domenica 31 agosto 2014

Recensione Flash: Captain Phillips - Attacco in mare aperto


Anno e Nazione di Produzione: USA 2013

Titolo Originale: Captain Phillips

Distribuzione in Italia: Warner Bros Italia

Genere: Azione

Durata: 134 minuti

Cast: Tom Hanks, Barkhad Abdi, Faysal Ahmed, Mahat M. Ali, Michael Chernus, Corey Johnson

Regista: Paul Greengrass


Il capitano Richard Phillips parte dal Vermont per guidare la nave porta container Maersk. Direzione Mombasa, per consegnare aiuti alimentari alle popolazioni di quella zona. La rotta non è delle più tranquille o facili. Le acque internazionali, ormai, sono diventate dominio dei pirati somali. Gli stessi, assoggettati ad un signore della guerra, sono costretti a mirare a "prede" sempre più grandi. La Maersk è sicuramente una di quelle.
Paul Greengrass, maestro di tensione, non delude di certo i suoi fan con l'ultimo lungometraggio. Tratto da una storia vera, il film ha fatto il pieno di candidature agli Oscar 2014. Non solo tensione, ma sottigliezze psicologiche e atmosfere claustrofobiche coinvolgono lo spettatore. La "grande America" è il motivo che echeggia quasi in ogni fotogramma, comunque il regista inglese ha saputo focalizzare sul rapporto tra Phillips e Muse, il capo dei pirati somali. I due protagonisti sono sicuramente i punti di forza del film: senza le loro ottime interpretazioni, Captain Phillips sarebbe stato un semplice blockbuster. Tom Hanks una conferma, Barhad Abdi la sorpresa: tre nomination per Miglior Attore non Protagonista agli Oscar, Golden Globes e Bafta, poi vinto. Straordinario anche il resto del cast.
Fate il pieno di adrenalina.

Il trailer:



Consigliato: Sì


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lunedì 25 agosto 2014

Recensione Flash: Age Of The Dragons


Anno e nazione di distribuzione: USA 2011

Genere: Epico/Fantasy

Durata: 91 minuti

Cast: Danny Glover, Vinnie Jones, Corey Sevier, Sofia Pernas, Larry Bagby, Kepa Kruse, David Morgan

Regista: Ryan Little

Vi ricordate la storia del romanzo Moby Dick, osannato da oltre un secolo come uno dei grandi classici della storia, e lodato perché Herman Melville, tramite la crudele balena bianca, ha voluto mostrare come, molte volte, la natura è una forza ingovernabile ed indomabile?
Bene, ora immaginate che la storia non si svolga tra il '700 e l'800, bensì in un Medioevo fantastico, e che anziché dell'olio di balena, gli uomini hanno bisogno del vetriolo, una sostanza altamente esplosiva che si trova all'interno dell'unico predatore dell'uomo esistente in natura: il drago.
Infatti, Age Of The Dragons parla proprio della caccia ai draghi, ad opera degli uomini, tra i quali spicca il tirannico e feroce Ahab, interpretato da Danny Glover, che da giovane riuscì a salvarsi, non si sa come, dal fuoco del terribile Grande Drago Bianco, un'orrida bestia che imperversa nella regione da moltissimi anni e che uccise la giovane sorella del capitano.
In cerca di un equipaggio, il giovane Ishmael, interpretato da Corey Sevier, insieme al suo amico Queequeg, interpretato da Kepa Kruse, si arruolano proprio in quello di Ahab, non immaginando minimamente che il capitano è intenzionato, dopo tantissimi anni di attesa, a compiere la sua vendetta, incurante delle opinioni del resto della ciurma che, a causa della forte soggezione e del rispetto che prova verso il suo superiore, accetta riluttante.
Nel frattempo, Ishmael si interessa, ricambiato, alla giovane Rachel, una ragazza, interpretata da Sofia Pernas, adottata da piccola da Ahab, dopo che suo padre venne ucciso proprio dal Grande Drago Bianco durante una battuta di caccia.
Il viaggio sarà periglioso e i rischi molto elevati, ma alla fine, Ahab, la sua vendetta ed il suo misterioso passato saranno finalmente rivelati e tutto si compirà nel più improbabile dei modi.
Il budget è stato molto limitato, all'incirca 5 milioni di dollari, quindi non si può pretendere molto. Tuttavia, checché ne dicano i critici che l'hanno pesantemente giudicato, causandone il totale flop al botteghino, io reputo il film alquanto godibile ed interessante. Il tutto sta nel vederlo con l'ottica del romanzo ripreso e riarrangiato in maniera originale, una moda molto recente in ambito cinematografico, insieme a quella dei remake triti e ritriti.
Il film è ancora inedito in Italia, ma riuscirete a trovarlo tranquillamente sottotitolato in italiano.
Il mio consiglio quindi è di vederlo senza stare ad attaccarvi al capello sui particolari (come, ad esempio, l'enorme nave viaggiante su ruote di Ahab, tipica comunque di molti Medioevi fantastici), né soprattutto facendo paragoni con l'opera originale di Melville, perché sarebbe solo tempo perso.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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venerdì 22 agosto 2014

Recensione Flash: Colpa delle stelle


Anno e Nazione di Produzione: USA 2014

Titolo Originale: The fault in our stars

Distribuzione in Italia: 20th Century Fox

Uscita nelle sale in Italia: 4 settembre

Durata: 125 minuti

Genere: Drammatico

Cast: Shaileene Woodley, Ansel Elgort, Nat Wolff, Laura Dern, Willem Dafoe

Regista: Josh Boone

Hazel ha diciassette anni. L'adolescenza, per lei, non è stata allegra né tanto meno tranquilla. Da quando ha tredici anni lotta con il cancro e, tra alti e bassi, cerca di mantenere quel po' di spensieratezza, tipica della sua età. Al gruppo di supporto per i malati terminali a cui Hazel partecipa, un giorno si aggiunge Augustus Waters. Anche lui combattente. Ha vinto il cancro che gli ha portato via una gamba. Ma Gus ha tanta voglia di vivere. E la vita che sogna vorrebbe condividerla con Hazel.
Tratto dall'omonimo romanzo di John Green (carino e ben scritto), Colpa delle stelle racconta di un amore, purtroppo, fuori tempo massimo. Sulla scia de I passi dell'amoreNow is good, associa la dolcezza di un amore giovane alla crudeltà della malattia. Bravi, in parte e simpatici i due protagonisti. Condividono un'ottima alchimia, e hanno saputo mixare bene dramma e dolcezza. Shaileene Woodley è uno degli astri nascenti del cinema americano, già protagonista della saga di Divergent, mi è piaciuta molto. I fan del romanzo, sicuramente, saranno soddisfatti.
Agli improvvisi rovesci del destino, avversati dalle stelle, Hazel e Augustus vivranno il loro piccolo infinito, 'per sempre'.

Il trailer:


Consigliato: Sì

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martedì 19 agosto 2014

Recensione Flash: Il Regno Proibito


Titolo originale: The Forbidden Kingdom

Anno e nazione di distribuzione: SOUTH KOREA/CHINA/AUSTRAL/USA 2008

Genere: Azione/Avventura/Fantasy/Commedia

Durata: 104 minuti

Cast: Michael Angarano, Jackie Chan, Jet Li, Liu Yifei, Collin Chou, Li Bingbing

Regista: Rob Minkoff

Immaginate di essere dei grandi amanti della cultura orientale e di passare la gran parte del vostro tempo a vedere i film di Bruce Lee, per poi essere misteriosamente catapultati, tramite un bastone magico, nell'antica Cina, dopo essere stati inseguiti da dei teppisti di strada.
Ecco, questo è ciò che accade al giovane Jason Tripitikas, protagonista (interpretato da Michael Angarano) del film Il Regno Proibito, uscito nei cinema americani nel 2008 e giunto da noi in Italia direttamente per il mercato Home Video.
Infatti, il timido e insicuro Jason si ritroverà improvvisamente con una missione da compiere nel mondo del passato: riconsegnare il bastone al suo legittimo proprietario, che lo lasciò in custodia, tanti anni prima, agli antenati di Hop, il vecchio cinese amico di Jason negli USA, senza mai tornare a riprenderlo.
Per sua grande fortuna, il giovane americano incontra Lu Yan, un combattente errante sempre ubriaco, interpretato da Jackie Chan, la giovane Golden Sparrow, interpretata da Liu Yifei, e il misterioso monaco senza nome, interpretato da Jet Li.
Tutti e tre i guerrieri sono accomunati da un unico scopo: cercare e sconfiggere il crudele Capitano di Giada, interpretato da Collin Chou (famoso per il ruolo di Seraph nella trilogia di Matrix), reo di aver promesso all'Imperatore di Giada, molto tempo prima, di premiare il leggendario guerriero noto come Monkey King, per via della sua astuzia e bravura, cosa che poi non avvenne poiché, dopo il ritorno dell'Imperatore nel regno dei cieli, il capitano, a causa della forte invidia che provava nei confronti di Monkey, imprigionò l'impavido guerriero con un tranello, causando il caos nel reame e seminando la distruzione dovunque i suoi uomini arrivassero.
La sola maniera per sconfiggerlo è liberare Monkey King tramite il Viaggiatore, ovvero Jason. Riuscirà il giovane a compiere la profezia, nonostante non conosca neanche un briciolo di kung-fu, oppure perirà nel tentativo?
La verve comica del film, grazie al giovane Angarano e al mitico Jackie Chan, insieme soprattutto al primissimo incontro cinematografico tra Chan e Jet Li, icone del cinema cinese, riescono a sorreggere bene in piedi questa pellicola che, senza questi due "ingredienti", risulterebbe banale e troppo prevedibile.
Consigliato a chiunque voglia passare una serata divertente e leggera, con, alla base, un minimo di passione per le arti marziali orientali.
Buona visione!

Il trailer:




Consigliato: Nì

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sabato 16 agosto 2014

Recensione Flash: Gigolò per caso


Anno e Nazione di Produzione: USA 2013

Titolo Originale: Fading Gigolò

Distribuzione in Italia: Lucky Red

Genere: Commedia

Durata: 98 minuti

Cast: John Turturro, Woody Allen, Vanessa Paradis, Liev Schreiber, Sofia Vergara, Sharon Stone

Regista: John Turturro

Fioravante, cinquantenne timido, fioraio e tuttofare, conduce una vita tranquilla e solitaria. Almeno fin quando un giorno, il suo irriverente amico Murray gli propone un'affare: per arrotondare i magri guadagni, perché non iniziare a fare il gigolò? Murray ci mette le conoscenze con donne in cerca di compagnia, Fioravante la sua bellezza discreta e i suoi modi educati e appassionati. L'uomo si imbarca in questa avventura, a metà tra il divertito e lo spaesato, cercando anche di "guarire" le clienti dalla loro solitudine. Poi incontra Avigal, e comprende che chi ha bisogno d'amore e affetto è proprio lui.
Il nuovo film di John Turturro ha due anime: quella pacata e di classe del regista e quella caustica e inconfondibile dell'amico Woody. E' un film che parla di solitudine, di come anche solo una semplice carezza possa guarire chi ne soffre.
Il film ha un ritmo un po' lento, quindi potrebbe annoiare. Però, il carisma ipnotico di Turturro e il simpatico Woody vi faranno arrivare ai titoli di coda.

Il trailer:


Consigliato: Sì

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mercoledì 13 agosto 2014

Hacker o Cracker? Te lo dice Incursioni!


Lo so, lo so: vi ho già parlato fino allo sfinimento di argomenti simili, grazie alla mia tesi di laurea dedicata alla trilogia di Matrix e a Johnny Mnemonic, ma, come ben sapete, il più delle volte (e meno male), il cinema ti insegna sempre cose nuove ed edificanti, in modo da capire il più possibile come va il mondo oggigiorno.
Uno dei modi per comprendere ciò che ci circonda è di sicuro imparare a vedere la nostra società dal punto di vista di quelli che vengono più volte definiti come gli emarginati sociali, coloro cioè che si isolano poiché non sopportano il ritmo frenetico del nostro mondo, che ci viene imposto da chi ci governa e ci controlla, e tentano giornalmente di combatterlo con svariati mezzi a loro disposizione.
Sto parlando degli hacker e dei cracker, i "cowboy della console", come vennero definiti negli anni '80 dal maestro del cyberpunk William Gibson.
Ho avuto l'immenso piacere di constatare che esiste un buon numero di film dedicati a questi abilissimi programmatori informatici e allora mi sono detto: quale buon modo di poter continuare il mio viaggio nel genere cyberpunk se non vedendo questi film?
Ebbene, in questo articolo analizzerò 5 film di questo genere, scelti tra i tanti perché ognuno di essi analizza le svariate tipologie di hacker e cracker.
La primissima distinzione da fare, essenziale per capire ciò che andrò ad analizzare, è la seguente:


Di fatto, ho più volte criticato i mass media poiché, quando avvengono attacchi informatici di vasta portata, essi generalizzano affermando che "un gruppo di hacker" ha attuato tale attacco, non capendo invece che i fautori di tali attacchi sono sempre e solo i cracker.
Sapete cosa mi hanno insegnato questi film? Che anch'io sbagliavo!
Infatti, la vera e più corretta suddivisione da fare, importante da capire prima di addentrarci nei 5 film, rivela l'esistenza di ben tre schieramenti:

White Hats (Cappelli Bianchi)                Grey Hats (Cappelli Grigi)                Black Hats (Cappelli Neri)


-I Cappelli Bianchi sono gli hacker puri, ovvero gli abili programmatori informatici che agiscono sempre e solo per il bene dell'umanità, seguendo il ferreo codice della filosofia hacker, al fine di riuscire a rendere il più libera possibile l'informazione, continuamente censurata da chi ci governa, e cercando di offrire a tutti il libero accesso alla rete, l'unico mezzo pilotato solo in parte al momento. Essi, inoltre, per difendere gli internauti ordinari e le ditte dai cybercriminali e da quelli che li finanziano, combattono una guerra silenziosa, ovvero la Cyberwarfare, la guerra informatica che sta dilagando sempre più senza che noi ce ne accorgiamo minimamente.
-I Cappelli Grigi invece sono sia hacker che cracker che agiscono il più delle volte secondo un loro codice morale, che può spingerli spesso a compiere azioni illegali, pur di raggiungere il loro fine, buono o cattivo che sia. Tra di essi, ad esempio, rientrano coloro che craccano i programmi a pagamento per renderli gratuiti ed accessibili a tutti, poiché una delle loro "crociate informatiche" è proprio quella di offrire programmi "open-source" (liberi e facilmente personalizzabili) a chiunque lo desideri, dato che molti non possono permettersi i costi che le software houses impongono sui loro prodotti. Ma, così facendo, il danno lo subiscono proprio le stesse software houses, che perdono clienti e subiscono ingenti danni economici. Dunque, i Grey Hats possono essere definiti come il perfetto mix di bene e male a livello informatico.
-I Cappelli Neri sono i soli ed unici cybercriminali, ovvero i cracker della peggior specie. Quando si sente parlare di attacchi informatici a quella nazione, a quella società o a chicchessia, a meno che non si tratti di Anonymous, gruppo internazionale di hacker che usa tale tecnica solo per intimidire e diffondere la verità e non per danneggiare (come hanno fatto e fanno ancora anche Julian Assange ed Edward Snowden), si tratta sempre e solo di Black Hats o gruppi di essi. Infatti, la Cyberwarfare non è combattuta solo individualmente, cioè da hacker e cracker, bensì da molti gruppi di cybercriminali finanziati da società o proprio da nazioni (tra le quali spicca la Cina) che li sfruttano per rubare segreti ed informazioni da paesi e ditte rivali. E' da essi che gli hacker White Hats e, molte volte anche i Grey Hats, ci difendono giornalmente, mentre noi viviamo le nostre vite senza immaginare minimamente cosa accada realmente sul web.

Fatte dunque le dovute premesse, possiamo quindi tuffarci nella mini-recensione dei 5 film, spiegando quali tipologie di hacker e cracker si possono osservare in queste pellicole e perché agiscono in questa o quella maniera.

L'HACKING COME MEZZO PER AIUTARE IL PROSSIMO:

MASTERMINDS: LA GUERRA DEI GENI (1997)


Questo film di Roger Christian del '97 narra le avventure di Ozzie Paxton, un giovane scapestrato cracker di videogiochi, interpretato da Vincent Kartheiser, che, quando la sua sorellastra viene sequestrata insieme a tutti i suoi compagni di scuola da Rafe Bentley, l'addetto alla sicurezza dell'istituto noto per il suo prestigio e per i figli delle famiglie più ricche d'America che lo frequentano, passa subito all'azione. Infatti, Bentley, interpretato da Patrick Stewart, informandosi su quali fossero i bambini delle famiglie più benestanti, decide, insieme ai suoi uomini, di trasformare la scuola in una fortezza impenetrabile, almeno fino a quando non avrà ricevuto il cospicuo riscatto. Sarà in quel momento che Ozzie, da cracker interessato solo a lucrare grazie alle sue capacità, userà le sue vaste conoscenze informatiche per sventare i piani criminali della banda. I risultati saranno comici e stupefacenti.
La pellicola, quando uscì, venne molto sottovalutata e criticata in maniera negativissima dal pubblico, e ciò a mio parere dimostra come, il più delle volte, i critici vedano solo la superficie del prodotto, senza mai addentrarsi in profondità.
Di fatto, il film mostra, oltre alla comicità di molte scene, anche come i cracker come Ozzie, definibile comunque nella fascia dei Grey Hats, possano agire da White Hats, pur di aiutare chi ne ha bisogno e mostrare le proprie qualità.
Un film che consiglio a tutti. Ecco il trailer (dovete schiacciare sul link):

LINK: Masterminds-Trailer italiano

LA GUERRA TRA HACKERS E CRACKERS:

HACKERS (1995)


Passando ora ai film più impegnati, quel che è certo è che uno dei film che più rappresenta l'etica hacker è di sicuro Hackers, film del '95 di Iain Softley.
In questa pellicola assistiamo ad un vero e proprio scontro tra hackers e crackers perché, se da un lato abbiamo il giovane Zero Cool, nickname di Dade Murphy, ragazzo prodigio dell'informatica interpretato da un giovanissimo Johnny Lee Miller (visto recentemente nel ruolo del donnaiolo Roger Collins, membro della famiglia Collins in Dark Shadows) affiancato dagli amici Phantom Phreak, abile phreaker (hacker dei telefoni), Lord Nikon (per via della sua memoria fotografica), Cereal Killer e Acid Burn, talentuosa hacker interpreta da una giovane Angelina Jolie, dall'altro vediamo, contrapposto ad essi, il terribile Eugene Belford, noto come La Piaga. Egli infatti lavora come hacker e programmatore di un'eminente compagnia mineraria, la Ellington Mineral Company, al fine di proteggere la società dai potenziali cybercriminali assoldati dalle ditte rivali. Improvvisamente, infatti, il worm informatico Leonardo Da Vinci infetta il sistema informatico della Ellington e rischia di distruggere ben cinque petroliere guidate a livello informatico, causando un disastro ecologico, a meno che non vengano versati 25 milioni di dollari sul conto a cui il worm è collegato. E quel che è peggio è che Zero Cool e i suoi amici finiranno inevitabilmente immischiati nella faccenda, dato che La Piaga, creatore del worm per fini personali, dunque definibile un Black Hat in tutti i sensi, li incolperà dell'accaduto. Chi vincerà questa guerra?
Di sicuro, se volete capire più cose possibili su hacker e cracker, questo è il film che fa per voi.
Per questa pellicola, anziché il trailer, vi lascio con un video-tributo:


CRACKER GREY HAT VS. HACKER GREY HAT:

TAKEDOWN (2000)


Probabilmente questo è il film più interessante dei cinque, dato che si basa su una storia vera.
Infatti, Takedown si basa sull'omonimo libro di Tsutomi Shimomura e John Markoff e narra la storia delle indagini sul noto hacker/cracker/phreaker, nonché ingegnere sociale, Kevin Mitnick, noto, proprio per le sue immense capacità, come "il più grande hacker della storia finora vissuto".
Tutto comincia agli inizi degli anni '90, quando Mitnick, interpretato da Skeet Ulrich, già noto all'FBI per le sue innumerevoli azioni illegali, ingaggia una "lotta informatica" contro Tsutomi Shimomura, noto hacker addetto alla sicurezza di più di 500 enti e società americane, interpretato da Russell Wong, poiché il cracker, spinto come ogni "cowboy della console" dalla brama di conoscenza e dalla ricerca della verità, incurante dell'illegalità della stragrande maggioranza delle sue azioni, scopre che Shimomura nasconde, nel suo pc, qualcosa di terribile, nascosto dietro la sua grande fama di programmatore informatico.
Grazie all'aiuto di molti suoi amici, Kevin comincia a girovagare in lungo e in largo negli USA, continuamente braccato dalle forze dell'ordine e da Shimomura stesso, dato che è al corrente del fatto che quel qualcosa di terribile che egli stesso ha creato potrebbe essere già stato rubato dall'abilissimo Mitnick. Tra questi due Grey Hats, chi avrà infine la meglio?
Apprezzato da molti, disprezzato dal vero Mitnick. La ragione? A parer suo, questo film, così come il libro, mostrano solo l'opinione di Shimomura sulla faccenda e non anche quella di Condor, soprannome che Kevin stesso si diede all'epoca dei fatti. Infatti, come risposta a questa pellicola, Mitnick girò nel 2001 il documentario Freedom Downtime, per dimostrare come molti aspetti di Takedown fossero in realtà menzogneri.
A mio parere, anche questo film, alla pari di Hackers, merita di essere visto proprio per capire come agiscono gli hacker e i cracker e, allo stesso tempo, per essere giusti ed imparziali, consiglio anche la visione del documentario di Mitnick.
Anche per Takedown vi lascio con un video-tributo:


QUANDO L'HACKING DIVENTA NECESSARIO:

S.Y.N.A.P.S.E.: PERICOLO IN RETE (2001)


In questa pellicola non troviamo dei veri e propri hacker, bensì dei programmatori informatici e creatori di software. Tuttavia, un'altra questione da chiarire riguardo gli hacker è che, potenzialmente, qualsiasi programmatore informatico può diventare un hacker o cracker, proprio perché ha le conoscenze necessarie per esserlo.
Infatti, questo è ciò che accadrà al protagonista del film, ovvero Milo Hoffman, interpretato da Ryan Philippe, un giovane programmatore, appena laureatosi a Stanford, che viene ingaggiato dal famoso Gary Winston, magnate dell'informatica, interpretato da Tim Robbins, a capo della NURV, una software house internazionale tenuta continuamente sotto controllo dall'Antitrust, poiché sta compiendo passi da gigante in pochissimo tempo con la creazione ed il lancio imminente di S.Y.N.A.P.S.E., un programma che permetterà di creare un'enorme rete informatica mondiale, tramite la quale tutti potranno comunicare da qualsiasi angolo del globo (una cosa alquanto profetica, dato che questo film è uscito al cinema un paio di anni prima della nascita dei social network e dei programmi di videochiamata e messaggistica istantanea).
Inizialmente eccitato all'idea di far parte di un progetto così sontuoso, Milo dovrà iniziare a ricredersi riguardo la grande magnanimità del suo capo, soprattutto dopo la misteriosa morte di Teddy, il suo migliore amico con cui inizialmente doveva lavorare per portare avanti il loro progetto di software open-source.
L'abile Milo dovrà cimentarsi nel ruolo di hacker per portare a galla la verità e scoprire cosa c'è dietro la realizzazione di S.Y.N.A.P.S.E.
Un altro film interessante che ci mostra il lato "pulito" dell'hacking, con Milo classificabile infatti come un White Hat.
Il trailer:


L'HACKING COME MALE NECESSARIO PER IL BENE SUPERIORE:

CODICE: SWORDFISH (2001)


Un cast di tutto rispetto per un film esplosivo.
Stanley, interpretato da Hugh Jackman, è il miglior hacker al mondo ma, dopo aver perso tutto ed essendo in libertà vigilata, avendo agito da Black Hat, non può fare altro che accontentarsi di lavoretti, pensando continuamente alla sua amata figlia, a cui non può fare visita perché, in seguito al suo arresto, è stata affidata alla sua ex moglie.
Improvvisamente, viene avvicinato da Ginger, una ragazza, interpretata da Halle Berry, al servizio del misterioso Gabriel, un agente, membro di una cellula sconosciuta dei servizi segreti americani, che ha bisogno del suo aiuto per sbloccare un'immensa somma di denaro, depositata su un conto ufficialmente inesistente, per finanziare le sue azioni, al limite dell'illegalità, "in difesa degli Stati Uniti".
Stanley accetterà, conscio degli enormi rischi che corre, pur di poter rivedere sua figlia. Riuscirà dove molti hanno fallito?
In questa pellicola, si può osservare come l'operato del personaggio interpretato da Hugh Jackman sia molto ambiguo, poiché le sue azioni possono essere classificabili sia come quelle compiute da un hacker che da un cracker (infatti dovrà creare un'Hydra, ossia un Worm informatico "multiplo"), relegandolo quindi al livello di Grey Hat, ma con fini altruistici, vista la sua volontà di offrire a sua figlia una vita migliore.
Interessante e adrenalinico.
Il trailer:


Bene, come si può evincere già solo vedendo questi 5 film, la verità riguardo il mondo dei console cowboys è ben più intricata e astrusa di quel che i mass media, nella loro ignoranza, ci fanno giornalmente credere. Certo, bisogna sempre stare attenti a chi si incontra sul web, ma è anche certo che non bisogna fare di tutta erba un fascio.
Spero che con questa antologia vi abbia chiarito il più possibile le idee su queste figure virtuali e, come sempre, vi auguro buona visione con queste magnifiche pellicole!


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venerdì 8 agosto 2014

Recensione Flash: Grand Budapest Hotel


Anno e Nazione di Produzione: USA 2014

Titolo Originale: The Grand Budapest Hotel

Distribuzione in Italia: 20th Century Fox

Genere: Commedia

Durata: 100 minuti

Cast: Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Tony Revolori, Mathieu Amalric, Jeff Goldblum, Adrien Brody, Willem Dafoe, Tilda Swinton, Jude Law, Harvey Keitel, Bill Murray, Edward Norton, Saoirse Ronan, Owen Wilson, Jason Schwartzman, Léa Seydoux

Regista: Wes Anderson


Al Grand Budapest Hotel di Dubrowka, nella hall e per i corridoi, si aggirano solitarie solitudini. Gli ospiti che alloggiano lì, ognuno di loro rigorosamente solo, si abbandonano felicemente alla propria depressione. Tranne uno, un giovane scrittore che, per quanto cultore appassionato dell'isolamento, si incuriosisce di un ospite. Per caso, i due si incontrano e si scopre che il misterioso ospite, altri non è che il proprietario dell'albergo, mr. Moustafa. A cena, il ricco imprenditore svelerà allo scrittore l'origine della sua fortuna, e racconterà di monsieur Gustave, impeccabile concierge del Budapest negli anni d'oro dell'hotel.
Wes Anderson mixa vari elementi con il suo inconfondibile stile cinematografico e, aggiungendo una patina da vecchi film anni Trenta, regala una piccola perla di comicità e leggerezza. Non trascurando, comunque, riflessioni sulla realtà. New entries e vecchi amici nel cast. Ralph Fiennes è sicuramente il nuovo arrivo più importante. Da anni, ha dichiarato l'attore, voleva lavorare con Anderson. E ora che ce l'ha fatta ha impeccabilmente, grazie al suo talento istrionico, dato vita al concierge dandy Gustave. Bravo anche il coprotagonista Tony Revolori, l'immigrato neo assunto al Budapest che collega il passato del film al presente dello spettatore. 
Una vita avventurosa, quella di monsieur Gustave, che accompagna lo spettatore nel mondo caleidoscopico e colorato di Anderson, dove c'è sempre spazio per personaggi teneri e stralunati. E per amori dolci, a breve scadenza.

Il trailer:

   

Consigliato: Sì

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martedì 5 agosto 2014

Recensione Flash: La vita di Adele





Anno e Nazione di Produzione: Francia 2013

Titolo originale: La vie d'Adele - Chapitre 1 & 2; Le bleu est un couleur chaude; Blue is the warmest colour

Distribuzione in Italia: Lucky Red

Durata: 179 minuti

Genere: Drammatico

Cast: Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Alma Jodorowsky, Jérémie Laheurte

Regista: Abdel Kechiche


L'adolescente Adele frequenta il liceo, ha il suo gruppo di amiche, i suoi flirt. C'è qualcosa, però, che la tormenta, che la spinge al cambiamento in un periodo della vita che è multiforme, per fisiologia. Un giorno, mentre sta andando ad un appuntamento con un ragazzo, scorge tra la folla una chioma blu. I suoi occhi, per la prima volta incontrano quelli di Emma, giovane artista di Belle Arti. Quell'insaziabile desiderio di conoscenza, del mondo e di se, Adele lo metterà a tacere quando Emma entrerà nella sua vita. Come un uragano di colore e nuove libertà.
Vincitore della Palma d'oro a Cannes 2013, La vita di Adele è stato sicuramente uno dei film più discussi degli ultimi anni. Caldo, tenero, emozionante. Lo si può definire con molteplici aggettivi ma mai ridurlo a "film sull'omosessualità", perché non lo è. Adele è un personaggio in divenire, alla ricerca della propria identità. Con Emma, comprenderà che l'amore non è di genere ma del cuore. L'amore è anche sofferenza e tradimento, e stanchezza. Pilastri imprescindibili della vita. Adele saprà, comprenderà, capirà e crescerà.
Straordinarie le due protagoniste femminili, guidate dall'ottimo Kechiche su un percorso d'amore che, alle ristrettezze dei benpensanti, risponde coi colori delle appassionate nudità. E sentimenti veri.


Il trailer:



Consigliato: Sì


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