martedì 23 giugno 2015

Alea Iacta Est: Roma


Prima ancora di Game Of Thrones, la HBO divenne famosa per un'altra grande serie TV, che per certi versi e certe sfaccettature fece da precursore del più recente adattamento della saga di George R.R. Martin.
Sto parlando di Roma ovviamente, una delle TV series più costose della storia, realizzata da Bruno Heller, girata negli studi di Cinecittà e andata in onda tra il 2005 e il 2007 negli USA, i cui costi appunto minarono la possibilità di realizzare più di due stagioni ma che, al tempo stesso, ci hanno garantito due anni grandiosi di storie appassionanti e travolgenti.
Chi conosce per sommi capi la trama sa già chi sono i due mitici protagonisti: il legionario Tito Pullo, interpretato da Ray Stevenson, e il centurione prima lancia Lucio Voreno, interpretato da Kevin McKidd.

Da sinistra a destra: Tito Pullo e Lucio Voreno
I due, entrambi arruolati al servizio di Giulio Cesare, uno dei triumviri di Roma, nella XIII Legione durante le guerre galliche, saranno, molte volte, costretti a cooperare e lavorare insieme, nonostante i loro continui conflitti, per via dei loro caratteri molto diversi (Voreno è un militare sempre dedito al dovere e con un forte senso dell'onore, mentre Pullo è uno scanzonato ed irriverente legionario, dai modi di fare barbarici), al fine di soddisfare le richieste del triumviro e del suo amico e vice, il generale Marco Antonio.
Nel corso delle due stagioni, i due uomini si ritroveranno spesso uniti e divisi in varie zone dell'Europa e dell'Africa e le loro vicende faranno da traino per i più grandi eventi della storia della Repubblica romana, ormai in totale decadimento e pronta a cedere il passo al maestoso Impero, sotto il governo di Ottaviano Cesare Augusto.
Di fatto, la bellezza di questa serie TV sta proprio nell'incunearsi delle vicende di Pullo e Voreno con i fatti storici e, sebbene con fantasiose e, a volte, dovute differenze, a partire proprio dai due protagonisti, realmente esistiti ma totalmente diversi dalla loro versione storica, gli altri personaggi sono raffigurati in maniera molto minuziosa.
Inizialmente, uno dei due personaggi principali è proprio Caio Giulio Cesare, interpretato da Ciaran Hinds.


La strutturazione del personaggio è davvero sorprendente e gli autori hanno preferito mostrare più il suo lato autoritario e severo, piuttosto che quello generoso e compassionevole, poche volte visibile nei vari episodi della serie. Questa scelta stilistica ha reso il Cesare di Roma un abile e geniale condottiero ma, al tempo stesso, un avversario da temere per chiunque gli si pari dinanzi. Un plauso all'attore irlandese che, ai giorni nostri, è famoso per l'interpretazione di Mance Rayder in Game Of Thrones.
L'altro personaggio principale, dapprima amico di Cesare e poi suo acerrimo nemico, è Gneo Pompeo Magno, interpretato da Kenneth Cranham.


Ho visto varie volte, in film e serie TV, come venisse rappresentato Pompeo e devo dire che la mia versione preferita è proprio questa di Roma. Infatti, la grandezza del personaggio sta proprio nella sua incapacità di arrendersi al crollo della sua notorietà e potere, di fronte al grande trionfo del suo ex amico Cesare in Gallia, e, al tempo stesso, alla sua impotenza dinanzi al fato inesorabile che ha sancito la sua sciagura. Una stupenda rappresentazione del grande condottiero romano, molto fedele alla storia, e una grande interpretazione da parte dell'attore scozzese.
Altri due grandi ruoli essenziali, divenuti primari dopo la fine dei due triumviri, sono quelli dei cesaricidi Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, interpretati rispettivamente da Tobias Menzies (per intenderci, Edmure Tully di Game Of Thrones e Frank Randall/Jonathan "Black Jack" Randall in Outlander) e Guy Henry (noto ai più per il ruolo di Pius O'Tusoe, il ministro-marionetta di Voldemort in Harry Potter E I Doni Della Morte Parte I e Parte II).

Dall'alto verso il basso: Cassio e Bruto
I due uomini, fuggiti in Asia dopo l'uccisione di Cesare, si auto-definiscono i "protettori della Repubblica" e si preparano a compiere il passo finale per salvarla una volta per tutte, con risultati tristemente noti (la loro fine, lo ammetto, mi ha causato molto dispiacere, visto il tipo di narrazione molto appassionante che avvicina gli spettatori a tutti i personaggi), dalle grinfie dei due nuovi, grandi protagonisti della serie, il primo dei quali è l'irruento Marco Antonio, interpretato da James Purefoy.


Il generale diviene, col passare del tempo e con la morte del suo signore, un uomo sempre più potente a Roma, più volte pronto a sfidare la decisione di Cesare di cedere il suo potere al figlio adottivo e secondo personaggio principale, noto proprio per il suo rapporto contrastato con Antonio, ovvero il giovane ed intelligentissimo Ottaviano, interpretato da giovane da Max Pirkis e da adulto da Simon Woods.


Il rapporto tra Ottaviano e Antonio sarà messo tantissime volte a dura prova, specie dopo la battaglia tra i due a Mutina, che ha sancito la superiorità del ragazzo agli occhi di Roma, nonostante la grande popolarità del generale favorito da Cesare. Di fatto, dopo l'apparente riappacificazione tra i due uomini, in seguito alla sconfitta dei cesaricidi nella battaglia di Filippi, il loro triumvirato avrà termine nel peggiore dei modi, proprio a causa del loro carattere incompatibile, portando alla fine della Repubblica romana e all'inizio dell'Impero con Ottaviano come primo sovrano.
Se non fosse per la fantasiosa rivisitazione di Ottaviano, che, visti i suoi gusti sessuali tra l'incestuoso e il manesco, potrebbe essere tranquillamente visto come il precursore di 50 Sfumature di Grigio, per il resto entrambi i personaggi sono anch'essi fedelissimi alle loro controparti storiche e la scelta degli attori è stata azzeccatissima.
Ma ciò che non va assolutamente dimenticato è che tutti questi uomini non avrebbero mai ottenuto grandi successi, se non fosse stato per le macchinazioni di grandissime donne che operano alle loro spalle e nei modi più subdoli: sto parlando della terribile Azia dei Giulii, madre di Ottaviano ed Ottavia e nipote di Cesare, interpretata da Polly Walker; Servilia dei Giunii, madre di Bruto ed ex amante di Cesare, interpretata da Lindsay Duncan; la stessa Ottavia dei Giulii, interpretata da Kerry Condon; la bella Niobe, moglie di Lucio Voreno, interpretata da Indira Varma (Ellaria Sand di Game Of Thrones; eh sì, HBO ricicla molti attori ed attrici!) e, infine, la grande regina egizia Cleopatra, interpretata da Lyndsey Marshal.

Da sinistra a destra: Azia, Servilia, Ottavia, Niobe e Cleopatra
La prima sarà la grande burattinaia di Marco Antonio, suo amante, e dei figli: deciderà molte volte cosa è meglio per loro, fino al momento in cui Antonio ed Ottaviano, divenuto adulto, si ribelleranno al suo controllo, a causa delle loro sfrenate ambizioni, mettendola da parte più volte ma, cionondimeno, non minando assolutamente il suo incredibile, radicato potere di domina romana.
La seconda sarà l'acerrima nemica di Azia e Cesare, subito dopo il ripudio del dittatore, messo alle strette per i suoi rapporti extra-coniugali, e sarà una dei principali mandanti dell'eliminazione di Cesare da parte dei senatori ribelli. Più volte, lei ed Azia si scontreranno, indirettamente o anche solo verbalmente, e solo il tempo decreterà chi sarà la vincitrice e per quale ragione lo diverrà.
La terza donna sarà inizialmente la marionetta nelle mani di Servilia, che si servirà varie volte di lei per spiare la madre, anche nei modi più vili, finché la giovane si renderà conto del peso del giogo al quale è legata da anni, ribellandosi, seppur in maniera molto limitata, alla madre e alla sua amica.
Niobe, moglie di Voreno e madre di tre figli, avrà una vita molto squilibrata subito in seguito al ritorno del marito a Roma, tornato dopo otto anni dalla Gallia, e dovrà più volte gestire con grande maestria la casa e gli affari, a causa di un grandissimo segreto che Lucio scoprirà solo quando sarà troppo tardi.
Per l'ultima donna invece non c'è bisogno di presentazioni: la regina d'Egitto, divenuta sovrana solo grazie all'intervento di Cesare, giocherà un ruolo-chiave nella fine della Repubblica romana, manipolando tutto e tutti, Marco Antonio in primis, per raggiungere i suoi scopi, ma il destino, si sa, è ineluttabile, e la fortuna smetterà ben presto di girare dalla sua parte.
E' con tutte queste grandi donne, nonché grandi uomini, sia nel bene che nel male, che i due protagonisti, Tito Pullo e Lucio Voreno, avranno più volte a che fare, rivelandosi spesso essenziali nell'avvio di eventi e vicende grandiose e terribili.
Condivido il pensiero di molti: due stagioni sono davvero troppo poche e il mio tuffo nel passato con questa serie TV è stato molto breve, seppure intenso.
Ho apprezzato tantissimo Roma per moltissimi aspetti, dato che, come molti dei nostri più fedeli Cinemaniaci sanno, sono un grande appassionato della storia dell'antica Roma, e la metamorfosi che i due protagonisti subiscono nel corso delle due stagioni è incredibile e magnifico.
Molti fan hanno più volte proposto la realizzazione di una terza serie ma, almeno per quanto mi riguarda, non credo sarebbe la stessa cosa, visto ciò che accade alla fine della seconda stagione. E poi, la HBO è al momento presa completamente da Game Of Thrones, il cui budget è sempre molto elevato, quindi difficilmente riusciremo a vedere mai qualcos'altro del mondo di Pullo e Voreno. Dunque, ai più nostalgici e a chi non conosce Roma, consiglio vivamente di vederla e di godersi le magnifiche atmosfere di questa serie TV!
Vi lascio con un video-tributo e vi auguro buona visione!


Il video-tributo:


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