venerdì 30 ottobre 2015

Recensione Flash: Io e Lei


Anno e Nazione di Produzione: Italia 2015

Distribuzione: Lucky Red

Genere: Commedia/ Drammatico

Durata: 97 minuti

Cast: Margherita Buy, Sabrina Ferilli, Ennio Fantastichini, Domenico Diele, Alessia Barela, Fausto Maria Sciarappa

Regista: Maria Sole Tognazzi

Federica e Marina sono due donne sugli "anta", con una vita sicura, un lavoro che amano. E sono una coppia, da cinque anni. La prima, divorziata e con un figlio, è la prima volta che ama una donna. Invece, Marina è omosessuale da sempre e fiera di esserlo, ex attrice e imprenditrice di una catena di take away di lusso. Hanno la loro vita, i loro impegni, i loro affetti, e Federica la sua famiglia allargata con figlio, ex marito con compagna e figliolette piccole. Insomma, tutto scorre tranquillamente. Fin quando, Federica incontra una vecchia fiamma. Ed entra in crisi. Non sa se ama ancora Marina, se è quella la vita che vuole. Non sa più chi è.
Maria Sole Tognazzi dopo l'ottimo Viaggio Sola, sempre con la Buy, torna con questa commedia che sfocia nel dramma, e nella crisi di identità di Federica. Il disturbante del film è proprio il personaggio della Buy che porta scompiglio e dolore nella vita della soddisfatta Marina, borgatara de' core, tutta famiglia, casa e lavoro. Lei è felice per com'è e chi ha accanto. Federica, invece, si perde nei sofismi inutili e borghesi, nel cliché della crisi di mezz'età e si preoccupa dei benpensanti. Sarà che la Tognazzi avrà voluto dirci che less is more: meglio di borgata che della borghesia. Classismi a parte, la regista centra nuovamente l'obiettivo girando un film godibile, che bilancia alla perfezione l'elemento comico col drammatico. Magari poteva risparmiare un po' di più sullo zucchero, nel finale. Ma glielo concediamo. Le due protagoniste condividono un'ottima chimica, e addirittura la Ferilli a tratti mette in ombra la Buy con la sua espressività. Terza volta che mi piace davvero, dopo Tutta la vita davanti e La grande bellezza. Ah dimenticavo, è un film su una coppia omosessuale: uguale a quelle etero. Anzi no, meglio. Quindi, da vedere!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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mercoledì 28 ottobre 2015

Recensione Flash: Michael Kohlhaas


Anno e nazione di produzione: FRA/DEU 2013

Distribuzione: Les Films Du Losange (FRA)/Polyband (DEU)

Genere: Epico/Drammatico/Azione/Guerra

Durata: 125 minuti

Cast: Mads Mikkelsen, Delphine Chuillot, Bruno Ganz, Paul Bartel, Mélusine Mayance, David Bennent, Swan Arlaud, David Kross, Denis Lavant, Sergi Lopez, Amira Casar, Roxane Duran

Regista: Arnaud Des Pallières

Chiunque conosce bene o, al massimo, ha sentito parlare varie volte del mitico ed epico Braveheart: Cuore Impavido di Mel Gibson, che narra la storia, romanzata, del patriota scozzese William Wallace, in lotta contro l'Inghilterra per ottenere l'indipendenza della sua terra, dopo anni di soprusi da parte dei loro colonizzatori.
Pochi invece conoscono le vicende di quello che potrebbe essere definito come il "William Wallace dei tedeschi", ovvero Hans Kohlhaase, un uomo vissuto tra il 1500 e il 1540. La sua storia venne romanzata in una novella 200 anni dopo dal poeta e drammaturgo Heinrich von Kleist, cambiandogli il nome in Michael Kohlhaas.
Naturalmente, il mondo della cinematografia non si è lasciato sfuggire l'occasione di poter adattare tale opera, in modo da renderla fruibile al grande pubblico e, di fatto, al momento esistono due pellicole: una del 1969, Michael Kohlhaas: Der Rebell, e quella che ci interessa, la più recente, Michael Kohlhaas, del 2013, diretta dal regista francese Arnaud Des Pallières e con un protagonista d'eccezione, ovvero l'ormai famoso Mads Mikkelsen.
Passiamo quindi alla trama.
Il film narra la storia, ambientata sulla catena montuosa delle Cevenne in Francia nel XVI secolo, dell'allevatore e mercante di cavalli Michael Kohlhaas, un protestante di origine tedesca, la cui vita viene improvvisamente sconvolta dalla morte del vecchio barone che governa la terra in cui vive. Infatti, il suo successore, ovvero il dispotico e crudele figlio (Swan Arlaud), instaura un regime assolutistico sulle terre del padre, imponendo delle tasse illegali ai suoi sudditi. Michael, in viaggio per andare a vendere i suoi cavalli, si ritrova dunque costretto a lasciare momentaneamente due dei suoi stalloni migliori al barone, al fine di passare senza pagare il pedaggio, poiché privo di soldi in quel momento. Con la promessa di pagamento al suo ritorno, grazie ai guadagni delle vendite, il barone gli assicura la restituzione dei due cavalli, ma, una volta a casa, Michael avrà una brutta sorpresa: non solo i suoi animali sono stati trattati in una pessima maniera, ma anche il suo servitore, César (David Bennent), rimasto con essi, nel tentativo di sottrarli ai maltrattamenti, è stato attaccato e azzannato più volte dai cani del barone, salvandosi per miracolo.
Mantenendo la calma, Kohlhaas cerca inizialmente spiegazioni dal barone, il quale ignora del tutto le sue parole. In seguito, il mercante chiede giustizia monetaria al tribunale locale, ma non ottenendone alcuna, per via delle amicizie potenti del suo nemico, cerca un ultimo aiuto nella principessa Margherita d'Angouleme (Roxane Duran), regina di Navarra, tramite la sua coraggiosa moglie Judith (Delphine Chuillot).
Se, all'apparenza, tutto sembra andare per il verso giusto, il peggio è appena iniziato: Judith viene brutalmente ferita ed uccisa dai nemici di Michael e l'uomo, infuriato e ormai del tutto deluso dalla giustizia, decide di iniziare un'atroce vendetta contro coloro i quali abusano del loro potere per compiere soprusi contro i contadini, primo fra tutti il nuovo barone. Colui che un tempo era un semplice mercante si tramuterà quindi nel leader di un'enorme sommossa popolare, che scuoterà le fondamenta dell'aristocrazia franco-tedesca dell'epoca, con conseguenze incredibili.
Riuscirà Michael ad ottenere vendetta per ciò che ha subito?
Ho scoperto recentemente l'esistenza di questa pellicola, grazie ad un'immagine che ritraeva Mads in tenuta da guerra, non riuscendo a capire di che film si trattasse, e devo dire di non essermi assolutamente pentito di averla trovata: una storia davvero interessante, con un ritmo altalenante ma mai monotono. Mikkelsen, oramai noto in tutto il mondo, si rivela come sempre un grande attore, poliedrico e poliglotta (la lingua originale del film è il francese), confermando nuovamente di essere una grande icona dei film in costume.
Se siete dunque degli amanti di Braveheart, vi consiglio assolutamente di vederlo, poiché non ne resterete affatto delusi.
Tuttavia, l'unica nota dolente è la lingua di Michael Kohlhaas: purtroppo la pellicola non è, almeno per ora, ancora approdata né in Italia né nei paesi anglofoni, quindi lo troverete solo in Français sous-titré en Italien. Nel mio caso non è stato affatto un problema, anzi è stata una vera e propria goduria, visto che il francese è la seconda lingua che ho studiato a partire dalle scuole medie fino all'università, insieme all'inglese, per diventare un interprete e traduttore, però posso dirvi che è tranquillamente comprensibile, dato che il francese è molto simile all'italiano, ancor di più se appunto ci sono i sottotitoli.
Se siete dunque degli irriducibili e la lingua dei nostri cugini d'oltralpe non vi spaventa, vi lascio con il trailer del film e vi auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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venerdì 23 ottobre 2015

Salvuzzo è tornato! Il Giovane Montalbano - II stagione


Lunedì è terminata la seconda stagione de Il giovane Montalbano: e già mi manca. Come per il senior, anche quando cala il sipario sulla versione junior del commissario di Camilleri, la malincunia si fa sentire. Comunque, bando ai sentimentalismi: i nuovi episodi della seconda stagione sono in gran parte tratti da Morte in mare aperto, la nuova collezione di racconti sul giovane Montalbano.
Squadra che vince non si cambia, e infatti ha rivinto: Michele Riondino, Alessio Vassallo (bravo davvero: restituisce alla perfezione la sbruffoneria di Augello), Andrea Tidona, Beniamino Marcone (il giovane Fazio, un ottimo precedente a quello di Peppino Mazzotta) nei ruoli principali. Rinnovo il giudizio espresso nella recensione sulla prima stagione: gli attori de Il giovane Montalbano, così come il regista Gianluca Maria Tavarelli, non hanno nulla in meno rispetto alla serie con Luca Zingaretti. Lo spirito è lo stesso, le atmosfere magiche della Sicilia pure, gli arancini di Adelina sono sempre spettacolari, e il commissario è ugualmente sfaccettato, 'cchiu nico ma già sbirro nato, e con solidi ideali.


La regia di Tavarelli pulita e coinvolgente, segue gli attori nello sviluppo della trama non "sporcando" la magia dei racconti di Camilleri. Le serie di Montalbano sono delle vere e proprie cartoline che, virtualmente, ci fanno esplorare la meravigliosa Sicilia dello scrittore, riscoprendo magari luoghi dal sapore antico, come la Scala dei Turchi dove Camilleri, da ragazzo, si recava con gli amici per fare il bagno e, inconsapevolmente, crescere e diventare quelli che poi sarebbero stati da adulti. Il meraviglioso paesaggio della Scala dei Turchi diventa così uno dei luoghi del cuore di Salvo, e appare nell'ultima puntata della seconda stagione: da mozzare il fiato.


Il rapporto con Livia (Sarah Felberbaum un po' sottotono in questa stagione) prosegue, matura, iniziano le tipiche sciarriatine che hanno reso famosa la coppia di Camilleri. Durante la seconda stagione abbiamo visto la prima rottura importante, dopo il matrimonio saltato. I due non si sposeranno mai, come i fan di Camilleri e del commissario sanno bene, ma Livia e Salvo saranno sempre legati da un forte sentimento, a tratti calmo e quieto e a volte tempestoso come il mare di Marinella. Sarà nel rapporto a distanza, dopo il mancato trasferimento del commissario a Genova, che il loro amore troverà il proprio equilibrio.


Al termine di questa stagione, Salvo rinuncia a raggiungere Livia a Boccadasse, e decide di rimanere in Sicilia: il 23 maggio del 1992 (la storia del giovane Montalbano è ambientata tra fine anni Ottanta e i primi anni Novanta) il commissario entra in macchina alla volta di Genova. Vigata è deserta, un silenzio irreale interrotto solo dalle voci metalliche di televisioni e radio. Arrivato in commissariato, dopo aver visto il pianto di Catarella e lo sguardo disperato di Mimì, Salvo capisce: il giudice Giovanni Falcone è stato assassinato in un attentato. Una chiusura ad effetto che risveglia gli ideali puri del commissario (chi ricorda le pagine memorabili di Camilleri e il monologo coinvolgente di Luca Zingaretti in Un giro di boa sul G8 di Genova?). Salvo decide di rimanere, glie lo suggerisce anche Livia. La sua terra ne ha bisogno.
Avevamo lasciato Michele Riondino quasi famoso, alla fine della prima stagione: oggi è sicuramente uno degli attori più validi che abbiamo in Italia e un valore aggiunto per la serie.
Voci sulla terza stagione si rincorrono, ma Camilleri dovrà scrivere altre avventure per il giovane commissario. Noi ci speriamo, e nel frattempo ci godiamo la splendida colonna sonora firmata da Olivia Sellerio. Vi lascio la mia canzone preferita, buona visione!




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martedì 20 ottobre 2015

Recensione Flash...Retrò: Un cuore in inverno


Anno e Nazione di Produzione: Francia 1992

Genere: Sentimentale

Durata: 92 minuti

Cast: Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussolier, Maurice Garrel

Regista: Claude Sautet

Stephane e Maxime sono amici, e soci in affari. Liutai esperti, condividono la passione per un lavoro ben fatto e la dedizione ai loro clienti. Più estroverso Maxime, chiuso e riservato Stephane. L'amicizia, tra i due, cambia quando nella vita di Maxime arriva Camille, giovane violinista di successo e non ennesima avventura dell'uomo. Un po' per gioco, un po' per noia, attirato dall'aura dell'artista, Stephane ingaggia con lei un gioco tacito, di fascinazione e supporto che per Camille si trasforma in amore. Quello che non le dà Maxime, lo cerca in Stephane, più affine a lei. Quando la donna si dichiara, totalmente sopraffatta dall'uomo, Stephane comprende non solo di aver commesso un errore, ma di aver risvegliato qualcosa in lui che doveva rimanere dormiente.
Il cuore in inverno di Claude Sautet è quello di Stephane, cinico e anaffettivo per scelta. L'uomo lascia cantare il violino di Camille, se ne prende cura, ma evita la sinfonia d'amore per lui suonata dalla ragazza. Il cuore di Stephane è scordato, e vuole rimanere tale anche se la capace violinista era riuscita a toccare qualche corda. La cassa armonica deve rimanere vuota, inospitale, anche se dopo la dichiarazione della ragazza, Stephane inizia ad avvizzire: l'incantesimo "invernale" è rotto e non potrà tornare indietro. Camille decide di andare avanti, con Maxime, ma nello sguardo avrà sempre quella sinfonia a metà. Attori ottimi, così come la regia, per un film che lascia la sua impronta nel cuore.

Il trailer:

 

Consigliato: Assolutamente sì

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venerdì 16 ottobre 2015

Two Magicians Shall Appear In England: Jonathan Strange & Mr Norrell


Come tutti i cinefili sanno, la magia è uno dei temi più gettonati ed amati nel mondo del cinema e della TV: molti registi e produttori hanno proposto questo aspetto del fantasy in tutte le salse e gli stili possibili ed immaginabili, ma mai fino ad ora mi era capitato di vedere la magia applicata alla storia.
E' questo ciò che avviene in Jonathan Strange & Mr Norrell, miniserie televisiva della BBC One, andata in onda tra maggio e giugno di quest'anno e tratta dall'omonimo e primo romanzo (che a breve leggerò assolutamente) della scrittrice britannica Susanna Clarke.
Di fatto, la storia narra le vicende dell'Inghilterra durante il periodo delle guerre napoleoniche e, nello specifico, di ciò che è rimasto della magia inglese, un tempo praticata da tutti gli individui capaci di controllarla ed ora invece del tutto scomparsa, almeno all'apparenza, da 300 anni sul suolo britannico.
Ormai solo alcune ristrette cerchie di persone si riuniscono ancora in circoli elitari, fregiandosi dell'appellativo di maghi, ma non riuscendo, in fin dei conti, a compiere nessun incantesimo, finché, improvvisamente e attraverso vie differenti, appaiono sulla scena due uomini in grado di recitare per davvero formule magiche ottenendo dei veri e propri incantesimi, come avveniva nei secoli passati: l'introverso ed impacciato Gilbert Norrell (interpretato dal sempre comico Eddie Marsan, famoso, tra i suoi tanti ruoli, per la sua interpretazione dell'ispettore Lestrade in quella che presto sarà la trilogia di Sherlock Holmes di Guy Ritchie), un vero e proprio conoscitore e studioso a tutto tondo della magia, poiché in possesso della stragrande maggioranza dei tomi stampati tempo prima a tal riguardo, e l'irruento e scanzonato Jonathan Strange (interpretato da Bertie Cavel, noto per dei piccoli ruoli in Les Misérables e Sherlock), la cui conoscenza magica è inizialmente pari a 0, ma man mano crescerà poiché in grado di controllarla a livello quasi istintivo.

Da sinistra verso destra: Jonathan Strange e Gilbert Norrell
Il clamore suscitato dal ritorno della magia pratica per mezzo dei primi due veri maghi dopo 300 anni sarà enorme e, se all'inizio, il solo Norrell sarà acclamato a Londra, presto anche il giovane Strange, che diventerà allievo del più attempato e saggio Gilbert, si farà valere più e più volte.
I primi tempi saranno pacifici e prosperi, ma successivamente, a causa di vari fattori preponderanti, primo fra tutti l'avversione di Norrell nei riguardi dell'antica magia praticata nei secoli passati, poiché secondo lui se ne faceva un uso del tutto incontrollato e pericoloso, sotto la spinta di sciocche superstizioni e leggende, causerà vari dissidi con Jonathan, dato che il giovane mago, proprio grazie al suo istinto, preferisce di gran lunga l'antica magia, osannando colui che, secondo Gilbert, incarnava tutto ciò che il vecchio mago odia e vede come causa degli stereotipi sulla magia, ovvero John Uskglass, il mitico Re Corvo che visse molti secoli prima e divenne l'essere più potente dell'isola britannica.
A peggiorare il deterioramento del rapporto tra i due stregoni ci penseranno tre importanti figure, ovvero il primo ministro britannico Sir Walter Pole (interpretato da Samuel West, il re Gunther di Burgund in La Saga Dei Nibelunghi, per intenderci) ed i due uomini più influenti di Londra, Christopher Drawlight e Henry Lascelles, rispettivamente interpretati da Vincent Franklin e John Effernan.

Da sinistra verso destra: Sir Walter Pole, Christopher Drawlight e Henry Lascelles
Il primo si rivelerà inizialmente restio nei confronti di Norrell e della magia, ma cambierà immediatamente idea non appena Gilbert compirà un vero e proprio portento che, tuttavia, scatenerà gravi conseguenze sulle vite di tutti i personaggi della storia. Dal quel momento, poiché continuamente riconoscente nei riguardi del pacato e discreto mago, Sir Walter lo preferirà più volte al talentuoso e poco controllabile Jonathan, riuscendo spesso a dividerli e a deviarli dal cammino che entrambi si erano preposti, ovvero far tornare la magia in Inghilterra.
Ciononostante, la colpa delle azioni di Sir Walter non sono da addossare unicamente a lui, dato che i veri manovratori e burattinai della scena politica londinese non sono altro che Drawlight e Lascelles, ambiziosi leccapiedi ed arrivisti, pronti a vendersi al primo uomo potente che capiti. E quest'uomo potente si rivelerà proprio essere il signor Norrell che, quasi sempre a sua insaputa, verrà pilotato più volte nella direzione scelta dai suoi due scaltri consiglieri, che appunto causeranno la fine del rapporto tra Strange e Gilbert per come inizialmente lo conosciamo, scatenando eventi del tutto imprevedibili ed incredibili che lasceranno gli spettatori di stucco.
Ma, se la loro crudeltà e cinismo vi colpiranno non poco, aspettate di conoscere colui che sarà il vero e solo antagonista della storia: il Gentiluomo, interpretato dal grande Marc Warren, famoso a molti per la sua magistrale interpretazione dello spietato Rochefort nella season 2 di The Musketeers.

Il Gentiluomo
Il Gentiluomo non è altro che uno degli ultimi esseri fatati ancora esistenti al mondo: essi erano, almeno nei secoli precedenti, i maggiori aiutanti dei maghi, nonché loro soci, ma la loro furbizia ed ambiguità li allontanarono man mano dagli stregoni, finché non vennero ritenuti nient'altro che una parte delle antiche superstizioni e favole del passato. Sfortunatamente per Norrell e Strange, il Gentiluomo entrerà prepotentemente a far parte della loro vita, grazie ai suoi astuti inganni, e l'epilogo delle loro vicende sarà tutt'altro che prevedibile, probabilmente perché sarà anche troppo tardi per sistemare le cose... O forse no?
Ma, come sempre, cosa sono gli uomini senza delle grandi donne? E puntualmente le due grandi donne di questa straordinaria miniserie sono la forte e dolce consorte di Jonathan, ovvero Arabella Strange (interpretata da Charlotte Riley, famosa principalmente per il suo ruolo di Carice, la protagonista di Mondo Senza Fine), e la coraggiosa e risoluta Lady Pole, moglie del primo ministro Sir Walter, interpretata da Alice Englert.

Da sinistra verso destra: Arabella Strange e Lady Pole
Quasi sicuramente si può dire che le vite più traviate della storia saranno proprio le loro, poiché avere a che fare e vivere affianco a dei maghi, seppur per ragioni differenti, come potrete constatare, hanno il loro costo, un costo molto elevato che tutti, non solo loro due, prima o poi pagheranno.
Non dimentichiamoci infine dei tre personaggi secondari che, probabilmente, secondari non sono affatto, per via delle loro grandi azioni: sto parlando di John Childermass (Enzo Cilenti), Stephen Black (Ariyon Bakare) e Vinculus (Paul Kaye, noto a molti per il suo ruolo del prete rosso Thoros di Myr in Game Of Thrones).

Da sinistra verso destra: John Childermass, Stephen Black e Vinculus
Il primo è il fido servitore di Norrell: è l'ombra del mago, implacabile e pronto a tutto pur di aiutare il suo maestro (ne è infatti anche un apprendista, dato che è in grado di usare qualche incantesimo semplice). Le sue scelte però verranno messe a dura prova quando l'Inghilterra si ritroverà dinanzi ad un cambiamento epocale, e i suoi dubbi cocenti avranno finalmente una risposta, soprattutto per quanto riguarda sul chi riporre realmente la sua fiducia, aprendo gli occhi sulla verità dei fatti e sugli intrighi che lo circondano.
Il secondo è il capo dei domestici della famiglia Pole, un servo fidato e devoto che, nonostante le sue origini africane (la schiavitù nel Regno Unito è stata debellata da poco tempo), è molto amato dai suoi padroni, soprattutto da Lady Pole. Seppur in principio vi sembrerà un personaggio poco rilevante, ricredetevi: la sua reale importanza vi lascerà assolutamente allibiti.
Il terzo ed ultimo dei personaggi secondari è uno stravagante e, probabilmente, pazzo mago di strada e profeta, due figure queste entrambe odiatissime da parte di Norrell, che appunto, tra le varie ragioni del suo ingresso nella scena politica inglese, si prepone proprio l'eradicazione degli antichi culti e dei ciarlatani. Ma sia lui sia Jonathan si ricrederanno sul conto di Vinculus, visto che egli si dimostrerà essere un vero indovino, in grado di predire il loro futuro e l'enorme cambiamento in atto in Inghilterra, scatenato proprio dall'apparizione dei primi due maghi dopo 300 anni. Vinculus quindi sarà una sorta di canale, attraverso il quale passeranno tutti i protagonisti della storia e grazie al quale il destino della magia sarà sancito, a voi scoprire se a favore del bene o del male.
Un paio di anni fa, la New Line Cinema acquisì i diritti cinematografici del libro per realizzarne un adattamento sul grande schermo. In seguito poco si seppe più a tal proposito, finché appunto non si scoprì che la BBC stava realizzando una miniserie TV sulle vicende dei due maghi più famosi dell'era napoleonica, nati dalla penna della Clarke.
A mio parere, meglio così, perché di certo una miniserie di 7 episodi della durata di 60 minuti l'uno (questa è la strutturazione esatta di Jonathan Strange & Mr Norrell) è più dettagliata e più facilmente sviluppabile rispetto ad uno o, forse, due film per il cinema, dato che il libro è abbastanza corposo (più di 800 pagine) e 3-4 ore di pellicola non sarebbero mai bastati.
Ma a parte ciò, questa miniserie è stata per me una grande rivelazione, sia perché ignoravo del tutto la trama, ma anche per via della sua grande originalità, poiché, come ho già detto prima, il tema della magia inserita in un contesto storico ben definito era per me uno scenario del tutto inedito.
Inoltre, sulla bravura degli attori non ho nulla da eccepire, soprattutto per quanto riguarda tre di essi: Eddie Marsan, noto a molti soprattutto per i suoi ruoli comici e spassosi, poiché qui invece dimostra un'eccezionale bravura anche in uno drammatico; Marc Warren, che conferma nuovamente di essere un grande attore particolarmente azzeccato nei ruoli non del solito cattivo, bensì del cattivo che ispira comunque un certo charme ed influsso sugli altri personaggi, nonostante le sue intenzioni malefiche, esattamente come con Rochefort in The Musketeers; infine Bertie Carvel, che ho avuto il piacere di conoscere per bene qui, dimostratosi essere un vero talento nell'interpretare il difficile ruolo di Jonathan Strange, mostrando alla perfezione il profondo mutamento del personaggio, in seguito a determinati eventi nel corso della narrazione.
Miniserie TV consigliatissima dunque (qui sotto troverete il trailer), naturalmente in English subbed Italian, dato che non si sa se e quando arriverà da noi, e complimenti vivissimi a tutto il cast e allo staff tecnico, nonché alla grande BBC che, nonostante alcuni gravi e recenti sgarri (mi riferisco alla chiusura anticipata della magnifica serie TV Atlantis! Maledetti!), ci offre sempre prodotti eccezionali, a differenza della TV nostrana che, tra vari onori, rispetti, peccati, vergogne e chi più ne ha più ne metta, sta finendo sempre lentamente nel baratro.
Speriamo solo che Netflix, in arrivo ad ottobre, risollevi un po' le sorti del panorama televisivo italiano, con la marea di film e serie esclusivi del canale online.
Buona visione!

Eh sì, anche Jonathan e Gilbert, osservando la TV italiana attuale, sono rimasti del tutto sconfortati! Sigh!
Il trailer:



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venerdì 9 ottobre 2015

Recensione Flash: Frost/Nixon - Il duello


Anno e Nazione di Produzione: USA 2008

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Drammatico

Durata: 122 minuti

Cast: Michael Sheen, Frank Langella, Rebecca Hall, Matthew MacFadyen, Kevin Bacon, Oliver Platt, Toby Jones, Sam Rockwell

Regista: Ron Howard

Il Watergate è ancora, pesantemente, negli occhi e nelle orecchie dei cittadini degli Stati Uniti. Un rancoroso Richard Nixon, dopo essersi dimesso da Presidente, si ritira nella sua villa in California, a leccarsi le ferite. Intanto, in Australia, il presentatore e giornalista David Frost assiste, da spettatore, alle ultime immagini di Nixon alla Casa Bianca e ha l'idea: intervistarlo. Tre anni dopo, nel 1977, lo scandalo Watergate desta ancora scalpore e Frost riesce, finalmente, ad avviare il suo progetto a cui l'entourage di Nixon e il presidente stesso ha acconsentito.Un'occasione per Frost, di risalire la china di un successo che è in discesa, e per riacquistare popolarità. Mentre, per Nixon, un modo per riscattarsi agli occhi dei suo connazionali.Con Frost sarà semplice, pensa Nixon: invece, accettare quelle interviste, sarà il suo secondo errore dopo il Watergate.
Ron Howard porta al cinema, sotto forma di documentario, il duello tra Nixon e Frost che appassionò il mondo intero e che costò, all'ex presidente, la sua definitiva ammissione di colpevolezza nello scandalo Watergate. Appassionante ed accurato, il film coinvolge grazie alle formidabili prove di Frank Langella(impressionante la somiglianza con Nixon) e Michael Sheen: i due sfidanti riescono a portare lo spettatore nel clima dell'epoca e nella vicenda. Ottimo anche il resto del cast, e la regia ben strutturata di Ron Howard che accompagna lo spettatore in una delle pagine più difficili nella storia degli Stati Uniti. E nella vita di un uomo, che davanti alla sua carica ha posto prima la sua vanità.

Il trailer:




Consigliato: Sì

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lunedì 5 ottobre 2015

Our Democracy Has Been Hacked: Mr. Robot


Come i fan più accaniti e fedeli di Incursioni Cinemaniache ben sanno, un anno fa scrissi e pubblicai un articolo che analizzava nello specifico la gran parte dei film più famosi della cinematografia dedicata agli hackers e ai crackers, dal titolo Hacker o Cracker? Te lo dice Incursioni!.
Tuttavia, nonostante il mio grande amore per la gran parte di queste pellicole, sentivo qualcosa che all'epoca percepivo ancora in maniera flebile, una sensazione, un senso di incompletezza e, oserei dire, una certa superficialità da parte dei registi e degli sceneggiatori di questi lungometraggi.
Di fatto, ho dovuto attendere poco tempo per avere la conferma che quelli dell'articolo non sono altro che stupefacenti prodotti hollywoodiani che in realtà poco mostravano della vera sottocultura e filosofia di vita hacker.
Come un fulmine a ciel sereno, improvvisamente a maggio ho scoperto una nuova serie TV che, visto l'enorme ed astronomico successo ottenuto, può giustamente essere definita come la serie rivelazione dell'anno (non lo dico solo io che sono di parte, ma anche molti critici eminenti, quindi guai se non riceve neanche un premio!), addirittura "benedetta" dagli hacker stessi, poiché finalmente è giunto un prodotto che mostra com'è la vera vita dei "cowboy della console": sto parlando di Mr. Robot ovviamente!
Questa serie TV, trasmessa dal canale statunitense USA Network, creata da Sam Esmail e prodotta, tra gli altri, da Steve Golin, lo stesso del team di True Detective, la cui season 1 è composta da 10 episodi, è divenuta famosa non solo per la storia e lo stile del tutto fuori dai canoni (ad esempio, il protagonista parla spesso con un "amico immaginario", che si rivela essere lo spettatore da casa, rompendo quella che viene definita, nel gergo cine-televisivo, la "quarta parete"), ma anche per le enormi similitudini con un film cult americano di fine anni '90, di cui infatti questa serie ne è una sorta di "versione 2.0" ed un chiaro omaggio ad essa e del quale non vi rivelerò affatto il titolo, dato che potreste capire subito com'è la struttura di Mr. Robot, rovinandovi la trama, dunque solo vedendolo capirete cosa intendo e a chi mi riferisco (ringraziatemi, perché potevo tranquillamente fare il guastafeste spara-spoiler! =P).
Passando ora alla storia, in questa incredibile serie TV assistiamo alle vicende del giovane Elliot Alderson, interpretato da Rami Malek (il faraone Ahkmenrah della trilogia de Una Notte Al Museo, per intenderci).

Elliot Alderson
Il ragazzo di mattina è un ordinario ingegnere informatico di New York, impiegato presso la Allsafe Security, una ditta di cybersecurity che fornisce protezioni di alto livello per molte aziende importanti, mentre di notte si trasforma in un hacker vigilante, che dà la caccia ai criminali, per proteggere le persone indifese, hackerando i loro sistemi informatici e scoprendo i loro segreti più intimi celati nei loro dispositivi.
Di fatto, il giovane, affetto da ansia sociale, con gravi difficoltà nell'approcciarsi con le persone, depressione cronica e dipendenza dalla morfina, in cura presso Krista Gordon, una psicanalista interpretata da Gloria Reuben, riesce a vedere le persone solo come dei computer da craccare per scoprire com'è fatta la loro personalità, scandagliando per bene i loro profili sui social network ed i contenuti dei loro hard disk. Infine, al termine del suo "rapporto" con essi, Elliot li "archivia" in dei dischi che conserva a casa sua.
Ma la sua vera ragione di vita è rappresentata essenzialmente dalla ricerca di un modo per distruggere e sconfiggere quella che lui vede come la radice di tutti i mali della società moderna, ovvero la E Corp, da lui chiamata e soprannominata "Evil" Corp, dopo essere riuscito a riprogrammare letteralmente il suo cervello, in modo che chiunque pronunci o veda qualcosa riguardante questa corporazione la chiami così come lui preferisce.

Il logo della E Corp: a sinistra com'è realmente e a destra come viene visto da Elliot dopo l'auto-riprogrammazione mentale
Questa corporazione statunitense riveste all'incirca il 90% dell'economia mondiale ed è responsabile di moltissimi atti criminosi, come scoperto durante i vari hacking di Elliot, tra i quali rientra proprio il più grave  di tutti agli occhi del giovane hacker: l'azienda causò, quando il ragazzo aveva solo 8 anni, la morte di suo padre Edward, poiché lo sversamento ed interramento illegale di rifiuti tossici, nella zona in cui la famiglia Alderson viveva, e dal quale la E(vil) Corp la fece franca, grazie al suo vasto potere, fece ammalare di tumore moltissime persone, tra le quali anche il padre di Elliot per l'appunto.
L'occasione della tanto agognata vendetta si presenta improvvisamente sotto forma del fantomatico e misteriosissimo Mr. Robot, un uomo, all'apparenza trasandato, dal cui soprannome deriva il titolo della serie e il cui vero nome è ignoto, interpretato dal mitico Christian Slater.

Mr. Robot, il cui soprannome deriva dalla patch sul suo giubbotto
L'oscuro individuo cerca più volte un contatto col ragazzo, seguendolo più volte in metropolitana ed approfittando finalmente di una buona occasione (il treno completamente vuoto, ad eccezione di loro due) per manifestare le sue vere intenzioni. Scesi ad una stazione precisa, Mr. Robot attira Elliot nella sua tela di ragno per spiegargli le ragioni del suo continuo pedinamento.


L'uomo è un hacker ed anarchico-insurrezionalista, pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo: distruggere proprio la E(vil) Corp ed azzerare automaticamente in questa maniera i debiti di tutti i cittadini del mondo.
Il folle e, almeno all'apparenza, impossibile piano viene inizialmente snobbato da Elliot, ma il ragazzo cambierà idea non appena conoscerà il gruppo di hacker fondato da Mr. Robot, ovvero la FSociety, composta da Darlene (Carly Chaikin), Trenton (Sunita Mani), Romero (Ron Cephas Jones) e Mobley (Azhar Khan).

Da sinistra verso destra: Trenton, Romero, Mobley, Elliot, Mr. Robot e Darlene
Il team, accomunato dagli stessi ideali, ideali condivisi dallo stesso Elliot, ha in mente un piano ben preciso e ben congegnato per fare a pezzi la corporazione più terribile e possente del pianeta, ma la ragione per cui non ha fino a quel momento agito è dovuta essenzialmente al fatto che avevano bisogno di un hacker iper-intelligente e con doti eccezionali, nonché munito di profonde conoscenze della E(vil) Corp. Infatti, la Allsafe, l'azienda per cui lavora Elliot, ha come maggiore cliente proprio la E(vil) Corp ed Elliot ne è proprio il supervisore principale. E' per questa ragione che il ragazzo dovrà compiere un'ardua scelta, che minerà ancor di più la sua salute psico-fisica: schierarsi dalla parte della FSociety, compiendo finalmente la sua vendetta, liberando l'umanità dal giogo del debito economico e andando contro le leggi, oppure preferire il quieto vivere e decidere di condurre una normale esistenza?
L'intricata trama della serie TV gravita quindi intorno a questo grande interrogativo e dubbio esistenziale del protagonista, dal quale scaturiscono poi le innumerevoli vicende e disavventure di tutti coloro i quali hanno a che fare con Elliot, prime fra tutti le tre donne più importanti di Mr. Robot, ovvero Angela (Portia Doubleday), Darlene e Shayla (Frankie Shaw).

Da sinistra verso destra: Angela, Darlene e Shayla
La prima è probabilmente la sola ed unica vera amica del complesso Elliot, il cui rapporto cominciò durante la loro infanzia, poiché anche Angela perse un genitore, ovvero sua madre, a causa dei rifiuti tossici della E(vil) Corp. In quell'infausta occasione i due bambini si conobbero e da allora vissero a stretto contatto, andando perfino a lavorare nella stessa azienda, dato che anche la ragazza è una collega di Elliot alla Allsafe. Il protagonista, come si capisce varie volte, prova qualcosa di più di una semplice amicizia e forse ne è anche ricambiato, ma il loro rapporto sarà messo più volte a dura prova durante la stagione ed il loro posizionamento nella scacchiera della guerra contro la E(vil) Corp al termine del decimo episodio sarà del tutto imprevedibile.
Darlene invece, come già detto, è una brillante hacker e la vice di Mr. Robot in sua assenza. Stringe subito uno stravagante rapporto d'amicizia con Elliot, per nulla abituato e del tutto a disagio nell'avere a che fare con persone fin troppo euforiche e strambe come lei. La ragazza, nonostante la sua apparente frenesia ed il forte anticonformismo, nasconde però un incredibile ed impressionante segreto che lascerà attonito il protagonista ed anche il suo amico immaginario, ovvero noi spettatori.
Infine, la terza è l'irruenta, ma al tempo stesso dolce e fragile, vicina di casa di Elliot e la sua spacciatrice di fiducia. I due ragazzi condividono un tormentato rapporto di amicizia/amore e più volte il protagonista si metterà nei guai per Shayla, al fine di proteggerla dalle sue amicizie pericolose. Il culmine della loro relazione sarà anch'esso tutt'altro che prevedibile.
Tuttavia, la cosa più grave per Elliot sarà l'incontrare colui che incarna tutti gli ideali deviati e malsani della E(vil) Corp, un uomo all'apparenza simpatico, carismatico ed affascinante, la cui vera personalità è in realtà impregnata di ambizione, cinismo, totale assenza di scrupoli di coscienza e psicopatia. Il suo nome è Tyrell Wellick, il vicepresidente anziano della sezione tecnologica della E(vil) Corp interpretato da Martin Wallström.

Tyrell Wellick
La stranezza di questo fantomatico personaggio si rivelerà sin da subito già solo dal fatto che, come sottolineato da Elliot, a differenza dei normali uomini d'affari, tipici utilizzatori di sistemi operativi omologati, come Microsoft, Apple o BlackBerry, Tyrell sia un amante dei sistemi liberi basati sulla piattaforma GNU/Linux, esattamente come il protagonista.
I timori e i dubbi di Elliot su Wellick si riveleranno fondati con l'evolversi della trama e le loro vite si intrecceranno, in un rapporto di antitesi che raggiungerà il culmine nell'assurdo epilogo della season 1.
Ma, anche degli hacker brillanti come i membri della FSociety hanno comunque bisogno di un valido alleato per attuare un colpaccio come quello di disintegrare un'enorme corporazione ben radicata e, di fatto, questo alleato si manifesterà sotto le sembianze di quello che sarà il personaggio più enigmatico di Mr. Robot, interpretato dal poliedrico BD Wong (famoso per la sua interpretazione del dottor Henry Wu in Jurassic Park e Jurassic World), le cui brevissime apparizioni lasceranno del tutto sbigottiti ed increduli gli spettatori: mi riferisco a White Rose, nome hacker del leader della Dark Army, il più terribile e leggendario gruppo di cybercriminali cinesi.

White Rose, leader della Dark Army
Come potete vedere, si tratta di un trans... O forse no? Fate dunque bene attenzione a lui, poiché appunto assisterete a qualcosa di scioccante ed eclatante.
Tirando infine le somme, posso ben dire di essere stato totalmente rapito ed attratto da Mr. Robot come una lucciola da una fonte di luce: regia eccezionale (il pilot, ad esempio, è stato diretto da Niels Arden Oplev, regista di Uomini Che Odiano Le Donne), musiche azzeccatissime, per via del loro ritmo incalzante e per niente monotono, trama mai e sottolineo mai noiosa e lenta, bensì vivace ed adrenalinica in qualsiasi momento, nonché recitazioni eccellenti da parte di tutto il cast, nessuno escluso.
In aggiunta a tutto ciò, come ho già detto prima, questo è finalmente il primo, vero prodotto che mostra come si svolge la vera vita degli hacker, spezzando una lancia a loro favore, poiché si capisce una volta per tutte che non si tratta di gente malvagia, bensì di persone con una morale ben definita ed un preciso codice etico, e debellando dalla mente dello spettatore tutte le generalizzazioni riguardanti questa incredibile figura informatica, facendo una netta distinzione tra hacker e cybercriminale, noto anche come cracker.
In conclusione, sottolineo un ultimo ma non meno importante aspetto interessante di questa serie TV, che ha aumentato molto la sua stupenda originalità: l'autoironia e le citazioni di film leggendari. Infatti, il primo aspetto si mostra essenzialmente in una delle puntate iniziali, nella quale si assiste ad un'aspra critica rivolta proprio contro il film Hackers, di cui vi parlai nell'articolo dedicato ad hackers e crackers, da parte di Romero e Mobley, che ripetono esattamente ciò che tutti i cowboy della console affermarono all'epoca in cui uscì la pellicola, nel 1995, aggiungendo una divertentissima nota autoironica riguardante la certezza di Romero sul fatto che sicuramente un altro regista statunitense, nel momento in cui stanno parlando, starà realizzando addirittura una serie TV sballata e del tutto fuorviante sugli hacker, riferendosi comicamente proprio a Mr. Robot.
Il secondo aspetto invece si mostra sempre nei primi episodi, quando Mr. Robot fa il discorso di incitamento e convincimento di Elliot ad unirsi alla FSociety, che ricalca molto l'epica discussione della Pillola Rossa e della Pillola Azzurra tra Morpheus e Neo in Matrix, e dopo uno dei primi successi della FSociety, con Darlene che smorza l'euforia del gruppo, che ha solo vinto una battaglia ma non la guerra, citando la frase più famosa e laconica del pragmatico Winston Wolfe, interpretato da Harvey Keitel in Pulp Fiction.
Dunque, Mr. Robot è assolutissimamente promosso a pieni voti da parte mia e lo straconsiglio a chiunque sia interessato a farsi una cultura sugli hacker, o anche solo a capire cosa significhi vivere su questo pianeta oggigiorno, visto che moltissimi dei temi trattati, all'apparenza un po' cospirazionisti, si rivelano, se non la verità dei fatti, un'ottima metafora per capire gli enormi difetti e capricci della società attuale, dedita al consumismo più sfrenato e all'alienazione dalla propria vera personalità, al fine di adattarsi alla massa informe, massa dalla quale Elliot, con grande difficoltà e dolore, cerca il più possibile di discostarsi.
Sam Esmail ha affermato che c'è abbastanza materiale in cantiere per realizzare almeno altre 5-6 stagioni, cosa che spero venga davvero attuata nei fatti, quindi vi auguro buona visione (al momento non si sa ancora quando la season 1 verrà trasmessa in Italia, perciò andate con il solito e mitico English subbed Italian!), fornendovi anche un assaggio con il trailer qui sotto.
Vi do infine appuntamento all'anno prossimo con la season 2, immediatamente confermata subito dopo la messa in onda dell'episodio pilot, rivelatosi un vero e proprio successone, e vi pongo un ultimo quesito:

Are you ready for the revolution?



P.S. Vi consiglio di fare una capatina anche sulla pagina ufficiale di Mr. Robot su Facebook, già solo per il fatto che lo staff risponde e parla esattamente come fanno i membri della FSociety, una cosa davvero stupenda che rende più partecipi e vicini gli spettatori!
Buon divertimento!

Il trailer:


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