martedì 29 dicembre 2015

Recensione Flash: Le streghe son tornate


Anno e Nazione di Produzione: Spagna 2013

Titolo originale: Las brujas de Zugarramurdi

Distribuzione in Italia: Officine Ubu

Genere: Commedia

Durata: 112 minuti

Cast: Carmen Maura, Hugo Silva, Mario Casas, Carolina Bang, Terele Pavez, Gabriel Delgado

Regista: Alex De la Iglesia

Josè, separato e padre del piccolo Sergio, non è mai stato un grande lavoratore. Con gli alimenti da versare all'ex moglie e la voglia di non deludere e perdere il figlio, si inventa una rapina ad un Compro Oro, al centro di Madrid. Messa su una banda sui generis ed incassata la refurtiva, i ladri sono subito rintracciati dalla Polizia: preso al volo un taxi, Josè, Sergio che l'ha aiutato durante il colpo, e l'altro membro dell'improbabile banda, Antonio, requisiscono il taxi di Manuel che si unisce a loro in un impeto di ribellione alla sua vita. Diretti al nord, verso la Francia. Non sanno che lungo la strada verso la libertà, dovranno attraversare Zugarramurdi: il paese delle streghe.
Il regista spagnolo Alex De la Iglesia ritorna in sala nel 2013 con Le streghe son tornate, commedia demenziale e, allo stesso tempo, intelligente. Ho potuto vedere il film grazie ai Lunedì di Repubblica, in collaborazione con MyMoviesLive, che ogni primo giorno della settimana offre lo streaming gratuito di un film selezionato da Repubblica e MyMovies: da mesi seguo la loro programmazione e vedo i film, e vi consiglio questa piattaforma anche perché la selezione di film è sempre molto interessante.


Comunque, tornando al film, mi aspettavo qualcosa come Facciamola Finita, invece Le streghe son tornate ha anche il suo carico di riflessioni dietro le risate. Le streghe, usate nel film anche come una metafora, non sono altro che devote di un credo che reputa il Creatore un'entità femminile, e non maschile. Questo spunto dà il via, così, alla carrellata di differenze tra i due sessi. Il regista lascia allo spettatore le conclusioni: che le differenze dividono (sono "streghe", sono esseri malefici e da combattere), che ci saranno sempre ma è meglio far finta che non esistono (Josè dice della strega Eva, di cui si innamora: lei è così e non la cambierei, ha carattere e questo mi piace!) e che nelle difficoltà, la sempiterna crisi economica, è meglio essere uniti (Eva e Josè che si alleano e superano, appunto, le differenze). Cast pimpante e all'altezza, in primis la grande ed eclettica Carmen Maura, seguita da Hugo Silva e Carolina Bang. Da vedere!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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martedì 22 dicembre 2015

Recensione Flash: Io, Robot


Titolo originale: I, Robot

Anno e nazione di produzione: USA 2004

Distribuzione in Italia: 20th Century Fox Italia

Genere: Azione/Fantascienza/Poliziesco

Durata: 115 minuti

Cast: Will Smith, Bridget Moynahan, Alan Tudyk, James Cromwell, Bruce Greenwood, Chi McBride, Shia LaBeouf, Jerry Wasserman, Terry Chen

Regista: Alex Proyas

Tra le tante fissazioni mie, una delle più forti, come ben sapete, è il sottogenere fantascientifico cyberpunk e, nello specifico, quello riguardante l'I.A., ovvero l'Intelligenza Artificiale.
Quindi, dopo la mia amatissima trilogia di Matrix e la saga di Terminator (a cui si è aggiunto recentemente Terminator Genisys, non potevo non parlarvi di un altro mitico film, che ho visto già tempo fa e che volevo appunto aggiungere al catalogo cinematografico cyberpunk di Incursioni Cinemaniache: Io, Robot.
Di fatto, questa pellicola del 2004, diretta dal grande Alex Proyas, già regista dell'epico Il Corvo e di un altro film distopico, ovvero Dark City, è stata una dei tanti capolavori, insieme ad Equilibrium, ad esempio, derivati appunto dalla trilogia dei Wachowski, che vede come protagonista proprio uno dei tanti attori che hanno rifiutato, pentendosi successivamente, il ruolo di Neo, andato poi (per fortuna!) al grande Keanu Reeves, cioè Will Smith.
La storia di Io, Robot è basata proprio sull'omonima antologia di Isaac Asimov e ricalca del tutto la questione delle famose Tre Leggi della Robotica, che ogni androide deve rispettare, e di come esse siano fallaci e piene di difetti, poiché semplici da infrangere, per via dell'I.A. che riesce a raggiungere una coscienza ed autocoscienza di sé.
Assistiamo dunque alle vicende di Del Spooner (Will Smith), un detective di polizia della Chicago del 2035 che, a differenza di tutti gli altri umani, ormai del tutto in armonia con i robot positronici, assistenti domestici e lavoratori instancabili, creati dalla famosa ditta U.S. Robotics del magnate Lawrence Robertson (Bruce Greenwood, famoso per aver interpretato anche il Presidente degli Stati Uniti in National Treasure 2: Il Mistero Delle Pagine Perdute), vive da solo e alla vecchia maniera, ovvero rifiutando qualsiasi innovazione tecnologica, prima fra tutte proprio la presenza di qualsivoglia androide in casa, che lui odia dal profondo per via di un gravissimo trauma subito recentemente (di cui non vi parlerò, per evitare di fare spoiler) che lo affligge con tormentosi incubi ricorrenti.
La sua vita sembra trascorrere tranquilla finché, alla vigilia dell'arrivo sul mercato della nuovissima generazione di robot della U.S. Robotics, ovvero i modelli NS-5, che sostituiranno tutte le vecchie generazioni nelle case dell'intero pianeta, il dottor Alfred Lanning (James Cromwell), brillante scienziato e fondatore della ditta, affidata poi a Robertson, lo convoca personalmente tramite un dispositivo olografico con una registrazione enigmatica, dopo essersi suicidato.
Spooner, molto legato al dottore proprio per via del suo trauma passato, inizierà quindi ad indagare, poiché non accetta affatto di credere alla teoria del suicidio, nonostante tutte le prove dimostrino il contrario, e, grazie alla psicologa Susan Calvin (Bridget Moynahan), esperta di Intelligenza Artificiale, fa la rocambolesca conoscenza di Sonny, un NS-5, assistente di Lanning, specialissimo, perché totalmente diverso da quelli in arrivo sul mercato, per via della sua incredibile e scioccante capacità di decidere di sua spontanea iniziativa se seguire o no le Tre Leggi.
Del, pieno di pregiudizi nei confronti della razza androide (un problema che, tantissime volte, scatenerà le ire del suo capo e le denigrazioni da parte dei suoi colleghi), immediatamente sospetterà di Sonny, ma insieme alla dottoressa Calvin, capirà poi che la verità non è affatto quel che sembra e che il suo essere prevenuto sarà un'arma a doppio taglio, che lo spingerà sempre più in un vortice pericolosissimo che lo isolerà da tutto e tutti, finché non accadrà un gravissimo evento che sconvolgerà le sorti dell'intero pianeta.
Riuscirà Spooner a risolvere questo cocente caso?
Come già detto, Io, Robot, essendo una pellicola di genere cyberpunk, mi è piaciuto parecchio sin da subito, sia per le scene adrenaliniche che per il mistero che avvolge la morte del dottor Lanning, ma soprattutto perché uno dei temi più importanti di questo filone fantascientifico, ovvero l'I.A. che, viste le ultime scoperte nel campo della robotica (vi basti vedere, ad esempio, cosa è in grado di fare il robot ATLAS della Boston Dynamics), sta diventando, man mano, sempre più reale, si mostra in tutte le sue complicate sfaccettature.
Il mio plauso va a tutto il cast, ma soprattutto a Will Smith che, come sempre, riesce ad incastonare alla perfezione la sua verve comica anche in film seri come questo, e ad Alan Tudyk, bravissimo nell'aver interpretato Sonny.
Consiglio dunque a tutti Io, Robot e vi auguro buona visione con il trailer della pellicola.

Il trailer:


Consigliato: Assolutamente sì

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giovedì 17 dicembre 2015

Recensione Flash: A Napoli non piove mai


Anno e Nazione di Produzione: Italia 2015

Distribuzione: Mediterranea

Genere: Commedia

Durata: 90 minuti

Cast: Sergio Assisi, Ernesto Lama, Valentina Corti, Nunzia Schiano, Francesco Paolantoni, Gaetano Amato

Regista: Sergio Assisi

Barnaba ha quarant'anni. "Trentotto, veramente", continua a ripetere a chiunque lo spinga verso un lavoro vero e ad assumersi le responsabilità proprie della sua età. Lui, invece, sta bene a casa accudito dalla mamma, e preferisce fare fotografie coltivando il sogno di esporle, un giorno, in una mostra. Perché lui è un sognatore, e ha sogni da vendere, anche per chi non sogna più. Il padre, però, non crede in lui e lo caccia di casa. Barnaba, così, inizia il suo pellegrinaggio per le strade di Napoli, sperando che qualcuno lo possa accogliere: Jacopo, suicida incallito e suo amico di scuola, lo ospita. Nello stesso momento, alla stazione arriva Sonia: deve restaurare un dipinto in una delle chiese della città. Il suo arrivo a Napoli non sarà tranquillo e senza intoppi, la città le mostra subito il suo lato più giocoso. I due ragazzi, poi, si incontreranno proprio nella chiesa dove Sonia sta restaurando il quadro: Barnaba è lì per chiedere un'improbabile grazia per un bancomat miracoloso, lei a lottare contro una fastidiosa sindrome di Stendhal. Due sognatori, insieme, possono farcela.


Primo film da regista, ma anche da sceneggiatore, per Sergio Assisi. Conosciuto soprattutto per le fiction, io ricordo però il suo Ferdinando nel film di Lina Wertmuller, che mi piacque parecchio. A Napoli non piove mai è, prima di tutto, una dichiarazione d'amore del regista e attore verso la sua città e alla comicità napoletana: ne è un esempio la scena in cui Barnaba e Jacopo stanno vedendo Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo. La commedia, leggera e spensierata, tocca anche registri naive grazie ai personaggi principali: Barnaba, un Peter Pan tenace a non voler crescere e rinunciare ai suoi sogni. E Sonia, artista e restauratrice con la sua divertente sindrome di Stendhal. Come dimenticare poi Jacopo e il pompiere Francesco Paolantoni, e tutto il resto del cast che incornicia a dovere la comica follia dei protagonisti. Decisamente buona la prima per Assisi, nuovo ambasciatore partenopeo. Per le vie e i vicoli di Napoli, con l'odore di mare che avvolge, sognare è facile.

Il trailer:


Consigliato: Sì

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martedì 15 dicembre 2015

Recensione Flash: L'Immortale


Titolo originale: L'Immortel

Anno e nazione di produzione: FRA 2010

Distribuzione in Italia: Eagle Pictures

Genere: Azione/Drammatico

Durata: 117 minuti

Cast: Jean Reno, Kad Merad, Jean-Pierre Darroussin, Marina Foïs, Richard Berry, Dominique Thomas

Regista: Richard Berry

Si può essere immortali?
Bé, questa è una domanda da porre a Jacky Imbert, padrino della mafia marsigliese che, nel 1977, sopravvisse inspiegabilmente ad un gravissimo attentato in un parcheggio della città, dopo essere stato letteralmente crivellato da ben 22 colpi di arma da fuoco.
E' da questa vicenda che il regista ed attore Richard Berry (che, tra l'altro, interpreta anche uno dei due cattivi nella pellicola), affiancato dall'onnipresente Luc Besson alla produzione, ha preso ispirazione nel 2010 per realizzare il film L'Immortale, col mitico Jean Reno nel ruolo del protagonista.
Assistiamo infatti alle vicissitudini di Charles "Charly" Matteï (Jean Reno), ex boss mafioso di Marsiglia, pentitosi dopo tanti anni e ritiratosi dai suoi loschi affari per dedicarsi interamente alla sua famiglia, composta dalla ex moglie e dalla figlia avuta con lei, nonché dalla sua seconda consorte ed il figlio secondogenito avuto da lei e dalla sua anziana madre.
Tutto sembra ormai scorrere tranquillamente perfino per lui, che un tempo era noto come il "Pazzo", per la sua enorme crudeltà e barbarie nei confronti dei suoi rivali, quando, improvvisamente, di ritorno in città con suo figlio da una visita a casa della madre, Charly fa scendere il bambino per andare ad assistere ad uno spettacolo di strada e, dopo aver lasciato la sua auto in un parcheggio lì vicino, viene assalito da una banda di 8 individui incappucciati e viene letteralmente massacrato senza pietà da ben 22 colpi di arma da fuoco.
Salvatosi inspiegabilmente per miracolo, Charly, da quel momento in poi divenuto famoso anche come l'"Immortale", richiama i suoi vecchi e fedeli scagnozzi per indagare e scoprire chi c'è dietro a tutto questo.
Una volta saputa la verità, l'ex boss, stupito e sconcertato, deciderà inizialmente di non fare nulla, ma poi, un ulteriore e tragico evento risveglierà la belva vendicativa che è in lui, ormai pronta a disfarsi una volta per tutte dei suoi ultimi nemici.
Ci riuscirà?
Forse un po' a causa della pochissima pubblicità in Italia, i film d'azione francesi sono molto rari da vedere e scoprire, a differenza di quelli comici, il che è un vero peccato, dato che, a mio parere, L'Immortale ne rappresenta un esempio interessante e ben riuscito, probabilmente proprio grazie alla presenza dietro le quinte di Besson, noto a tutti per il suo saper cimentarsi magistralmente in vari generi cinematografici.
Nulla da dire sul grande Jean Reno che, col passare del tempo, dimostra sempre più la sua immensa bravura, e complimenti vivissimi a Kad Merad, un attore divenuto famoso nel mondo per aver interpretato il protagonista della comicissima pellicola francese Giù Al Nord, che in questo film ha dimostrato la sua poliedricità (non vi rivelo altro per evitare spoiler, quindi se lo vedrete, capirete il perché).
Consiglio dunque L'Immortale ad un pubblico ovviamente adulto, viste le numerose scene di violenza presenti, e vi auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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venerdì 11 dicembre 2015

The First Time I met...Marion Cotillard


Giorni fa, dando un'occhiata ai post del blog mi accorgo con orrore che non ho scritto nulla di approfondito sulla Divina: Marion Cotillard. Chi segue il blog dagli inizi, sa che perdo quasi completamente l'obiettività con madame. Marion è Marion, e per me qualsiasi cosa faccia è eccelsa. E pensare che stava per mollare la recitazione.

Volete scoprire la storia della diva francese? Allora proseguite la lettura...


Marion Cotillard nasce a Parigi, il 30 settembre 1975.
La sua è una famiglia di artisti: i genitori lavorano nel mondo del cinema e del teatro, e i due fratelli minori, gemelli, Quentin e Guillaume, sono regista e scultore. Si trasferiscono nei pressi di Orléans, dove la piccola Marion trascorre l'infanzia e l'adolescenza. Respirando recitazione fin dalla culla, era impossibile sfuggire a questo percorso, quasi predestinato ma illuminato dal suo grande talento, molto precoce. I genitori la coinvolgono, fin da piccola, negli spettacoli che mettono in scena e, a sedici anni è stata la più giovane allieva ammessa al Conservatorio d'Arte Drammatica di Orléans. Terminati i tre anni di studio, si lancia nei provini: il suo debutto è ne L'histoire du garçon qui voulait qu'on l'embrass di Philippe Harel e ne Il pianeta verde di Coline Serrau. Non va granché bene, così Marion scoraggiata e propensa a cambiare rotta, partecipa ai provini di Taxxi: inaspettatamente per lei, il produttore Luc Besson le assegna la parte di Lily, la compagna del protagonista. Da quel momento sarà tutto in discesa: finalmente il mondo si è accorto della sua bravura e le nomination ai Cesar, gli Oscar francesi, inizieranno a piovere.


Parteciperà a Big Fish di Tim Burton, e ad Una lunga domenica di passioni di Jean Pierre Jeunet per cui vincerà il Cesar. In seguito Mary di Abel Ferrara, al fianco di Juliette Binoche. La Cotillard è ormai molto richiesta anche ad Hollywood, così nel 2006 arriva la sua prima importante parte internazionale, nel film di Ridley Scott, Un'ottima annata con Russell Crowe...


Ed è proprio con questo film che ho scoperto Marion Cotillard, la prima volta l'ho incontrata grazie a Ridley. L'unica cosa che sapevo di questo film è che parlasse di vino e che fosse ambientato in Francia. Per me che sono astemia, il vino proprio non era un'attrattiva a spingermi verso il film, però mi ha incuriosito questo esperimento di Scott e poi alla Provenza non si può dire no. Ah, giusto: c'è Russell! Inizio a vedere il film, e compare lei...


Fanny Chenal, la vulcanica proprietaria di bistrot che non solo incanta Crowe, ma anche me e milioni di spettatori in tutto il mondo. Alla sua prima grande prova internazionale, Marion fa decisamente centro. Poco dopo, il regista Olivier Dahan le propone la parte di Edith Piah nel biopic La vie en rose. I produttori non erano d'accordo: volevano qualcuno che fosse più vendibile sul mercato internazionale. Audrey Tautou sarebbe stata perfetta ma, Dahan non molla: insiste per la Cotillard, in cui ha rivisto una giovane La môme (soprannome della Piaf). I produttori acconsentono ma, tagliano il budget. Così inizia una nuova, grande avventura per Marion. Deve impersonare l'icona francese dai diciannove ai quarantasette anni, sottoponendosi non solo ad una trasformazione fisica ma anche psicologica, avventurandosi nell'animo della Piaf: "Mi hanno rasato i capelli per alzare la fronte, ogni giorno sei ore di trucco per somigliare a Edith. La voce è stato l'ostacolo più difficile, imparare a muovere le labbra nei playback", ha raccontato l'attrice, che della Piaf dice: "Donna egoista, tirannica, ma anche estremamente generosa, un'icona della musica, sempre in bilico tra felicità e autodistruzione". 




Un'interpretazione passionale, pulsante, viscerale e vitale seppur si muova in una vita fatta quasi esclusivamente di sofferenze: la performance della Cotillard entra nella storia della recitazione e vince Oscar, Golden Globe, Cesar e Bafta.
Negli anni a seguire, Marion ha continuato a giostrarsi tra film d'autore, in cui traspare il suo grande carisma, e blockbuster. Sta per tornare al cinema con l'attesissimo Macbeth (in uscita in Italia il 5 gennaio) accanto a Michael Fassbender, e sta filmando Assassin's Creed e il nuovo di Robert Zemeckis, per la prima volta accanto a Brad Pitt
Ora mi capite perché dico che Marion è Marion?




Film recensiti su Incursioni Cinemaniache che vedono protagonista l'attrice:


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giovedì 10 dicembre 2015

Golden Globe Awards 2016: ecco le nomination!


Annunciate poco fa le nomination per i Golden Globe 2016: ECCOLE! 


C'è chi ha collezionato ben due nomination per categorie distinte, come Alicia Vikander. Un film che inevitabilmente doveva ricevere doppia nomination nella categoria principale: Carol di Todd Haynes nominate Cate Blanchett e Rooney Mara. Il film di Haynes, con Spotlight e The Revenant di Inarritu, che ha ricevuto anche la nomination per la miglior regia, sono tra i favoriti anche agli Oscar. Altra inevitabile nomination quella per DiCaprio nella categoria più importante del premio. Nomination agli attori per il film Jobs, a Michael Fassbender e Kate Winslet. Per Quentin Tarantino solo le nomination per la miglior sceneggiatura, miglior colonna sonora ad Ennio Morricone e miglior attrice non protagonista a Jennifer Jason Leigh. Ritorna Jennifer Lawrence, super favorita anche agli Academy. Molto bene per The Martian di Ridley Scott. Amy Schumer mattatrice anche ai Golden Globe: negli USA sono decisamente impazziti per lei. Nulla di fatto per l'Italia nella categoria miglior film straniero: Jane Fonda riceve, però, la nomination come miglior attrice non protagonista in Youth.
Per la TV, prime nomination per Outlander e Mozart in the Jungle, rispettivamente di Starz e Amazon che ha vinto l'anno scorso con Transparent, anche quest'anno presente nelle nomination. Ritornano Gina Rodriguez (Jane The Virgin) e Joanne Froggatt (Downton Abbey), già vincitrici l'anno scorso nelle medesime categorie. Bene anche Mr. Robot ed Empire, mentre le rivelazioni sono Flesh and Bone e la stra-premiata serie TV agli scorsi Emmy, Veep.

CINEMA

MIGLIOR FILM - DRAMMATICO

CAROL
MAD MAX: FURY ROAD
THE REVENANT
ROOM
SPOTLIGHT

MIGLIOR FILM - COMMEDIA O MUSICAL

LA GRANDE SCOMMESSA
JOY
SOPRAVVISSUTO - THE MARTIAN
SPY
UN DISASTRO DI RAGAZZA

MIGLIOR REGISTA

TODD HAYNES - CAROL
ALEJANDRO GONZALEZ INARRITU - THE REVENANT
TOM MCCARTY - SPOTLIGHT
GEORGE MILLER - MAD MAX: FURY ROAD
RIDLEY SCOTT - THE MARTIAN

MIGLIOR ATTORE - DRAMMATICO

BRYAN CRANSTON - TRUMBO
LEONARDO DICAPRIO THE REVENANT
MICHAEL FASSBENDER - JOBS
EDDIE REDMAYNE THE DANISH GIRL
WILL SMITH - CONCUSSION

MIGLIOR ATTRICE - DRAMMATICO

CATE BLANCHETT - CAROL
BRUE LARSON - ROOM
ROONEY MARA - CAROL
SAOIRSE ROAN - BROOKLYN
ALICIA VIKANDER - THE DANISH GIRL

MIGLIOR ATTORE - COMMEDIA O MUSICAL

CHRISTIAN BALE - LA GRANDE SCOMMESSA
STEVE CARELL - LA GRANDE SCOMMESSA
MATT DAMON - THE MARTIAN
AL PACINO - DANNY COLLINS
MARK RUFFALO - INFINITE POLAR BEAR

MIGLIOR ATTRICE - COMMEDIA O MUSICAL

JENNIFER LAWRENCE - JOY
MELISSA MCCARTHY - SPY
AMY SCHUMER - UN DISASTRO DI RAGAZZA
MAGGIE SMITH - THE LADY IN THE VAN
LILY TOMLIN - GRANDMA

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

PAUL DANO - LOVE AND MERCY
IDRIS ELBA - BEASTS OF NO NATION
MARK RYLANCE - BRIDGE OF SPIES
MICHAEL SHANNON - 99 HOMES
SYLVESTER STALLONE - CREED

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

JANE FONDA - YOUTH
JENNIFER JASON LEIGH - THE HATEFUL EIGHT
HELEN MIRREN - TRUMBO
ALICIA VIKANDER - EX MACHINA
KATE WINSLET - JOBS

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE

ALEXANDRE DESPLAT - THE DANISH GIRL
CARTER BURWELL - CAROL
DANIEL PEMBERTON - JOBS
ENNIO MORRICONE - THE HATEFUL EIGHT
RYUICHI SAKAMOTO E ALVA NOTO - The Revenant


MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

ANOMALISA
INSIDE OUT
IL VIAGGIO DI ARLO
SNOOPY AND FRIENDS
SHAUN - VITA DA PECORA

MIGLIOR FILM STRANIERO

MUSTANG
THE CLUB
THE FENCER
THE BRAND NEW TESTAMENT
SON OF SAUL

TELEVISIONE

MIGLIOR SERIE DRAMMATICA

EMPIRE
GAME OF THRONES
MR. ROBOT
NARCOS
OUTLANDER

MIGLIOR SERIE COMMEDIA O MUSICAL

CASUAL
MOZART IN THE JUNGLE
ORANGE IS THE NEW BLACK
SILICON VALLEY
TRANSPARENT 
VEEP

MIGLIOR MINISERIE O FILM TV

AMERICAN CRIME
AMERICAN HORROR STORY HOTEL
FARGO
FLESH AND BONE
WOLF HALL

MIGLIOR ATTORE - DRAMMATICO

JON HAMM - MAD MEN
RAMI MALEK - MR. ROBOT
WAGNER MOURA - NARCOS
BOB ODENKIRK - BETTER CALL SAUL
LIEV SCHREIBER - RAY DONOVAN

MIGLIOR ATTRICE - DRAMMATICO

CAITRIONA BALFE - OUTLANDER
VIOLA DAVIS - LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO
EVA GREEN - PENNY DREADFUL
TARAJI P. HENSON - EMPIRE
ROBIN WRIGHT - HOUSE OF CARDS

MIGLIOR ATTORE - COMMEDIA O MUSICAL

AZIZ ANZARI - MASTER OF NONE
GAEL GARCIA BERNAL - MOZART IN THE JUNGLE
ROB LOWE - THE GRINDER
PATRICK STEWART - BLUNT TALK
JEFFREY TAMBOR - TRANSPARENT

MIGLIOR ATTRICE - COMMEDIA O MUSICAL

RACHEL BLOOM - CRAZY EX-GIRLFRIEND
JAMIE LEE CURTIS - SCREAM QUEENS
JULIA LOUIS-DREYFUS - VEEP
GINA RODRIGUEZ - JANE THE VIRGIN
LILY TOMLIN - GRACE AND FRANKIE

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE O FILM TV

IDRIS ELBA - LUTHER
OSCAR ISAAC - SHOW ME A HERO
DAVID OYELOWO - THE NIGHTINGALE
MARK RYLANCE - WOLF HALL
PATRICK WILSON - FARGO

MIGLIOR ATTRICE IN UNA MINISERIE O FILM TV

KIRSTEN DUNST - FARGO
LADY GAGA - AMERICAN HORROR STORY HOTEL
SARAH HAY - FLESH AND BONE
FELICITY HUFFMAN- AMERICAN CRIME
QUEEN LATIFAH - BESSIE

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM TV

ALAN CUMMING - THE GOOD WIFE
DAMIEN LEWIS - WOLF HALL
BEN MENDELSOHN - BLOODLINE
TOBIAS MENZIES - OUTLANDER
CHRISTIAN SLATER - MR. ROBOT

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM TV

UZO ADUBA - ORANGE IS THE NEW BLACK
JOANNE FROGGATT - DOWNTON ABBEY
REGINA KING - AMERICAN CRIME
JUDITH LIGHT - TRANSPARENT
MAURA TIERNEY - THE AFFAIR


Nessuna sorpresa, anzi: quest'anno rispetto al precedente forse più prevedibilità per un premio che di solito, scova e individua, innova e cambia. Serata di premiazione il 10 gennaio, presentata da Ricky Gervais. Il Cecil B. De Mille, premio alla carriera, nel 2016 va a Denzel Washington.

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lunedì 7 dicembre 2015

Recensione Flash: Terminator Genisys


Anno e nazione di produzione: USA 2015

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Azione/Fantascienza

Durata: 126 minuti

Cast: Arnold Schwarzenegger, Jason Clarke, Emilia Clarke, Jai Courtney, J. K. Simmons, Dayo Okeniyi, Matt Smith, Courtney B. Vance, Michael Gladis, Sandrine Holt, Lee Byung-hun

Regista: Alan Taylor

E dopo aver visto e recensito la ex tetralogia di Terminator, potevo forse esimermi dal vedere il tanto atteso e discusso quinto capitolo, ovvero Terminator Genisys?
Certo che no, soprattutto perché su questa pellicola se ne sono appunto dette di cotte e di crude già subito dopo l'annuncio ufficiale della sua produzione.
Il perché è semplice: i fan, ormai stanchi della piega monotona che aveva preso la saga, dal terzo capitolo in poi, non volevano assolutamente rischiare di vedere un altro prodotto come quello o come Terminator Salvation (denigratissimo e sottovalutatissimo in una maniera vergognosa, a mio modesto parere, dato che è stato il solo a spezzare la ripetitività dei film precedenti, come già dissi nella recensione della saga).
Bé, almeno secondo me, questo rischio è stato sfatato, come vedrete già leggendo la trama.
Di fatto, ci ritroviamo nel futuro, e più precisamente nel 2029, con gli umani ormai in enorme vantaggio su Skynet, la terribile I.A. responsabile della decimazione pressoché totale della razza umana durante il famoso "Giorno del Giudizio", ovvero l'apocalisse nucleare da lei scatenata il 29 agosto 1997, con l'acquisizione della sua coscienza ed autocoscienza e del pieno controllo degli arsenali militari del pianeta.
Grazie però appunto alle enormi conoscenze del nemico da parte di John Connor (Jason Clarke), il grande leader della resistenza umana, istruito sin da bambino a questa guerra da sua madre Sarah, come i fan della saga già sanno, Skynet capitola e i soldati umani riescono finalmente a penetrare nel quartiere generale dell'I.A. e dei suoi Terminator, sterminando tutti, ma non riuscendo però ad evitare l'inevitabile: poco prima di cedere, Skynet riesce ad inviare il famoso T-800 del primo film nel 1984, tramite la propria rivoluzionaria macchina del tempo, per uccidere Sarah ed evitare la nascita di John.
Come previsto da John, per fermare l'androide nel passato, si propone Kyle Reese (Jai Courtney), salvato da bambino da John e del tutto ignaro di essere il padre del leader dei ribelli umani. Tutto sembra andare per il meglio, ma mentre sta per essere inviato nel 1984, Kyle intravede appena in tempo Alex (Matt Smith), uno dei soldati di John, rivelatosi essere un nuovo tipo di Terminator, afferrare il suo comandante e contaminarlo con la propria lega metallica in una maniera mai vista prima.
Giunto nel passato, Kyle, già a conoscenza di ciò che deve fare, si ritrova invece con dei ricordi di un passato che non ha mai vissuto e, per di più, braccato da un T-1000, un modello di Terminator a lui del tutto ignoto, poiché mai visto nel suo futuro. Il giovane soldato viene salvato appena in tempo da un T-800 (Arnold Schwarzenegger) dall'aspetto invecchiato e dalla stessa Sarah Connor (Emilia Clarke), che si rivela essere una guerriera armata fino ai denti: i due distruggono velocemente il T-1000, dopo aver fatto lo stesso con il T-800 del passato, e portano Kyle in un luogo sicuro. Lì, Sarah svela la grande verità: il passato conosciuto da Kyle non esiste più, perché Skynet cercò di uccidere la ragazza già nel 1973, ma venne salvata appena in tempo dal T-800, che lei chiama "Papà" e che fu inviato a lei da un individuo del tutto misterioso, dopo aver cancellato la memoria della sua identità nel Terminator, al fine di accudirla ed addestrarla a diventare una combattente, pronta a sfatare una volta per tutte la fine del mondo nel 1997, partendo dalla distruzione del T-800 e del T-1000 e dall'accoglienza di Kyle nel 1984 ed arrivando al viaggio nel tempo verso la data del Giorno del Giudizio, grazie alla macchina creata dallo stesso T-800 noto come "Papà" e "il Guardiano".
Del tutto allibito e frastornato, Reese, memore dei nuovi ricordi della sua infanzia, del tutto riscritta dagli eventi completamente alterati del passato, riesce a ricordarsi che l'apocalisse nucleare non avverrà più il 29 agosto 1997, bensì nel 2017, con l'avvento di "Genisys", un rivoluzionario sistema operativo dietro il quale si cela proprio Skynet.
Giunti nel futuro, i due verranno accolti dal T-800, ancor più invecchiato, ma a sorpresa, anche dallo stesso John Connor, che tuttavia si rivelerà essere un nuovo tipo di essere vivente, una creatura né uomo né macchina che diventerà il loro peggior incubo e il primo baluardo di difesa della rediviva Skynet.
Cosa accadrà quindi? Riusciranno i tre a sconfiggere una volta per tutte il loro nemico?
Come dicevo prima, anch'io temevo che la struttura monotona della saga sarebbe stata nuovamente ripristinata con il ritorno di Schwarzenegger nel cast, ma sono stato fortunatamente smentito sul nascere: la trama di Terminator Genisys, pur mantenendo lo stile dei precedenti capitoli, con tante simpatiche e nostalgiche citazioni, è in realtà molto originale, grazie soprattutto al famoso e furbissimo trucchetto (già visto in X-Men: Giorni Di Un Futuro Passato) dell'azzeramento totale degli eventi visti nelle prime quattro pellicole. Checché ne dicano i fan, in particolare quelli più radicali, a me questo quinto film è piaciuto parecchio (e non perché ci sia la mia bella ed amata "Khaleesi" Emilia Clarke!) e spero davvero che ci sia un sequel o, come annunciato, anche una serie TV, dato che per ora la realizzazione di altri prodotti della saga è momentaneamente sospesa fino al 2016, a causa delle aspettative purtroppo non soddisfatte al botteghino da questa pellicola.
Incrociando dunque le dita, vi auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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