sabato 30 gennaio 2016

Recensione Flash...Oscar 2016: The Danish Girl


Anno e Nazione di Produzione: Gran Bretagna, USA 2015

Data di uscita in Italia: 18 febbraio

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Drammatico

Durata: 120 minuti

Cast: Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Amber Heard, Ben Whishaw

Regista: Tom Hooper

Einar Wegener è un famoso pittore paesaggista danese. Lui e la moglie Gerda,anche lei pittrice ma che stenta ad affermarsi, sono tra le coppie più in vista di Copenaghen, richiesti a feste private, mostre e circoli d'intellettuali. Durante un pomeriggio di lavoro, Gerda sta ultimando il dipinto ad Ulla Poulsen, ballerina e loro amica, ma la donna tarda ad arrivare, così chiede al marito di prendere momentaneamente la parte di Ulla e farle proseguire il dipinto. Einar indossa calze e scarpe femminili, ed è come se prendesse coscienza, si svegliasse dal torpore, si riconoscesse finalmente. Il suo vero essere, messo a tacere per lungo tempo, reclama la sua vita, la sua vera vita. Lili piomba nelle esistenze di Einar e Gerda, e la coppia inizierà a dipingere con nuovi colori la loro storia. 


Tra i film più attesi al cinema, in Italia arriva a febbraio, The danish girl era tra i favoriti per le nomination agli Academy Awards. Però, il film di Tom Hooper ha incassato le nomination solo per i protagonisti, Eddie Redmayne (secondo anno consecutivo agli Oscar per l'attore britannico dopo la statuetta conquistata l'anno scorso) e Alicia Vikander. Nomination più che meritate, anzi dovute. Ottime le interpretazioni dei due attori: Redmayne, eccellente trasformista che infonde nei personaggi interpretati tutto il suo essere, dandogli spessore, anima, linfa vitale. Straordinaria la Vikander, che mette quasi in ombra il suo co-protagonista, prendendo in mano le redini emozionali della storia. Il problema del film sta nella regia, sostenuta e fredda, di Hooper. Per me regista sopravvalutato, The danish girl richiedeva un coinvolgimento e una partecipazione alla vicenda soprattutto del regista che doveva guidare, attori e spettatori, nell'animo di Einar/Lili. Hooper, invece, cosa fa? Affida il copione ai suoi protagonisti e diventa invisibile, introvabile. Cura il guscio del suo film, ma si disinteressa del cuore. Psicologie dei personaggi appena accennate, pennellate distratte ai loro patimenti, tutti sulle spalle anzi negli occhi di Redmayne e Vikander. Risultato? L'ennesimo film patinato, un'occasione mancata. Peccato davvero, perché di buona materia prima a disposizione ne aveva per creare un capolavoro.

Il trailer:


Consigliato: Nì

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giovedì 28 gennaio 2016

Recensione Flash... Oscar 2016: Star Wars: Il Risveglio Della Forza


Titolo originale: Star Wars: The Force Awakens

Anno e nazione di produzione: USA 2015

Distribuzione in Italia: Walt Disney Studios Motion Pictures

Genere: Fantascienza/Azione

Durata: 135 minuti

Cast: Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Gwendoline Christie, Anthony Daniels, Kenny Baker, Peter Mayhew, Max von Sydow

Regista: J. J. Abrams

Ebbene sì, dopo una lunghissima attesa, anche la terza ed ultima trilogia di Star Wars ha finalmente avuto inizio, con il settimo capitolo, Star Wars: Il Risveglio Della Forza!
In questa pellicola, ambientata all'incirca trent'anni dopo la sconfitta di Palpatine e dell'Impero Galattico, assistiamo alla nascita, dalle sue ceneri, del Primo Ordine, una nuova organizzazione dittatoriale, al servizio di una crudele entità aliena, il Leader Supremo Snoke (Andy Serkis), e guidata da una nuova stirpe di Jedi passati al Lato Oscuro della Forza, veri e propri eredi dei Sith, nota come i Cavalieri di Ren.
Ma perché la storia si è ripetuta ed il Male ha trovato i suoi nuovi campioni?
La ragione è molto semplice: Luke Skywalker (Mark Hamill), l'ultimo grande Cavaliere e Maestro Jedi dell'universo, è improvvisamente scomparso nel nulla, non lasciando tracce di sé e sguarnendo sua sorella Leia (Carrie Fisher), divenuta ora il Generale Organa, dell'unica speranza e difesa della ripristinata Resistenza.
La battaglia tra le due fazioni, apparentemente in una fase di stallo, viene improvvisamente sbloccata quando il più formidabile pilota della Resistenza, Poe Dameron (Oscar Isaac), viene contattato dall'anziano Lor San Trekka (Max von Sydow), il quale afferma di essere il detentore segreto della mappa per giungere nel luogo in cui si troverebbe Luke.
A causa delle svariate spie del Primo Ordine sparse in ogni galassia, la notizia giunge anche alle orecchie di Snoke, che immediatamente sguinzaglia il suo spadaccino Jedi più giovane e più agguerrito, Kylo Ren (Adam Driver), al fine di rintracciare il paladino del Lato Chiaro della Forza e distruggerlo una volta per tutte.
Dopo innumerevoli peripezie ed avventure, la mappa giungerà inconsapevolmente tra le mani di due giovani, l'orfana contrabbandiera di rottami Rey (Daisy Ridley) ed il soldato disertore del Primo Ordine Finn (John Boyega), conosciutisi grazie al droide BB-8, a cui Poe ha segretamente affidato il file di localizzazione di Luke Skywalker.
Catturati nello spazio dal leggendario Han Solo (Harrison Ford) e dal suo braccio destro, il Wookie Chewbacca (Peter Mayhew), i due ragazzi si uniranno, volenti o nolenti, alla Resistenza, poiché ritrovatisi irrimediabilmente immischiati nella guerra che imperversa da anni nel cosmo, con il Primo Ordine addirittura pronto ad usare una nuova arma, ancor più potente dell'ormai distrutta Morte Nera, dovendo fare i conti proprio con lo stesso Kylo Ren, il cui animo, all'apparenza duro ed incorruttibile, si rivelerà spezzato, fragile e tormentato, per via di un incredibile segreto che da sempre circonda la sua vita.
Riuscirà dunque la Resistenza a fermare il Primo Ordine? Ma soprattutto, chi, tra le due fazioni riuscirà a trovare per prima il potente Luke Skywalker?
Questa pellicola mi è piaciuta, non moltissimo, ma abbastanza, poiché mi aspettavo giusto qualcosina in più, a causa dell'hype molto elevato scatenato dai trailer virali dei mesi scorsi.
Di sicuro non sminuisco affatto il settimo capitolo come hanno fatto i sostenitori dell'ingiusta teoria, secondo la quale Il Risveglio Della Forza non è altro che un remake/brutta copia del quarto film in ordine cronologico ed il primo uscito al cinema nel 1977, ovvero Star Wars: Una Nuova Speranza. Posso infatti concordare sul fatto che le analogie sui due capitoli siano tante, ma a mio parere, le differenze sono comunque sufficienti per discostarli ed evitare inutili paragoni.
Una cosa invece che mi ha fatto storcere un po' il naso è stata forse la fin troppa comicità di varie scene, nel pieno stile di J. J. Abrams, regista del film, perché sì, è vero che l'humor è e sarà sempre una delle caratteristiche più distintive della saga di Star Wars, ma è anche vero che il troppo storpia. Va però detto che ciò non ha inficiato assolutamente la qualità della pellicola, sia ben chiaro, perché questa è solo una mia osservazione con la quale naturalmente potrete essere d'accordo o no.
Ciò che invece mi è ancor più chiara è stata la bravura recitativa dei tre nuovi protagonisti e del villain: Oscar Isaac non ha bisogno di presentazioni né di essere lodato più di tanto, visto che tutti i cinefili più accaniti lo apprezzano da anni, mentre i due debuttanti, ovvero Daisy Ridley e John Boyega, insieme, sono riusciti a creare un'ottima alchimia, molto simile a quella precedente tra Harrison Ford e Carrie Fisher, ma comunque diversa ed originale sotto vari punti di vista. Bravo davvero appunto anche Adam Driver con il suo Kylo Ren, un cattivo ben diverso da quelli delle due trilogie precedenti, proprio per via dei suoi demoni interiori.
Per il resto, i membri storici del cast non hanno ovviamente smentito le loro qualità ed il colpo di scena riguardante uno dei protagonisti della prima trilogia, forse il momento cinematografico più spoilerato del 2015, vi lascerà a bocca aperta.
Promuovo quindi tranquillamente questo film, dandogli 8 su 10, con l'attesa ora di vedere se otterrà qualcosa agli Oscar 2016, essendo stato nominato in ben cinque premi della categoria tecnica.
Intanto, i prossimi appuntamenti saranno quelli con gli ultimi due capitoli, l'VIII° ed il IX°, rispettivamente a Natale 2017 e nel 2019, e quelli con i due spin-off, Rogue One: A Star Wars Story, in uscita il 16 dicembre 2016, e Han Solo: A Star Wars Story, dedicato interamente al mitico contrabbandiere, in arrivo il 25 maggio 2018.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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martedì 26 gennaio 2016

Recensione Flash...Oscar 2016: The Hateful Eight


Anno e Nazione di Produzione: USA 2015

Distribuzione in Italia: 01 Distribution

Genere: Western

Durata: 167 minuti

Cast: Samuel L. Jackson, Jennifer J. Leigh, Kurt Russell, Walton Goggins, Demiàn Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Channing Tatum

Regista: Quentin Tarantino

Qualche anno dopo la Guerra civile, una diligenza sta scappando via dalla tempesta di neve che sta per sferzare il montuoso Wyoming. Vi stanno viaggiando il cacciatore di taglie John Ruth e la sua "preda", Daisy Domergue. Sulla strada raccolgono due sconosciuti, in difficoltà sempre per via della neve: un altro cacciatore di taglie, Marquis Warren, e Chris Mannix, futuro sceriffo di Red Rock, il posto che i tre stanno cercando di raggiungere. Ma devono fermarsi, e trovare rifugio per la notte: è di strada la Haberdashery di Minnie. Giunti lì, altri uomini vi hanno trovato riparo. Tutti diretti a Red Rock. Ma Minnie non c'è: ad occuparsi del locale c'è un certo Bob il messicano. E per Marquis la cosa è alquanto strana.



Tarantino torna al cinema con un western quasi sperimentale. Trasporta tutte le dinamiche tipiche di questo filone cinematografico, insieme ad otto protagonisti, e chiude tutto in una stanza. Quindi, non vaste distese o cavalcate a perdita d'occhio: otto personaggi che fanno i conti con la legge del West. Sperimentale anche perché Tarantino ha adoperato la pellicola 65 mm: pensavo di non accorgermi della differenza tra digitale e la vecchia 65 mm, e invece la differenza c'è e si vede! Qualità dell'immagine senza paragoni con la 65. Comunque, per quanto sia originale la trovata dello svolgimento del film quasi tutto in una stanza, quest'ultima fatica di Quentin non riesce ad entrare tra i miei preferiti. Ci mette tempo a decollare, io ho iniziato ad annoiarmi dai titoli di testa. Mea culpa, non sono una grande estimatrice di western, anzi diciamo pure una profana. Se non fosse per l'ultima ora di film, The hateful eight l'avrei bocciato senza appello. Qualcuno dirà: e certo, quando inizia a scorrere il sangue. No, non è per quello. Da quel momento lì, il film inizia a svelarsi davvero, inizia la caratterizzazione dei personaggi, inizi a scoprire chi sono e cosa vogliono. Insomma, inizia il film. 
Ottime le musiche, Ennio Morricone non delude mai. Bravi Lee Jackson, l'attore feticcio tarantiniano per eccellenza, e Jennifer Jason Leigh che guadagna la nomination agli Academy. 
Che sia l'omaggio definitivo al western da parte di Tarantino? Per me bastava Django.

Il trailer:



Consigliato: Nì

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venerdì 22 gennaio 2016

Recensione Flash...Oscar 2016: Joy


Anno e Nazione di Produzione: USA 2015

Data di uscita in Italia: 28 gennaio

Distribuzione in Italia: 20th Century Fox

Genere: Drammatico

Durata: 124 minuti

Cast: Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Diane Ladd, Virginia Madsen, Isabella Rossellini

Regista: David O. Russell

Joy Mangano, fin da piccola, ha sempre avuto una fervida immaginazione. Ha sempre vissuto a metà tra il suo mondo, affollato di invenzioni più o meno realizzabili, e la realtà dove ad attenderla c'è una famiglia allargata e molto vivace. Quando i genitori divorziano, Joy rinuncia a frequentare una prestigiosa università per rimanere accanto alla famiglia. Si laurea, sposa Tony e ha due figli. Barcamenandosi sempre tra i problemi dei genitori, della sorellastra e, ovviamente, anche i suoi. Dopo la separazione da Tony, sempre a corto di denaro, Joy decide di mettere a frutto la sua fantasia e inventare qualcosa che aiuti le casalinghe nei lavori domestici. E che aiuti lei, a diventare quello che ha sempre sognato di essere: una donna di successo.


David O. Russell torna al cinema con un biopic un po' fuori dagli schemi, perché la protagonista è ancora viva e vegeta ma, anche perché è un po' il biopic (o elogio?) di una nazione, gli Stati Uniti. L'imprenditrice Joy Mangano, inventrice del miracle mop e di altre geniali soluzioni domestiche, è una self made woman che ha lottato duramente per imporsi e farsi valere. "Nel nostro paese, ogni giorno l'ordinario incontra lo straordinario", dice in una battuta il personaggio di Bradley Cooper. Ecco, i film di David O. Russell mi sono sempre piaciuti, escono fuori dal coro e li apprezzi proprio per questo. Il difetto di Joy, purtroppo, è l'ovvietà: si regge su una sceneggiatura fragile e per nulla accattivante. Di Joy e del suo scopettone non te ne importa una cippa. E questo non dovrebbe essere l'intento di un biopic, che dovrebbe far appassionare lo spettatore alla storia narrata. Che il regista abbia puntato tutto sulla performance di Jennifer Lawrence? Questo non so dirvelo, ma è scontato che l'attrice sia una vera e propria mattatrice, una forza della natura. Che però, da sola, non riesce a far decollare un film confuso e noioso.

Il trailer:


Consigliato: Nì


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martedì 19 gennaio 2016

Recensione Flash...Oscar 2016: Brooklyn


Anno e Nazione di Produzione: Irlanda, Gran Bretagna 2015

Distribuzione in Italia: 20th Century Fox

Data di uscita in Italia: 17 marzo

Genere: Drammatico

Durata: 105 minuti

Cast: Saoirse Ronan. Julie Walters, Jim Broadbent, Domnhall Gleeson, Emory Cohen, Fiona Glascott, Jessica Paré

Regista: John Crowley

Irlanda, 1952: Eillis Lacey parte per New York, alla ricerca di un futuro migliore. Sostenuta dalla sorella Rose, che le ha organizzato il viaggio tramite padre Flood, si imbarca in questa avventura, per lei spaventosa e destabilizzante. Per la prima volta, lontana da casa, dalla sua famiglia, senza certezze. La giovane inizia a lavorare in un grande department store a Brooklyn, dove vive, e cerca di adattarsi alla sua nuova vita. Ma la nostalgia è forte, e spesso le lacrime hanno il sopravvento sulle importanti occasioni lavorative che New York le sta offrendo. Durante una festa nella parrocchia di padre Flood, la ragazza conosce Tony Fiorello, italo-americano simpatico e "fan" delle ragazze irlandesi. Tony da' ad Eillis un motivo per amare la sua nuova vita. L'Irlanda, però, ritorna prepotente nei giorni della ragazza. Dove sceglierà di vivere Eillis?


Tratto dall'omonimo romanzo di Colm Tòibin, e con sceneggiatura di Nick Hornby (che ha ricevuto la nomination all'Oscar 2016 per Miglior sceneggiatura non originale), Brooklyn è un film che entra nella mia vita in un momento molto particolare. Nei prossimi mesi, affronterò qualcosa di simile a quello vissuto da Eillis, quindi la sua storia l'ho fatta un po' mia. E mi ha infuso coraggio. Comunque, da come avrete capito, il film mi è piaciuto parecchio. Forse, questa volta il giudizio non sarà molto obiettivo, ma vi dico che è un bel film, di quelli che scaldano il cuore, e supportato da un'ottima recitazione e regia. Quindi nomination meritate, ma non credo porteranno ad una vittoria. Critici entusiasti e standing ovation al Sundance Film Festival dove è stato presentato in anteprima nel gennaio 2015.
Tutte le performance coinvolgenti, a partire da Saoirse Ronan. I sentimenti, le emozioni dei personaggi ti arrivano davvero, li senti e li condividi. Regia che lascia spazio ai suoi attori, ma li guida con eleganza e non producendo alcun punto morto. Un melodramma positivo, di crescita. Un'avventura di vita. Da vedere!

Il trailer:




Consigliato: Sì

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venerdì 15 gennaio 2016

Recensione Flash: I Soliti Sospetti


Titolo originale: The Usual Suspects

Anno e nazione di produzione: USA 1995

Distribuzione in Italia: Lucky Red 

Genere: Giallo/Thriller

Durata: 105 minuti

Cast: Kevin Spacey, Gabriel Byrne, Chazz Palminteri, Kevin Pollak, Pete Postlethwaite, Stephen Baldwin, Benicio Del Toro, Peter Greene, Suzy Amis, Clark Gregg, Dan Hedaya, Giancarlo Esposito, Michelle Clunie, Paul Bartel

Regista: Bryan Singer

Non me ne vogliate, ve ne prego, ma se non fosse stato per il grande Caparezza e la sua mitica e maledettissima canzone piena di spoiler "Kevin Spacey", forse non mi sarei interessato ed informato su una delle pellicole statunitensi più belle che abbia mai visto, ovvero I Soliti Sospetti!
Questo film del 1995, diretto dal famoso regista Bryan Singer, è un giallo che comincia con la deposizione di Roger "Verbal" Kint (Kevin Spacey), un truffatore da quattro soldi zoppo ed invalido, presso una centrale di polizia di New York, dopo la distruzione di un'intera nave cargo di droga al molo e la morte di una trentina di persone, uccise durante uno scontro a fuoco tra fazioni avversarie al quale solo Kint è appunto scampato.
L'uomo viene interrogato dall'agente di dogana David Kujan (Chazz Palminteri), che vuole capire come mai "Verbal" si sia trovato su una nave che ufficialmente trasportava cocaina, quando invece non ve n'era neanche un grammo a bordo. Per comprendere il tutto, Roger inizia allora a narrare le vicende del gruppo di cui ha fatto parte, un gruppo di cinque pregiudicati americani, riuniti tutti insieme sei settimane prima, all'apparenza per caso, in una centrale di polizia in seguito al furto di un camion pieno di armi.
Si tratta di Dean Keaton (Gabriel Byrne), ex poliziotto corrotto, Tom Hockney (Kevin Pollak), uno scassinatore, Ray McManus (Stephen Baldwin) e Fenster (Benicio Del Toro), due "colleghi" ricettatori e, infine, dello stesso Kint.
I cinque, del tutto estranei al furto, vengono rilasciati per mancanza di prove e, dopo essersi alleati per vendicarsi della polizia e della legge in generale che li perseguita anche quando non compiono nulla, effettuano un colpo eclatante che mette in ginocchio il sottogruppo di agenti corrotti newyorkesi, guadagnando un mucchio di soldi con la vendita di gioielli rubati ad un boss alleato di alcuni di questi poliziotti a Redfoot (Peter Greene), un amico ricettatore di McManus di Los Angeles.
Quest'ultimo, approfittando dell'entusiasmo dell'improvvisatissimo gruppo di criminali, offre loro la possibilità di guadagnare un mucchio di soldi attaccando un altro boss. Quando però il colpo finisce male e il gruppo scopre che la gang spacciava droga e non gioielli, i cinque si infuriano con Redfoot che, per far comprendere loro la situazione, li manda da Kobayashi (Pete Postlethwaite), un misterioso avvocato al servizio del leggendario boss Keyser Söze, ritenuto una figura mitica e temutissima nel mondo criminale, a tal punto che molti la ritengono solo una fantasia da sfruttare per spaventare i propri nemici.
Dopo vari ripensamenti, il gruppo sarà costretto, pena la morte loro e delle persone a loro care, a compiere un'azione criminale senza precedenti, attaccare la suddetta nave cargo per l'appunto, al fine di estinguere un debito che, in modi e tempi differenti, i cinque hanno contratto col Keyser, derubandolo involontariamente di merci di sua proprietà.
I criminali si imbarcano dunque in quest'ultima, grande azione malavitosa, ignorando il fatto che l'esito di essa sarà del tutto imprevedibile e non immaginando minimamente che Keyser Söze sarà lì ad attenderli nell'oscurità.
Ma chi sarà mai per l'appunto questo fantomatico Keyser Söze?
I Soliti Sospetti ha dato il via all'immenso successo di Kevin Spacey nel mondo, visto che questa pellicola gli è valsa il suo primo Oscar, cioè quello da attore non protagonista nel ruolo dello storpio "Verbal" e a ragion veduta, a mio parere: sia lui che il resto del cast, tra i quali rientra anche un giovanissimo e, all'epoca, poco conosciuto Benicio Del Toro, hanno reso davvero egregio questo film con le loro interpretazioni e sono rimasto davvero colpito, nonostante io non ami molto i film gialli.
Purtroppo, come avrete già capito, il finale mi è stato del tutto rovinato proprio da Caparezza e dalla sua canzone, quindi, se non l'avete mai sentita e siete interessati a vedere I Soliti Sospetti, vi suggerisco caldamente di ascoltarla o, al massimo, di ascoltarla dopo la visione della pellicola!
Detto questo, consiglio assolutamente questo film a tutti i cinefili accaniti ed amanti degli intrighi e vi auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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giovedì 14 gennaio 2016

Oscar 2016: ecco le nomination!


Qui ad Incursioni Cinemaniache siamo ancora increduli per la scomparsa del grande Alan Rickman. La felicità di oggi è a metà: non il solito entusiasmo da giornata 'Nomination Oscar', ma una allegria amara. Incompleta. E lo è sicuramente anche per Kate Winslet che riceve la nomination ma ha perso un grande amico, quasi un mentore. Mancherà a tutti, come attore e come regista.
Ecco le nomination per gli 88esimi Academy Awards nelle categorie più importanti:

MIGLIOR FILM

La grande scommessa, Bridge of Spies, Brooklyn, Mad Max - Fury Road, The Martian, The Revenant, Room, Spotlight.

MIGLIOR REGIA

Adam McKay (La grande scommessa), George Miller (Mad Max), Alejandro Gonzalez Iñárritu (The Revenant), Lenny Abrahamson (Room), Tom McCarthy (Spotlight).

MIGLIOR ATTORE

Brian Cranston (Trumbo), Matt Damon (The Martian), Leonardo DiCaprio (The Revenant), Michael Fassbender (Jobs), Eddie Redmayne (The Danish Girl).

MIGLIOR ATTRICE

Cate Blanchett (Carol), Brie Larson (Room), Jennifer Lawrence (Joy), Charlotte Rampling (45 anni), Saoirse Ronan (Brooklyn).

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Christian Bale (La grande scommessa), Tom Hardy (The Revenant), Mark Ruffalo (Spotlight), Mark Rylance (The bridge of spies), Sylvester Stallone (Creed).

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Jennifer Jason Leigh (The hateful eight), Rooney Mara (Carol), Rachel McAdams (Spotlight), Alicia Vikander (The Danish Girl), Kate Winslet (Jobs).

MIGLIOR COLONNA SONORA

Thomas Newman, Carter Burwell, Ennio Morricone, Johann Johansson, John Williams.

MIGLIOR FILM STRANIERO

Embrace the serpent, Il figlio di Saul, A war, Theeb, Mustang.

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

Anomalisa, Inside Out, Il bambino che scoprì il mondo, Shaun vita da pecora, Quando c'era Marnie.

PER TUTTE LE NOMINATION CLICCA QUI ---> OSCAR NOMINATIONS 2016

Stranamente qualche sorpresa c'è stata.
A guidare la "classifica" di film con più nomination ci sono The Revenant (12) e Mad Max - Fury Road (10), che fa soprattutto incetta di premi tecnici. A seguire The bridge of spies di Steven Spielberg e Carol di Todd Haynes a quota sei. Contenuto il successo di The danish girl, Jobs e Joy che ricevono nomination solo per gli attori. Tra l'altro, prevedibilissime. Come prevedibili le nomination di Cate Blanchett e Rooney Mara per Carol. Sorprende l'exploit di Spotlight, con Rachel McAdams che incassa la sua prima nomination (stesso discorso per Charlotte Rampling. E io aggiungo: era ora!) e La grande scommessa. Nomination confermate, dai Golden Globe agli Oscar, anche per Room e Brooklyn. Il maestro Ennio Morricone, dopo i Golden Globe, riceve anche la nomination agli Oscar per The Hateful Eight di Quentin Tarantino: magra consolazione per il regista a corto di candidature. Sarà ancora l'anno di Iñárritu (a mio parere, nella categoria Miglior regia vedo ben pochi avversari e potrebbe essere una statuetta facile da conquistare per il messicano)? Ma soprattutto, sarà finalmente l'anno di Leonardo DiCaprio? Preparatevi ad una valanga di recensioni da Oscar sul blog e...Appuntamento il 28 febbraio!

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martedì 12 gennaio 2016

Have you ever watched that? Frankenstein


Come ben sappiamo, tra i temi e personaggi più gettonati appartenenti al mondo del piccolo e grande schermo rientra a pieno titolo Frankenstein, uno dei romanzi più famosi della storia, scritto da Mary Shelley.
Ebbene, tra i tantissimi adattamenti da me visti o semplicemente noti, quello che preferisco tra tutti, poco noto in Italia, poiché arrivato da noi direttamente in DVD e purtroppo in una versione ridotta rispetto all'originale, è Frankenstein, miniserie TV del 2004, diretta da Kevin Connor e prodotta dal mitico canale televisivo Hallmark, che per tanti anni ci ha deliziato con opere stupende: basti pensare all'epico L'Odissea del 1997 con Armand Assante e Greta Scacchi, o a I Viaggi Di Gulliver del 1996 con Ted Danson e Mary Steenburgen, e così via.
Devo ringraziare il mio professore d'Inglese delle scuole superiori se sono venuto a conoscenza di questa miniserie, a mio parere più bella di tutti quanti gli altri adattamenti, televisivi e cinematografici, finora realizzati.
La storia, bene o male, la conosciamo tutti: la vita del vecchio capitano Robert Walton (Donald Sutherland), bloccato durante una spedizione tra i ghiacci del Polo Nord con la sua nave ed il suo equipaggio, cambia improvvisamente col misterioso avvistamento di due uomini, uno dei quali immensamente enorme, che si inseguono in slitta sul pack polare ed il successivo salvataggio dell'inseguitore, febbricitante ed indebolito dal freddo.
Quest'ultimo si rivela essere Victor Frankenstein (Alec Newman), un dottore svizzero, luminare di tutte le branche della scienza nota, che deciderà di raccontare allo spaesato capitano la sua storia: il giovane scienziato è stato infatti il solo ad essere riuscito a dare una risposta alla fatidica domanda "Può l'uomo creare la vita come solo Dio e la Natura possono fare?".
Si torna quindi indietro nel tempo, con la narrazione della storia tramite vari flashback.

Victor Frankenstein
Molti anni prima, durante l'adolescenza, il giovane Victor, grande appassionato di scienze, divenute un'ossessione per lui sin dall'infanzia, va a studiare presso la prestigiosa Università tedesca di Ingolstadt, dove la sua smodata passione viene alimentata dalle intriganti lezioni del professor Waldman (William Hurt), che prende subito in simpatia lo studente, per via delle sue doti innate.

Victor e il professor Waldman
E' appunto proprio grazie alle illuminanti spiegazioni del suo mentore che Victor inizia a fare varie sperimentazioni segrete a casa sua, cercando di rendere realtà la sua più grande ed incredibile ambizione: ridare la vita ai morti tramite il potere dell'energia elettrica unita all'acqua.
Dopo vari tentativi falliti con degli animali e il severissimo ammonimento di Waldman, scioccato da ciò che il suo pupillo sta compiendo e pentito di averlo istruito senza imporgli dei limiti, Frankenstein decide di compiere il grande passo, ovvero resuscitare una persona morta.
Il giovane studente, ormai spinto dalla propria follia, che lo porta a non mangiare e dormire più, va dunque oltre ogni codice morale, rubando vari pezzi di cadaveri dal cimitero e rischiando di finire in carcere o, peggio, di perdere la vita, a causa delle gravi minacce, verbali e fisiche, subite dai guardiani del camposanto.
Ricompone infine il corpo di un uomo ed attende di avere la più potente forma di energia elettrica esistente in natura: la scarica di un fulmine.

Victor e la Creatura
Il gran momento si presenta con il tanto agognato temporale, ma la Creatura (interpretata da Luke Goss, uno degli attori feticci di Guillermo del Toro, divenuto famoso per le sue interpretazioni di Jared Nomak in Blade II e del principe Nuada in Hellboy II: The Golden Army), inizialmente risvegliatasi, cade nuovamente vittima della morte. Del tutto sfinito ed amareggiato, Victor sviene, avendo varie visioni del suo essere, tornato in vita, per poi ridestarsi e rendersi conto che l'esperimento è realmente riuscito e che la Creatura si trova proprio di fronte a lui, del tutto disorientata, poiché non in grado di capire cosa sia successo.
Finalmente scioccato dall'immane orrore che ha compiuto, Frankenstein caccia via l'essere, anche se ormai è troppo tardi per disfare ciò che è stato compiuto: la Creatura, quasi del tutto nuda, fugge via coprendosi con il cappotto del suo creatore, nelle cui tasche ritroverà poi le annotazioni personali di quello che lui, una volta imparato a parlare, chiamerà "Padre" e grazie alle quali capirà come e perché è nato, iniziando a cercare un posto nel mondo, lui che non è nato affatto in maniera naturale.

La Creatura
Imparando cosa significhi vivere ed essere diverso agli occhi della società, la Creatura, inizialmente colpita dalla bontà degli umani, cambierà totalmente idea quando verrà più volte cacciato via, a causa del suo aspetto, venendo accettato solo una volta come proprio pari da due persone: una bambina, pura e senza pregiudizi, e suo nonno, un povero vecchio cieco, che vivono in campagna.
Ormai ricolma di odio nei confronti di suo "Padre", che l'ha prima creata e poi l'ha rifiutata, decidendo di cambiare totalmente vita e di tornare a vivere in Svizzera, sposandosi con la sua amata Elizabeth (Nicole Lewis), la Creatura comincia la sua vendetta, colpendo le persone più care al dottore, prime fra tutte proprio la sua neo-sposa.

Elizabeth e Victor
Con la sua vita, andata del tutto in frantumi, Frankenstein, rendendosi conto di aver sguinzagliato un essere indomabile e terribilmente implacabile nei confronti di tutta l'umanità, cerca di acquietarlo, accettando la sua proposta di creargli una compagna, ma poi si rifiuta di permettere la nascita di una nuova razza, distruggendo il corpo inanimato davanti agli occhi orripilati della Creatura e dando il via alla caccia senza tregua a cui assiste Walton.
E proprio lo stesso capitano conoscerà personalmente la Creatura, al termine della narrazione di suo "Padre" e dopo la sua inevitabile morte, causata dagli stenti della ricerca incessante della sua nemesi in gran parte del mondo conosciuto, assistendo infine alla scomparsa dei due tra le nebbie del Polo Nord.

Il capitano Walton e la Creatura
Come già detto, Frankenstein del 2004 è, secondo la mia modesta opinione, il più bel adattamento finora realizzato del capolavoro di Mary Shelley, per due ragioni molto importanti: la pressoché perfetta e fedelissima caratterizzazione dei personaggi, nonché la palese esaltazione del tema centrale della storia, ovvero la difficoltà di accettare il diverso e l'ignoto da parte della società, un tema sempre attuale, specie ai nostri tempi e nel nostro paese.
Il cast è davvero eccezionale e, nonostante la "fin troppa bellezza" della Creatura, Luke Goss riesce a destreggiarsi davvero bene nel ruolo della Creatura (che, tra l'altro, in italiano viene doppiata dal grande Luca Ward, che con la sua magica voce rende umano ciò che umano, solo all'apparenza, non è).
Per questa ragione, consiglio assolutamente questa miniserie TV a tutti gli appassionati ed appassionate di storie fantascientifiche di fine '800 e vi auguro buona visione con il trailer originale.

Il trailer:


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lunedì 11 gennaio 2016

Golden Globe 2016: i premiati e gli acceptance speech!


La corsa ai premi è decisamente iniziata!
Ad aprire come ogni anno la stagione, i Golden Globe assegnati dalla stampa estera ad Hollywood, che premiano Cinema e Serie TV. Molte le sorprese, alcuni dei favoriti sono stati sbaragliati e qualche perplessità su dei premi assegnati. However, andiamo con ordine e iniziamo col cinema. E già che ci siamo, perché no, facciamo delle previsioni Oscar visto che il prossimo 14 gennaio saranno annunciate le nomination agli Academy Awards.

CINEMA

MIGLIOR FILM DRAMA e MIGLIOR REGISTA




Un sorpreso Alejandro González Iñárritu, che forse non si aspettava di risalire sul palco a distanza di un anno dall'enorme successo di Birdman, ritira i Golden Globes per The Revenant - Redivivo. Per gli Oscar la vedo dura: nomination assicurate, ma la statuetta più ambita forse, anzi LO SPERO, la stringerà solo Leonardo DiCaprio.

MIGLIOR FILM COMMEDIA/MUSICAL


Il premio per la categoria se l'è accaparrato Ridley Scott (pensavo sarebbe stato postumo, dice il regista) per The Martian che vince anche il premio per Miglior attore commedia che va a Matt Damon. Agli Oscar, anche in questo caso nomination assicurate ma sono incerta sulla vittoria in categorie importanti.


MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO



Standing ovation in sala. What can I say? Bello come il scioleeee, come sempre d'altronde, Leonardo DiCaprio vince il premio come Miglior attore protagonista per The Revenant. Non ho ancora visto il film, ma sono sicura che è strameritato. Ok, la bellezza, ma Leo è anche altro: magnifico il suo acceptance speech. Per gli Oscar gli auguro il meglio, perché davvero se lo merita.

MIGLIOR ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO


A sorpresa, Brie Larson sbaraglia la temibile doppietta Cate Blanchett/Rooney Mara e l'altra favorita, Saoirse Ronan. Agli Oscar credo che la situazione sarà decisamente ribaltata. Terzo Academy Awards per la divina Blanchett? Vedremo...

MIGLIOR ATTRICE IN UN FILM COMMEDIA/MUSICAL


Oops, she did it again! Jennifer Lawrence vince il suo terzo Golden Globe per Joy di David O. Russell. Da notare: gli altri Golden Globe li ha vinti sempre per film di Russell. In pratica il suo discorso di ringraziamento è una dichiarazione d'amore e riconoscenza al regista. Agli Academy, JLaw ci sarà sicuramente ma la sua vittoria la vedo incerta. Per il film forse c'è qualche chance.

Inoltre, a sorpresa il premio come Miglior attrice non protagonista va a Kate Winslet per Jobs, Miglior attore non protagonista a Sylvester Stallone per Creed, Miglior film straniero a Lazlo Nemes per The son of Saul and.... Miglior colonna sonora al Maestro Ennio Morricone che vince il suo terzo Golden Globe. Lo ritira per lui il regista di The Hateful Eight, Quentin Tarantino, che troppo eccitato sbaglia. Quentin non è il primo Globe per il Maestro: 


SERIE TV

MIGLIOR SERIE DRAMMATICA


Il premio va a Mr. Robot, che in questi mesi ha raccolto consensi positivi ovunque grazie all'originalità della storia e al magnifico cast. Uno dei protagonisti insieme a Rami Malek, Christian Slater vince il premio come Miglior attore non protagonista.


MIGLIOR SERIE  e MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA COMMEDIA/MUSICAL


YEAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!! Mi chico!!!! Tra i premi più meritati, tra quelli assegnati ieri sera. Emozionatissimo Gael Garcia Bernal, e pure incredulo. Davvero la qualità di Mozart in the Jungle è innegabile, così come la sua originalità: Amazon torna a vincere alla grande dopo l'anno scorso con Transparent.

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMMATICA


The Queen!!! Taraji P. Henson vince per Empire, la serie Fox creata da Lee Daniels. Cookies for everyone, dice l'attrice che ha reso iconico il suo personaggio e aggiunge: non sarei niente senza il resto del cast.

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE 


Mi cospargo il capo di cenere: avevo iniziato a vedere Show me a hero e poi l'ho abbandonato. Mea culpa, lo vedrò sicuramente perché da quella sola puntata che ho visto avevo capito che era un gran bello show, targato HBO. Grande Oscar Isaac davvero un bel periodo per il bravissimo attore guatemalteco.

Poi: Miglior attore in una serie drammatica, Jon Hamm che è premiato all'ottava ed ultima serie di Mad Men. Rachel Bloom per Miglior attrice protagonista in una serie commedia/musical, Crazy Ex Girlfriend. Maura Tierney in The Affair per Miglior attrice non protagonista in una serie. Wolf Hall vince il premio per Miglior Miniserie. E ora mi devo soffermare su questo:

MIGLIOR ATTRICE IN UNA MINISERIE O FILM TV


SERIOUSLY????? What a crap! In una cinquina di attrici molto più meritevoli di lei, voi  date il premio a Lady Gaga? Ok, se vogliamo parlare di persone alla loro prima prova recitativa, io avrei fatto vincere Sarah Hay di Flesh and Bone. E non sono di parte: se avete visto la serie mi capirete, e se non l'avete fatto beh, non perdetevi quel capolavoro.

That's all folks for this year! Nel bene o nel male i Globe ci sorprendono sempre...