lunedì 31 dicembre 2012

Una Bi-Recensione Inaspettata: Lo Hobbit


Anno e nazione di produzione: USA, Nuova Zelanda 2012

Titolo originale: The Hobbit - An Unexpected Journey

Distribuzione in Italia: Warner Bros.

Genere: Fantasy

Durata: 164 minuti

Cast: Ian McKellen, Martin Freeman, Richard Armitage, Cate Blanchett, Christopher Lee, Hugo Weaving, Ian Holm, Elijah Wood, Andy Serkis, Aidan Turner, Ken Stott

Regista: Peter Jackson

Bilbo Baggins vive tranquillo nella Contea. Ama, più di ogni altra cosa al mondo, la sua casa e la sua comoda vita da hobbit.
Un giorno, mentre fuma tranquillo la sua pipa, gli si para davanti al cancello uno strano vecchio. Altri non è che lo stregone Gandalf il Grigio, che lo arruola per un'avventura. Bilbo rifiuta di imbarcarsi nell'impresa e saluta Gandalf. Ma lo stregone non si arrende. Così Baggins, quella sera, viene travolto da una compagnia di dodici nani che gli mettono a soqquadro la casa e gli svuotano la dispensa. Dopo aver protestato con Gandalf, che nel frattempo è ritornato a casa Baggins, e con i suoi caotici ospiti, lo hobbit apre la porta al tredicesimo nano: Thorin Scudodiquercia, l'erede del Regno nanico di Erebor. Dopo aver ascoltato la storia della distruzione del Regno nanico, Gandalf racconta a Bilbo dell'impresa: riconquistare il Regno di Erebor e sottrarlo al perfido drago Smaug.
Lo hobbit decide di partire con i nani e Gandalf. Ma il viaggio che li aspetta, li vedrà fronteggiare troll, orchi, Goblin e degli implacabili Wargs. Bilbo conoscerà Gollum. Ed entrerà in possesso di un misterioso anello, legato al destino della Terra di Mezzo.


“Le avventure, brutte fastidiose scomode cose! Fanno far tardi a cena!”

La recensione di una profana

Non sono una fan sfegatata di Tolkien e delle sue storie. Il fantasy non mi ha mai attirato molto. Ma sono appassionata di buon cinema. E Peter Jackson è un bravo regista, e i suoi film penso possano essere definiti i migliori fantasy degli ultimi tempi.
Ho visto la trilogia del Signore degli Anelli, e ho trovato naturale proseguire il viaggio nella Terra di Mezzo.
Prima di vedere Lo Hobbit, sul film ho sentito molti pareri negativi e letto molte recensioni scoraggianti. I paragoni tra la trilogia dello Hobbit e quella del Signore degli Anelli vengono naturali. Ma è sbagliato. Sono due storie completamente diverse, con due "anime" diverse. Tolkien ha scritto Lo Hobbit negli anni Venti, prima degli orrori della Seconda Guerra Mondiale. E questo ha influenzato lo scrittore nella stesura della sua opera. Infatti Lo Hobbit è più una favola avventurosa che una saga epica. La Terra di Mezzo è ritratta in una placida tranquillità, anche se qualcosa di malvagio già serpeggia tra le sue valli e le verdi distese.
A tratti, più nella seconda parte, orchi e goblin sembra non finiscano mai. Ma il nuovo lavoro del regista neozelandese è assolutamente di pregio. Il viaggio appassionante di un ritorno alla regia inaspettato.
La fantasiosa, oscura presenza di Guillermo del Toro alla sceneggiatura si avverte nella misteriosa atmosfera del bosco Atro, nel combattimento tra i nani e i Troll e nella grandiosa Battaglia tra Tuoni.
Anche il cast non delude le aspettative. Elijah Wood e Ian Holm ci traghettano verso la nuova avventura, in una entry che si riallaccia alle vicende de La Compagnia dell'Anello. Superbo e divertente Ian McKellen, eterea Cate Blanchett, una combriccola di nani più spassosa non si era mai vista. Biancaneve si sarebbe divertita molto di più con Bombur e Co. Mangioni, allegri, casinisti, ma anche coraggiosi e prodi guerrieri.
E per un ruolo che gli è stato praticamente cucito addosso, Martin Freeman è stato straordinario. Ho adorato il suo Bilbo. Bellissimo l'incontro con Gollum, c'è più tensione in quella scena che nello scontro con Azog.
E ora, fatemi spendere due parole per Richard Armitage...



Thorin Scudodiquercia altri non è che il mio adorato Mr. Thornton di North and South. E lo ammetto, ho visto il film anche perché c'era lui. Potevo perdermi il suo grande esordio al cinema? No!
Richard Armitage interpreta l'erede del Regno nanico di Erebor. Ed è davvero regale. Dopo tanta TV, teatro e particine flash in film come Captain America - Il primo vendicatore, Richard ha finalmente il suo meritato momento di celebrità. Hanno mascherato il suo metro e novanta di altezza e l'attore ha dovuto indossare il costume da nano, pesante trenta chili, sotto il sole estivo della Nuova Zelanda. Ma direi che ne è valsa la pena.
Senza infiorettature, il film ha già guadagnato 200 milioni di dollari.
Ci aspettano altre grandiose avventure nei prossimi film della trilogia.



La recensione dell'esperto

Essendo un cultore e grande appassionato del fantasy, e di Tolkien soprattutto, non potevo naturalmente perdermi Lo Hobbit.
Delle numerosissime opere di Tolkien ho infatti letto finora Il SilmarillionLo Hobbit, Il Signore Degli Anelli e La Leggenda Di Sigurd E Gudrun, e mi sembrava quindi anche giusto valutare la versione cinematografica dell'avventura di Bilbo Baggins e della Compagnia dei Nani e Gandalf.
Le trasposizioni di Peter Jackson sono sempre state odiate dai parenti di Tolkien rimasti in vita. Invece il mio parere è che Peter Jackson è uno dei pochi, pochissimi registi al mondo che riesce a restare il più fedele possibile alla trama originale, cercando di non stravolgere più di tanto aspetti della vicenda e personaggi al suo interno. E di fatto così è stato anche per Lo Hobbit.



L'unica "licenza poetica" di Jackson che non mi è piaciuta è stato il ruolo ricoperto da Azog, l'orco albino. Nel libro in realtà è un personaggio appena accennato, dato che viene ucciso da Dain II Piediferro (nel secondo e terzo film sarà interpretato dall'attore Billy Connolly), durante la guerra per la riconquista di Moria; mentre nel film diventa addirittura la nemesi di Thorin.

Altro cambiamento, che però mi è piaciuto molto, riguarda il personaggio di Radagast Il Bruno, che nel libro non appare mai e che nel film invece diventa protagonista di un importante scoperta. Il regista utilizza un evento presente ne Il Silmarillion: Radagast vede il Negromante, ovvero Sauron; egli si sta rinforzando, utilizzando come base segreta Dol Guldur, una fortezza abbandonata nel folto di Bosco Atro, per prepararsi al suo ritorno a Mordor, grazie all'ausilio del Re Stregone di Angmar e degli altri Nazgul.



Anche se la scoperta del ritorno imminente di Sauron ne Il Silmarillion viene fatta da Gandalf che sarà catturato e tenuto prigioniero per molto tempo, l'apparizione del terzo Istari o Stregone, ovvero Radagast, è stata bella e spassosa, perché Sylvester McCoy è riuscito perfettamente a riproporre l'eccentricità del personaggio.
La scelta di questo intreccio con l'opera antecedente a Lo Hobbit è forse dovuta al fatto che un film su Il Silmarillion è quasi impossibile, poiché narra la storia della creazione di Arda, il continente in cui si svolgono le vicende di elfi, uomini, nani ed hobbit, ricoprendo tre ere e ben 5000 anni di storia con tantissimi personaggi al suo interno. E forse anche perché la Warner non detiene i diritti su quest'opera, pubblicata dopo la morte di Tolkien e mai concessa all'industria della cinematografia dai suoi eredi. Un vero peccato.
Il mio sogno segreto sarebbe infatti quello di vedere anche Alatar e Pallando, i due Stregoni Blu, per riunire finalmente i cinque Istari, anche se, chi ha letto Il Silmarillion lo sa bene, entrambi scomparvero nel nulla tanto tempo prima de Lo Hobbit, inviati dal dio del mare Orome per arginare la potenza di Sauron ad Est.
Un'altra scena cumulativa che ho apprezzato parecchio è stata quella del Bianco Consiglio, ovvero la riunione che in periodi di crisi viene tenuta nei libri da Saruman il Bianco, che ne è il capo, e presieduta da Gandalf (in principio era stato scelto lui come capo, ma la sua umiltà ha permesso a Saruman, già corrotto, di poterne prendere le redini), Elrond, Galadriel con suo marito Celeborn, Thranduil (il padre di Legolas che avete potuto vedere all'inizio del film, durante l'attacco di Smaug ad Erebor) e Cirdan il Carpentiere. Nei libri viene accennata ma vederla rappresentata è stata tutta un'altra cosa, anche se non erano presenti tutti i suoi membri; ed è stata utile al pubblico per mostrare che, già 60 anni prima delle vicende de Il Signore Degli Anelli, Saruman iniziava ad avere già sete di potere.



Per quanto riguarda gli attori, la scelta per Martin Freeman è stata azzeccatissima, come lo è stata anche quella per Richard Armitage, Sylvester McCoy e tutti i nani.
I miei registi preferiti, come già sapete se seguite il nostro blog, sono i fratelli Wachowski, ma Peter Jackson è il mio favorito in assoluto in questo settore perché è uno dei pochi registi che riesce sempre a vederci giusto nella scelta del cast e non delude mai.
L'unica pecca di cui devo lamentarmi infatti non riguarda il cast ma il doppiaggio italiano: lo so, il grande e compianto Gianni Musy è morto e la sua voce è insostituibile, ma di certo c'erano voci molto più adatte per Gandalf di quella di Gigi Proietti.
Amo e stimo Gigi sia come attore che come doppiatore, ma in questo caso purtroppo devo affermare che sarebbe stato più adatto il doppiatore di Gandalf del trailer. Un errore simile venne fatto nel primo film de Le Cronache Di Narnia, dove il grande leone Aslan venne doppiato da Omar Sharif in italiano, pessima scelta che venne poi corretta sostituendolo nei sequels con Alessandro Rossi, il doppiatore ufficiale italiano di Liam Neeson, che presta la sua voce al felino nella versione inglese. Mi auguro che la direzione del doppiaggio degli altri due film de Lo Hobbit se ne renda conto.
Ahimé, una pessima scelta è stata anche quella di dividere Lo Hobbit in ben tre parti, quando già due bastavano e forse erano anche troppe. Tutto dovuto a questo vizio, iniziato con l'ultimo capitolo di Harry Potter, di dividere i film in più parti, con la scusa ufficiale di "cercare di mostrare tutto ciò che c'è nel libro nella maniera più approfondita possibile", mentre invece è solo una questione di incassi.
Vi lascio quindi con il mio consiglio spassionato di vedere assolutamente questo film, diverso da quelli della trilogia del Signore Degli Anelli e per questo apprezzabile, e vi diamo appuntamento alle altre due parti del romanzo, Lo Hobbit: La Desolazione Di Smaug e Lo Hobbit: Andata E Ritorno, in uscita rispettivamente il 13 dicembre 2013 ed il 18 luglio 2014. 
Buona visione!

Piccola sorpresina per voi: la prima immagine ufficiale del secondo film! Bilbo alle prese con Smaug nel suo covo di Erebor!



Il trailer:


Consigliato: Assolutamente sì

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