Matrix: Revolutions, usciti rispettivamente a
maggio e novembre del 2003, incassarono più di un miliardo di dollari a livello
mondiale, ma il processo produttivo fu notoriamente difficile; solo per le
riprese ci vollero all’incirca trecento giorni. Oltre ai soliti stress dovuti
alla realizzazione di un film (costruire un mondo dal nulla, dirigere centinaia
di persone, avere a che fare con l’ego degli attori), la troupe ha dovuto far
fronte a delle tragedie: due attori morirono prima di girare le loro scene; in
seguito, un macchinista si suicidò. Su insistenza del suo capo, la fidanzata
del macchinista andò a Bali con un amico per riprendersi, solo per assistere
alla morte del suo amico nell’attacco terroristico del 2002, quando le bombe
dei militanti islamici uccisero più di duecento persone.
Contemporaneamente Larry, che si era separato dalla moglie, stava avendo
a che fare con la depressione ed era alle prese con la sua situazione sessuale.
Durante la produzione, disse ad Andy che la ragione per cui andava a nuotare
nella baia ogni mattina, anziché in piscina, era perché sperava in parte di
essere falciato da una barca e in parte di essere attaccato da uno squalo:”Per
anni non potevo nemmeno pronunciare le parole transgender o transessuale,” mi disse Lana:”quando cominciai ad essere
consapevole della mia sessualità, sapevo che avrei dovuto infine dirlo ai miei
genitori, a mio fratello e alle mie sorelle. Questa cosa m’infuse un terrore
così grande che non riuscii a dormire per giorni. Sviluppai un piano che creai
col mio terapista. Ci sarebbero voluti tre anni. Forse cinque. Ma un paio di
settimane dopo la messa in atto del piano, mi chiamò mia madre.”.
Infatti, sentendo che c’era qualcosa che non andava, Lynne Wachowski
andò in Australia il giorno seguente. La mattina dopo il suo arrivo, Larry le
disse:”Sono un transessuale, sono una ragazza.” Lynne non capiva cosa gli
volesse dire:”Ero lì quando sei nato.” Disse lei:”C’è una parte femminile in
me.” Insistette Larry:”Ci sto ancora lavorando.” Lynne era distrutta in aereo,
preoccupata di perdere suo figlio:”E invece, ho solo scoperto che c’è qualcosa
in più dentro di te.” Le disse. Ron, che si recò subito lì, offrì il suo
appoggio incondizionato, come fecero le sorelle di Larry ed Andy, che per un
po’ ebbero dei sospetti.
Un paio di giorni dopo, la famiglia Wachowski andò a cena fuori a
Sydney. Larry venne ribattezzato Lana e si vestì da donna. Un cameriere si
riferì a Lana e Lynne chiamandole “signore”. Il giorno seguente, Lana si
presentò a lavoro con la sua nuova identità, come se non fosse successo niente.
Ma la notizia si diffuse velocemente, e la blogosfera fu animata dai
pettegolezzi. Tra le altre cose, l’elusività dei Wachowski venne, a quel tempo,
interpretata come un tentativo di nascondere la vera identità sessuale di Lana.
Quando Lynne e Ron ritornarono a Chicago, i reporter si erano accampati davanti
la loro casa e quelli più sfacciati suonavano il campanello di tanto in tanto .
Alla fine, la stampa batté in ritirata. Lana portò a termine il suo
divorzio e si incontrò, innamorandosi, della donna che divenne la sua seconda
moglie, nel 2009:”Decisi di cambiare il mio aspetto esteriore per renderlo più
vicino e in linea con la mia interiorità.” Mi disse:”Le mie paure più grandi
erano tutte legate alla possibilità di perdere la mia famiglia. Non appena mi
hanno accettato però, tutto il resto è diventato come un pezzo di torta. So che
molte persone muoiono per sapere se ho una vagina costruita chirurgicamente
oppure no, ma preferisco tenere quest’informazione riservata, lo sappiamo solo
io e mia moglie.”.
“Ho incontrato per la prima volta i Wachowski nel dicembre 2009, mentre
si trovavano nel bel mezzo della loro battaglia per trovare i finanziamenti per Cloud Atlas.” A disagio a causa dell’ozio dovuto all’attesa,
stavano anche sviluppando Cobalt Neural 9, un progetto dovuto alla loro
frustrazione nei confronti del governo Bush e delle guerre in Iraq e in
Afghanistan. Incuriositi da come il primo ‘900 potesse essere visto in futuro,
i Wachowski immaginarono un film-documentario ambientato ottant’anni nel
futuro, ripensando al crollo del paese in un’auto-illusione imperiale. Al fine
di scrivere una sceneggiatura per Cobalt Neural 9, i Wachowski stavano
girando delle interviste con varie persone, da Arianna Huffington a Cornel West
che, pensavano, potevano aiutarli a chiarire le loro preoccupazioni. Fui
invitato a partecipare e mi fecero vestire come se stessi parlando nel 2090. Vestito
come un Isaac Hayes bosniaco (con luci scintillanti attaccate al mio teschio,
una maglietta psichedelica ed un ciondolo New Age), feci una sfuriata riguardo
l’idiozia maligna del regime di Bush. Lana era seduta vicino la cinepresa,
ponendo gran parte delle domande, mentre Andy si trovava da qualche parte al di
là delle luci, con la sua voce che, occasionalmente, tuonava dal vuoto.
Normalmente avverto una perdita di fiducia stando in contatto con gente
famosa, un’inevitabile convinzione che loro sappiano più di quanto sappia io,
perché il mondo è in qualche modo più disponibile nei loro confronti. Ma sono
andato splendidamente d’accordo coi Wachowski. Apparentemente non influenzati
da Hollywood, non hanno mostrato segni di noia, sintomo comune della notorietà.
Lana è stata una delle persone più colte che io abbia mai conosciuto; Andy aveva
un sarcastico sense of humor; erano entrambi fan devoti dei Bulls.
Condividevamo anche un credo militante nell’arte della narrazione ed un amore
appassionato per Chicago.
Alla fine chiesi loro di darmi la possibilità di scrivere qualcosa
riguardo la realizzazione di Cloud Atlas. Discussero a questo proposito e me
la concessero. Da quel momento, inviarono la sceneggiatura a tutti gli studios
più importanti, dopo che la Warner Bros. rifiutò di esercitare il suo diritto
di opzione. Nessuno l’approvò, poiché Cloud Atlas sembrava troppo impegnativo
e complesso. I Wachowski ricordarono alla Warner Bros. che anche Matrix era
giudicato come troppo impegnativo, e che ci vollero all’incirca tre anni per
ottenere il via libera e girarlo. Ma il meglio che lo studio poté fare per Cloud Atlas fu quello di tenere aperta la possibilità di comprare i diritti
di distribuzione nordamericani, con un pagamento che avrebbe coperto una
porzione del budget stimato.
Da dopo l’esperienza in Costa Rica, i Wachowski e Tykwer avevano visto
la drammatica traiettoria della sceneggiatura come un’evoluzione a partire
dalla cupidigia del sinistro Dottor Goose, per arrivare poi all’indispensabile civiltà
di Zachry, con entrambi i personaggi che incarnano qualcosa dell’Uomo
Qualunque. Tom Hanks, concordarono, “era l’ultimo Uomo Qualunque della nostra
epoca”, “Il nostro Jimmy Stewart” (nome di numerosi personaggi famosi della
storia americana, da qui la correlazione con l’Uomo Qualunque, ndt), come lo
chiamò Lana. Inviarono la loro sceneggiatura ad Hanks, e lui accettò di
incontrarli. Lungo il tragitto verso il suo ufficio a Santa Monica, i fratelli
ricevettero una chiamata dal loro agente, che disse loro che la Warner Bros.
aveva deciso di astenersi dallo stipulare un accordo di distribuzione. Cloud
Atlas era stato sottoposto ad un processo di calcolo economico basato su dei
modelli e gli incassi stimati erano troppo bassi. Secondo i Wachowski, il
modello usato da loro è stato il film di Darren Aronofsky, The Fountain:
L’Albero Della Vita (2006) (titolo originale The Fountain, ndt), perché era
composto da tre storie differenti collocate in epoche diverse; The Fountain,
che ebbe un’accoglienza variegata dalla critica, aveva perso all’incirca trenta
milioni di dollari.
“Il problema del mercato della realizzazione dell’arte motivata è che i
film che ottengono il via libera si basano su film del passato.” Mi disse
Lana:”E dunque, così come la natura aborrisce il vuoto, alla stessa maniera il
sistema aborrisce l’originalità, e l’originalità non può essere modellata a
livello economico. Il modello per Matrix è stato,” come
ricordano i Wachowski:”il film del 1995 Johnny Mnemonic, un
flop con protagonista sempre Keanu Reeves.”.
Nel parcheggio fuori l’ufficio di Hanks, i Wachowski e Tykwer si
scrollarono via di dosso le cattive notizie prima di entrare. Hanks aveva letto
la sceneggiatura, ma non il libro:”La sceneggiatura non era accessibile.” Mi
disse:”Le pretese che richiedeva al pubblico e a tutti gli altri e il rischio
economico andavano oltre i limiti del possibile.” Ma era interessato a lavorare
coi registi ed intrigato dalla sfida di interpretare sei ruoli differenti in un
solo film. Hanks era nel bel mezzo della lettura di Moby Dick e, quando i
registi si accomodarono, attaccò discorso con loro discutendo del capolavoro di
Melville. Lana indicò il poster di 2001: Odissea Nello Spazio, che era appeso
per puro caso al muro dell’ufficio di Hanks, e disse:”Moby Dick e questo, ecco ciò che vogliamo fare.” “Sono dentro.” Disse Hanks:”Quando
iniziamo?” Ripensando all’incontro, Hanks mi disse che era rimasto
particolarmente sorpreso dal fatto che i Wachowski “non si vergognassero
affatto nel dire:<<Creiamo arte!>>”.
Con Hanks a bordo, i registi tornarono alla Warner Bros. per patrocinare
la loro causa. Insistettero sul fatto che un progetto narrativamente complesso
come Cloud Atlas non aveva precedenti né tantomeno un modello su cui basarsi.
Presentarono la storia omnicomprensiva come una favola di redenzione, della
continuità dell’essenziale bontà umana, per mezzo del quale atti individuali di
gentilezza hanno imprevedibili ripercussioni. Avevano spaccato la storia in una
semplice progressione:”Tom Hanks parte come una persona malvagia,” avevano
affermato:”ma evolve attraverso i secoli, divenendo una persona buona.”. La
Warner Bros. si fece convincere, e lo studio fu d’accordo per la distribuzione,
ma con un’offerta minore rispetto a quella che i fratelli avevano sperato di
ottenere.
Il budget stimato per il film si aggirava intorno ai centoventi milioni
di dollari. L’unico altro denaro assicurato era stato fornito dal Fondo
Generale Cinematografico Tedesco. I registi avevano cercato di ottenere degli
investimenti da altre fonti europee, ma erano nuovamente sopraggiunti dei
capovolgimenti quasi catastrofici:”Avevamo capito che non saremmo stati in
grado di incrementare la quantità di denaro necessaria tramite i mezzi
canonici, vendendo i diritti di distribuzione nei vari territori.” Mi disse
Grant Hill, che aveva lavorato come produttore con i Wachowski a partire dai
due sequel di Matrix:”Per questo motivo abbiamo iniziato a discutere coi
distributori dell’equità nel progetto.” Alla fine, la produzione aveva
arruolato un numero di investitori, inclusi quattro in Asia, i cui contributi
raggiungevano la cifra totale di trentacinque milioni di dollari. Ma questa
struttura di finanziamenti era per sua natura instabile. Con così tanti
investitori separati, fornendo ciascuno di essi delle cifre relativamente
piccole, l’intero progetto avrebbe potuto vacillare se uno di essi si fosse
tirato indietro. Con una frequenza preoccupante, i registi dovevano pensare
all’idea di arrendersi.”:”E’ difficile ricordarsi quante volte questo film sia
morto e risorto.” Affermò Lana. Ogni volta rileggevano la sceneggiatura per
vedere se valeva la pena continuare e ne uscivano più determinati, anche se
dovettero revisionarlo per adattarlo al budget diminuito. Ma quello su cui non
si sarebbero arresi, la portata e la complessità del progetto, era esattamente
quello che preoccupava gli investitori:”Non mi sono mai fissato con qualcosa
nella mia vita come con questo progetto.” Dichiarò Tykwer:”In effetti è quella
cosa che ho aspettato sin da quando volevo diventare un regista.”.
Quando un’investitrice europea aveva dichiarato di voler contribuire al
progetto per poi annunciare il suo ritiro tramite sms, i registi erano
disperati. Ma in seguito, nell’inverno del 2010, i Wachowski inviarono la
sceneggiatura a James Schamus, il direttore di Focus Features, lo studio
cinematografico, divisione della Universal Pictures. Schamus li chiamò il
giorno seguente e si offrì di gestire gli incassi internazionali del film.
Leggendo la sceneggiatura, disse loro che avrebbe fatto ritornare alla mente
dei telespettatori un’atmosfera simile a quella quando si vede 2001 per la
prima volta. Schamus insegna teoria e storia cinematografica alla Columbia
University. Mi disse che lì nel suo ufficio, il suo livello di eccitazione non era
affatto compatibile con quello del papillon che indossava:”La vera genialità
della sceneggiatura è che è esageratamente narrativa. Hanno cercato perlopiù di
mantenere una situazione ricca di suspense in ogni piccolo blocco della
narrazione. Hanno cercato di farti provare il genere di movimento propulsivo
che ti fa venire voglia di ritornare a vederlo.”
Schamus ha escogitato un piano per pre-vendere il film durante l’edizione
2011 del Festival Internazionale di Cannes, a maggio. Lui e i registi hanno
mostrato il film direttamente ad un pubblico di distributori:”Salimmo sul palco
dell’Olympia Theatre di Cannes e spendemmo quarantacinque minuti discutendo in
una delle più ridicole conversazioni da appassionati cinefili a cui si possa
assistere.” Affermò Schamus:”Alla fine ero stordito.” Le trecento persone
dell’industria cinematografica lì presenti sembrarono divertirsi anche loro, e
poco dopo alcuni di loro si avvicinarono a Schamus per condividere il loro
entusiasmo. Ma i numeri furono deludenti, raggiungendo a malapena i quindici
milioni. La voce della mediocre prevendita si diffuse e spaventò un paio di
investitori, abbastanza da spingerli ad abbandonare la produzione. Quando venne
fuori la notizia delle partenze improvvise, si tirarono indietro altri
investitori:”Il fatto che la gente pensi che il mondo del cinema funzioni come
un mercato azionario è iper-frustrante.” Disse Andy:”Scommetti sul film che ti
piace perché hai gusto. Non è come comprare il petrolio della Shell. Entri a
far parte del commercio cinematografico perché ami i film, non perché ami il
denaro.” Il budget stimato dovette quindi essere ridotto a circa cento milioni
di dollari che, con tutti gli eventuali costi di finanziamento e le tasse, fecero
calare il budget per le riprese ad ottanta milioni di dollari. Ciò però
comunque ha reso Cloud Atlas uno dei più costosi film finanziati indipendenti
di sempre. I Wachowski, oltre a differire le loro tasse dirette, hanno investito
parte del loro stesso capitale nel progetto, scommettendo il loro sostentamento
sul suo successo:”Nessun lavoro artistico può mai davvero attestare il suo
grado di impossibilità.” Disse Lana. Uno dei film preferiti dei Wachowski è Tempo di divertimento (titolo originale Playtime, 1967, ndt) di Jacques
Tati, per il quale Tati costruì un set raffigurante una parte di una piccola
cittadina dei sobborghi di Parigi. Il progetto lo rovinò a livello finanziario
e mise praticamente la parola fine alla sua carriera artistica. Tuttavia, i
Wachowski non sono mai apparsi minimamente intimiditi dai rischi di Cloud
Atlas:”Quando subisci una raffica di calamità, la calamità comincia a perdere
il suo peso emotivo.” Affermò Andy, con un’alzata di spalle.
A partire da giugno 2011, il cast comprendeva, oltre ad Hanks, Halle
Berry, Susan Sarandon, Jim Broadbent, Hugh Grant, Hugo Weaving e la star
coreana Doona Bae. I Wachowski si trasferirono a Berlino per unirsi a Tykwer,
con i finanziamenti ancora soggetti a frequenti mutamenti. Lana ed Andy
diressero la trama del XIX° secolo e le due del futuro, mentre Tykwer diresse
le trame ambientate negli anni ’30, ’70 e nel presente. Il piano era di
lavorare con due troupe differenti ma, allo stesso tempo, di collaborare
strettamente.
In prossimità del Giorno del Ringraziamento, visitai il set di
Babelsberg e presi posto dietro i Wachowski, mentre giravano una scena della
trama successiva alla Caduta, in cui Zachry, impersonato da Tom Hanks, conduce
Meronima (nome originale Meronym, interpretata da Halle Berry, ndt), una degli
ultimi membri di una tribù nota come i Preveggenti, popolo che ha ancora in
parte accesso alla tecnologia precedente alla Caduta, ad un centro abbandonato
di comunicazione via satellite, dove lei spera di inviare una richiesta di
aiuto per salvare la sua gente. Vecchio Georgie (nome originale Old Georgie,
interpretato da Hugo Weaving, ndt) un diavolo stralunato di cui Zachry non
riesce a liberarsi, cerca insistentemente di ucciderla. (Oltre a Zachry e al
malevolo Dottor Goose, Hanks impersona anche un ladro albergatore negli anni
’30, uno scienziato nucleare negli anni ’70, un teppista autobiografo nel
presente ed un attore che interpreta Timothy Cavendish in un film del XXII°
secolo.).
Quel giorno la Berry stava male a causa di un raffreddore, in aggiunta
al piede indolenzito, e quindi i Wachowski lavorarono sui primi piani di Hanks
e Weaving, sperando che lei nel frattempo si sentisse meglio, abbastanza da
poter girare nel pomeriggio. Non c’era ansia sul set, all’apparenza. I
Wachowski erano disinvolti e rilassati. Venne aggiunta una seconda cinepresa, e
discussero riguardo la sua montatura col direttore della fotografia, John Toll,
vincitore del premio Oscar nel 1995 per Vento Di Passioni (titolo originale Legends Of The Fall, ndt). Hanks era seduto sulla sua sedia, intrattenendo un
membro della troupe:”Lavoro gratis e vengo pagato per aspettare.” Affermò in
maniera arguta, citando Orson Welles. I Wachowski decisero di utilizzare le
lenti da 50 e 100 mm., per filmare alcuni primi piani estremi e poche
“angolature alla Batman” (tecnica di ripresa in primo piano, utilizzata per
mettere più a fuoco le emozioni e le tensioni del personaggio in questione;
chiamata così perché venne largamente usata nella serie tv Batman del 1966,
ndt). Lana salì su una scala per puntare il mirino al di sopra della
controfigura di Hanks. Scherzò con un assistente operatore, mentre Andy, con indosso
una maglia dei Motörhead, attaccava a dare ogni suggerimento ad un membro della
troupe con le parole:”Potrebbe andare davvero bene...” Quando ho chiesto come
mai era sempre Lana a guardare attraverso il mirino, mentre Andy copriva le
linee visuali e tutta l’architettura del set inclusa nelle riprese, rimasero
sbalorditi per la domanda. Mitchell, parlando di loro, li chiama “operazione
aquilone”:”Andy è ancorato a terra a maneggiare il filo, mentre Lana è lassù, a
fare i giri della morte.”
Ron Wachowski ricorda quando andò a vedere i suoi figli mentre giravano
una scena sul set del film Bound. Senza aver discusso di nulla tra loro,
Larry ed Andy si alzarono dalle loro sedie per parlare separatamente con gli
attori ed in seguito si risedettero senza dire una sola parola. L’uno sapeva
già ciò che l’altro aveva detto:”Hanno la stessa immagine stampata in mente
senza parlare.” Mi disse:”Vidi due corpi ed un solo cervello.” La frase “due
corpi ed un solo cervello” viene spesso spiegata dalle persone che hanno
lavorato coi Wachowski. Secondo James McTeague, che fu il loro aiuto regista
per i film di Matrix:”C’è un po’ di mistificazione in tutto questo. L’unione
della mente emerge tramite la cinematografia.” I fratelli sviluppano insieme le
loro idee, giungendo ad una visione comune dopo un lungo processo di
negoziazione creativa, in modo che, quando si trovano poi sul set, ogni
possibile divergenza è stata appianata. Semmai, la loro relazione è migliorata
da quando Larry è diventato Lana:”E’ molto più facile lavorare con lei che con
Larry.” Mi disse Andy:”Comprensibilmente, Larry aveva dei problemi, ma si
poteva sfogare con la gente, ovvero con me. Lana invece ha una mente molto più
aperta.” “E’ il miglior matrimonio che io abbia mai visto.” Ecco come la vede
Ron Wachowski.
Se i Wachowski hanno contratto una sottospecie di matrimonio, allora il
loro cast e la troupe sono la loro famiglia. (Verso la fine delle riprese,
Hanks arrivò addirittura a chiamarli mamma e papà.) Steve Skroce, che ha creato
bozzetti per loro sin dagli inizi della trilogia di Matrix, mi disse:”Dopo il
successo del primo Matrix, riuscirono ad accumulare punti al
box office, coi videogame, ecc. Organizzarono una cena in questo grande
ristorante italiano di Santa Monica dove vennero invitati tutti i loro
collaboratori chiave. Per ogni posto a sedere c’era una busta dorata con un
assegno al suo interno. Non so dirti chi ottenne cosa, ma so per certo che ciò
che ricevetti andava ben oltre la somma che io avrei mai potuto immaginare o
sperare di ottenere.”
Sul palco 9 di Babelsberg, su uno dei due monitor, Weaving, nei panni
del diavolo Vecchio Georgie, stava ora sibilando:”Bugie... Nient’altro che
bugie,” mentre il labbro inferiore di Hanks tremava. Nella sceneggiatura, molte
cose dipendono dalla scelta di Zachry di obbedire o no all’ordine di Vecchio
Georgie di uccidere Meronima, quindi Hanks ha attraversato una serie di
riprese, esplorando il suo coinvolgimento morale. Quando Vecchio Georgie
consiglia a Zachry di “tagliarle la gola”, Weaving ha gustato la succosità dei
sibili, e i registi hanno riso con gioia. Il set era rudimentale: la sala di
controllo del centro di comunicazione via satellite sarebbe stato completato
con delle immagini generate al computer, immaginate dai Wachowski fin nei più
piccoli dettagli. Nella scena nella sala di controllo, ad esempio, fa la sua
apparizione un orison (traduzione letterale orazione/preghiera, ndt), una
specie di telefono super-intelligente a forma d’uovo capace di riprodurre
proiezioni in 3D, che Mitchell ha inventato per i capitoli avveniristici.
Tuttavia i Wachowski hanno dovuto evitare di riprodurre la scomoda realtà in
cui i personaggi scorrazzano con oggetti a forma d’uovo in tasca; il fatto che
questo avrebbe potuto rappresentare un problema non aveva mai attraversato la
mente di Mitchell:”Il dettaglio nel romanzo è come un albero morto. Un
dettaglio eccessivo è tuo nemico.” Mi disse Mitchell, stringendo il nemico
immaginario tra pollice ed indice:”Nel film, se vuoi mostrare qualcosa, va
prima di tutto disegnato.” La soluzione dei Wachowski è stata la seguente:
l’orison è piatto come un portafoglio ed acquisisce una terza dimensione solo
quando viene girato. Mitchell, che è sempre stato tenuto al corrente durante il
processo produttivo (tra l’altro appare anche in un cameo nel film), è rimasto
infantilmente eccitato per via della “toccante precisione” dei registi:”Mi sono
sentito come Augustus Gloop nella fabbrica di Willy Wonka.” Mi disse:”Ho
assistito ad una lunga sequela di decisioni che io non ho mai dovuto prendere
mentre scrivevo il libro. So che, intellettualmente, è un rimpiazzo, ma non lo
sento affatto come una sconfitta.”
In quel momento Weaving aveva abbassato il tono di voce per raggiungere le estreme gamme sonore del sussurro, con la sua lingua minacciosamente vicina all’orecchio di Hanks:”Per quanto a lungo tu possa continuare, resta proprio qui e permetti ad uno straniero di gettare nel tanfo le tue convinzioni, su e giù, dentro e fuori!” I Wachowski si scambiarono occhiate e cenni del capo, mentre il volto di Hanks era serrato in uno sguardo risoluto, nel momento in cui usciva dall’obiettivo.
Alla fine, Ralph Riach si riprese dalla malattia e fu in grado di
terminare le sue scene. La produzione sforò di un paio di giorni, e le riprese
di Cloud Atlas vennero terminate a dicembre. A marzo i Wachowski e Tykwer
tornarono a Los Angeles per mostrare una selezione lunga centosettanta minuti
del film ai dirigenti della Warner Bros. a Burbank. Un piccolo gruppo prese
parte alla proiezione mattutina, incluso Jeff Robinov, ex agente dei Wachowski
ed attuale presidente della Warner Bros. Pictures Group. I registi erano
nervosi, non solo perché molto dipendeva dalla reazione dei grandi capi dello
studio, ma anche perché i dirigenti di Hollywood non erano il loro pubblico
ideale. Se quello a cui miri è un’originalità ribelle, gli uomini in giacca e
cravatta dovrebbero avere difficoltà ad amare e capire il tuo lavoro. I
registi introdussero il film e poi lasciarono la sala di proiezione. Quando il
film fu terminato, i dirigenti li scovarono in un ufficio accanto e scoppiarono
in uno spontaneo scroscio di applausi:”Finora non era mai successo.” Affermò in
seguito Lana, scuotendo incredula la testa:”Magari” aggiunse:”l’applauso si
potrebbe trasformare in un’entusiastica campagna di marketing, iniziando
dall’inserimento del trailer di Cloud Atlas prima de Il
Cavaliere Oscuro: Il Ritorno, l’uscita più importante della Warner per
l’estate 2012.” (Ma in realtà, non se n’è fatto nulla.)
I Wachowski mi avevano detto che uno dei momenti più orgasmici nella
produzione cinematografica è mostrare un film ai loro amici e alla loro
famiglia. Ho assistito a quella proiezione, sempre lo stesso giorno. Mi sono
reso conto che Cloud Atlas sarebbe il film perfetto per un orgia cinematografica
per la famiglia Wachowski. Mi è sembrato pronto ad accompagnare il pubblico in
un’era di cinematografia basata sull’avventura fantasiosa, ben oltre lo stupido
nichilismo di Transfomers o Resident Evil. Il film ha cautamente guidato lo
spettatore attraverso le sue sei trame con appena una scarsa familiarità,
abbastanza intrigante, mentre è riuscito, quasi miracolosamente, a creare un
senso di connessione tra la miriade di personaggi, conservando l’idea di
Mitchell di universalità di amore, dolore, perdita e desiderio. Doona Bae, che
interpreta (tra gli altri) Sonmi~451, la clone (termine inglese fabricant,
ndt) che si evolve raggiungendo la totale umanità nel 2144, è stata una
rivelazione. L’audacia formale dei Wachowski, bilanciata con una commovente redenzione,
è stata l’abbinamento perfetto con la regia precisa e la splendida musica di
Tykwer. (Lui e i suoi partner musicali hanno composto la colonna sonora di Cloud Atlas già prima che iniziassero le riprese). Oltre agli applausi per
questa proiezione, ci sono state lacrime ed abbracci trionfanti. I Wachowski e
Tykwer erano visibilmente commossi. Il loro shuttle aveva raggiunto il suo
porto cosmico. (Il film verrà proiettato in anteprima al Toronto Film Festival
a settembre, mentre uscirà in America il 26 ottobre.)
Lo scorso autunno, la produzione di Cloud Atlas ha passato sei
settimane nella location di Maiorca. I Wachowski hanno girato le scene a bordo
della Profetessa, la goletta su cui è ambientata gran parte della trama del
XIX° secolo. Le riprese avevano incontrato delle difficoltà: il tempo non
collaborava, la nave era difficile da manovrare, girare nei suoi spazi angusti
era difficile, ma nonostante tutto Lana ebbe, come disse
lei:”un’autoconsapevolezza di memorie crescenti... Un senso di testimonianza”,
qualcosa di straordinario. Prima più che mai, era convinta che l’esperienza di
girare Cloud Atlas sarebbe stata speciale.
Un giorno, i fratelli avevano programmato delle riprese da un elicottero
di una montagna lì vicino. Andy e Lana speravano di scendere in picchiata
dall’alto con una macchina aerofotografica ma, mentre l’elicottero stava
salendo, un ammasso di nuvole si spostò verso di loro e i Wachowski, insieme
alla troupe per le riprese, si ritrovarono perduti in mezzo al biancore. Mentre
aspettavano che le nuvole dense si diradassero, l’elicottero salì al di sopra
di esse:”Il sole era di colore giallo butterscotch” (una
caramella a base di zucchero e burro, ndt) ricordò Lana:”Ed ovunque c’era, sai,
un atlante di nuvole.” Lei ed Andy osservarono il panorama celestiale finché
non si aprì un buco nel banco di nuvole e l’elicottero fu in grado di
inabissarsi attraverso di esso per andare in basso a scoprire il panorama
lussureggiante del loro mondo immaginario.
Attendiamo con ansia Cloud Atlas ed anche il loro futuro film, in uscita nel 2014, Jupiter Ascending.
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