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venerdì 11 dicembre 2015

The First Time I met...Marion Cotillard


Giorni fa, dando un'occhiata ai post del blog mi accorgo con orrore che non ho scritto nulla di approfondito sulla Divina: Marion Cotillard. Chi segue il blog dagli inizi, sa che perdo quasi completamente l'obiettività con madame. Marion è Marion, e per me qualsiasi cosa faccia è eccelsa. E pensare che stava per mollare la recitazione.

Volete scoprire la storia della diva francese? Allora proseguite la lettura...


Marion Cotillard nasce a Parigi, il 30 settembre 1975.
La sua è una famiglia di artisti: i genitori lavorano nel mondo del cinema e del teatro, e i due fratelli minori, gemelli, Quentin e Guillaume, sono regista e scultore. Si trasferiscono nei pressi di Orléans, dove la piccola Marion trascorre l'infanzia e l'adolescenza. Respirando recitazione fin dalla culla, era impossibile sfuggire a questo percorso, quasi predestinato ma illuminato dal suo grande talento, molto precoce. I genitori la coinvolgono, fin da piccola, negli spettacoli che mettono in scena e, a sedici anni è stata la più giovane allieva ammessa al Conservatorio d'Arte Drammatica di Orléans. Terminati i tre anni di studio, si lancia nei provini: il suo debutto è ne L'histoire du garçon qui voulait qu'on l'embrass di Philippe Harel e ne Il pianeta verde di Coline Serrau. Non va granché bene, così Marion scoraggiata e propensa a cambiare rotta, partecipa ai provini di Taxxi: inaspettatamente per lei, il produttore Luc Besson le assegna la parte di Lily, la compagna del protagonista. Da quel momento sarà tutto in discesa: finalmente il mondo si è accorto della sua bravura e le nomination ai Cesar, gli Oscar francesi, inizieranno a piovere.


Parteciperà a Big Fish di Tim Burton, e ad Una lunga domenica di passioni di Jean Pierre Jeunet per cui vincerà il Cesar. In seguito Mary di Abel Ferrara, al fianco di Juliette Binoche. La Cotillard è ormai molto richiesta anche ad Hollywood, così nel 2006 arriva la sua prima importante parte internazionale, nel film di Ridley Scott, Un'ottima annata con Russell Crowe...


Ed è proprio con questo film che ho scoperto Marion Cotillard, la prima volta l'ho incontrata grazie a Ridley. L'unica cosa che sapevo di questo film è che parlasse di vino e che fosse ambientato in Francia. Per me che sono astemia, il vino proprio non era un'attrattiva a spingermi verso il film, però mi ha incuriosito questo esperimento di Scott e poi alla Provenza non si può dire no. Ah, giusto: c'è Russell! Inizio a vedere il film, e compare lei...


Fanny Chenal, la vulcanica proprietaria di bistrot che non solo incanta Crowe, ma anche me e milioni di spettatori in tutto il mondo. Alla sua prima grande prova internazionale, Marion fa decisamente centro. Poco dopo, il regista Olivier Dahan le propone la parte di Edith Piah nel biopic La vie en rose. I produttori non erano d'accordo: volevano qualcuno che fosse più vendibile sul mercato internazionale. Audrey Tautou sarebbe stata perfetta ma, Dahan non molla: insiste per la Cotillard, in cui ha rivisto una giovane La môme (soprannome della Piaf). I produttori acconsentono ma, tagliano il budget. Così inizia una nuova, grande avventura per Marion. Deve impersonare l'icona francese dai diciannove ai quarantasette anni, sottoponendosi non solo ad una trasformazione fisica ma anche psicologica, avventurandosi nell'animo della Piaf: "Mi hanno rasato i capelli per alzare la fronte, ogni giorno sei ore di trucco per somigliare a Edith. La voce è stato l'ostacolo più difficile, imparare a muovere le labbra nei playback", ha raccontato l'attrice, che della Piaf dice: "Donna egoista, tirannica, ma anche estremamente generosa, un'icona della musica, sempre in bilico tra felicità e autodistruzione". 




Un'interpretazione passionale, pulsante, viscerale e vitale seppur si muova in una vita fatta quasi esclusivamente di sofferenze: la performance della Cotillard entra nella storia della recitazione e vince Oscar, Golden Globe, Cesar e Bafta.
Negli anni a seguire, Marion ha continuato a giostrarsi tra film d'autore, in cui traspare il suo grande carisma, e blockbuster. Sta per tornare al cinema con l'attesissimo Macbeth (in uscita in Italia il 5 gennaio) accanto a Michael Fassbender, e sta filmando Assassin's Creed e il nuovo di Robert Zemeckis, per la prima volta accanto a Brad Pitt
Ora mi capite perché dico che Marion è Marion?




Film recensiti su Incursioni Cinemaniache che vedono protagonista l'attrice:


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domenica 6 gennaio 2013

The first time I met... Russell Crowe


Al mio segnale scatenate l'inferno!

Indicatemi una sola persona che non conosca questa famosissima frase, pronunciata dal mio attore preferito, ovvero il mitico e talentuoso Russell Crowe.
Classe 1964, neozelandese naturalizzato australiano, il giovane Russell comincia la sua carriera in Australia, recitando in varie soap opera e serie TV, per poi essere lanciato nel mondo del cinema grazie al film Skinheads del '92, tramite il quale viene notato da Sharon Stone, che riesce ad elevarlo a ruoli più preminenti in produzioni internazionali. Dopo vari film e vari tentativi di ottenere l'Oscar, tutti inutili, raggiunge finalmente il successo mondiale grazie al suo ruolo di Massimo Decimo Meridio nel film Il Gladiatore.
Come tanti, anch'io ho infatti imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo grazie a questo film, sia per via del mio amore per la storia di Roma antica ma anche perché l'accoppiata Ridley Scott-Russell Crowe, nata proprio a partire da Il Gladiatore, risulterà molte volte vincente.


Questo epico film narra le vicende del generale Massimo Decimo Meridio, comandante di una legione romana, nella Germania del 180 d.C. In seguito all'omicidio, camuffato come morte naturale, di Marco Aurelio, imperatore di Roma e grande amico e confidente di Massimo, per mano di suo figlio Commodo, che non voleva vedere salire al comando dell'impero un semplice generale ispanico al posto suo, il mondo attorno a Massimo comincia man mano a crollare: il malvagio e vendicativo Commodo trucida la sua famiglia e quasi riesce ad uccidere lo stesso Massimo che, fortunatamente, riesce a fuggire per poi essere catturato da una carovana e venduto al mercato degli schiavi di Zucchabar, nell'Africa del Nord, al lanista Proximo che addestra lui e gli altri uomini a diventare gladiatori.
Massimo, ormai senza più avere niente da perdere, combatte e diventa famoso nelle varie province romane, ma sarà solo quando saprà che è giunto il momento di andare a combattere nel Colosseo, a Roma, che la fiamma della vendetta si accenderà in lui. Uccidere Commodo diventa l'unico pensiero che terrà in vita l'ex generale.

Il generale che divenne uno schiavo, lo schiavo che divenne un gladiatore, il gladiatore che sfidò l'imperatore.


Quando questo film uscì, nel 2000, si aggiudicò ben 5 Premi Oscar, tra cui appunto quello meritatissimo come miglior attore protagonista a Russell Crowe, e tanti altri riconoscimenti, sia a Ridley Scott che ad Hans Zimmer che, insieme a Lisa Gerrard, ha curato la splendida colonna sonora del film.
In seguito, Russell ha partecipato a tantissimi altri film, tra i quali spiccano A Beautiful Mind, Master And Commander: Sfida Ai Confini Del Mare, Un'Ottima Annata e Robin Hood entrambi con Ridley Scott, mentre a breve usciranno Les Misérables, musical basato sul romanzo di Victor Hugo, in cui Russell interpreta il crudele ispettore Javert, L'Uomo D'Acciaio, ennesimo reboot di Superman dove ricopre il ruolo di Jor-El, padre naturale del supereroe, e Noah, film del visionario regista Darren Aronofsky, in cui rivestirà i panni di Noè, il patriarca biblico presente nella Genesi.
Attendiamo quindi con ansia questi nuovi film di Russell e gli auguro in bocca al lupo, sia per la sua carriera da attore che per quella da cantante, in cui se la cava piuttosto bene.
Forza e onore Russell!

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