Ogni tanto mi piglia la malinconia delle belle serie TV di qualche anno fa, così in questi giorni sto rivedendo Stiamo bene insieme: andata in onda su Rai 2 nel 2002, è la storia di sei studenti che condividono casa a Roma, tra speranze per il futuro e problemi nel presente. Ad interpretare uno dei protagonisti c'è un attore che all'inizio io pensavo fosse realmente calabrese, come il suo personaggio. E invece no, perché Gabriele Mainetti è romano de Roma, e quello che io avevo scambiato per il suo accento natio, altro non è che bravura.
Gabriele è laureato in Storia e critica del cinema, ha studiato recitazione a Roma con Francesca de Sapio, ha frequentato corsi di regia e direzione della fotografia a New York, e tanto altro ancora...insomma, mica cotica! Eppure vederlo in TV è difficile. Ma lui, pieno di entusiasmo e interessi, si butta a capofitto in tanti progetti. Ha diretto molti cortometraggi, tra cui Basette con Valerio Mastrandrea, Luisa Ranieri e Marco Giallini, e l'ultimo, Tiger Boy nel 2012. Entrambe i corti hanno ricevuto premi importanti: Basette, liberamente ispirato al manga e anime Lupin III, ha vinto il premio come Miglior corto al Sardinia Film Festival e al Festival del Corto di LA7; Tiger Boy che già dal nome fa riferimento al cartone animato giapponese L'uomo tigre, racconta la storia di un bambino di nove anni e della sua richiesta d'aiuto. Quest'ultimo corto di Gabriele è stato selezionato nella cinquina finale ai David di Donatello 2012, ha vinto il premio come Miglior Regia al Roma Creative Contest 2012, e al Giffoni Film Festival 2012 ha avuto un ottimo riscontro, posizionandosi al secondo posto e ricevendo il Premio del Comune di Giffoni Valle Piana.
Ecco l'intervista a Gabriele al Giffoni: Tiger Boy al Giffoni Film Festival 2012.
In TV oltre che in Stiamo bene insieme, l'attore ha recitato in Un medico in famiglia 2, Crimini nell'episodio Rapidamente diretto dai Manetti Bros. insieme a Gabriella Pession, La nuova squadra e in una delle rare serie guardabili di Mediaset, Tutti per Bruno.
Gabriele nei suoi ultimi lavori mi è piaciuto tantissimo: era già bravo ma con gli anni ha acquistato sicurezza e migliorato le sue capacità recitative. Tutti per Bruno ha avuto un discreto successo di pubblico (mio parere: finalmente una serie TV senza Gabriel Garko), ma non di critica, che ha accusato la nuova serie di essere un soggetto già visto e recitato male. I critici non sono mai contenti, però concordano nel dire che il personaggio di Luca Corsari, interpretato da Gabriele, ha messo in ombra con la sua storyline e soprattutto con la sua ottima interpretazione, Claudio Amendola e Antonio Catania.
Gabriele ha le idee chiare su ciò che vuole diventare da "grande", in un'intervista ha detto: "Io recito solo quando ho bisogno di finanziare un corto, ma lo faccio solo quando ci sono tutte le condizioni per divertirsi". La stoffa per fare il regista ce l'ha: me li immagino tutti i premi vinti, in fila su qualche ripiano. E gli auguro, non solo di cortometraggi.
Intanto, noi spereremo sempre che lui sia alla ricerca di finanziamenti per il suo lavoro di regista, così potremo rivederlo in TV. Di attori cani ne sono pieni la TV e il cinema, ma i professionisti preparati scarseggiano.
INCURSIONI CINEMANIACHE
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