giovedì 20 dicembre 2012

Have you ever watched that? A Beautiful Mind


"Nash: Ciao Martin.

Hansen: Oh Gesù mio!

Nash: No, non ce l'ho. Il mio complesso di onnipotenza assume una forma completamente diversa."



John Nash è un matematico. Una delle menti più raffinate dei nostri tempi.

John Nash è stato capace di ribaltare conoscenze economiche e matematiche vecchie di centocinquanta anni. E di fulminare con battute taglienti chi gli faceva notare il suo essere sopra le righe. Ovviamente, questo quando se ne accorgeva. Il più delle volte, John era ostaggio dei numeri.

Quella mente, però, oltre che geniale, era malata. Schizofrenia. Ciò che Nash non poteva controllare o sottoporre a studi era proprio sé stesso.

A beautiful mind è del 2001; diretto da Ron Howard. Nel cast troviamo Russell Crowe, Jennifer Connelly, Christopher Plummer, Paul Bettany ed Ed Harris.
Il film ripercorre, non fedelmente, la vita del premio Nobel John Nash partendo dal suo arrivo all'università di Princeton, nel 1947, dove il matematico seguirà il dottorato. Sono quelli gli anni più entusiasmanti e creativi per Nash, durante i quali elabora gli studi matematici sulla "teoria dei giochi". Grazie a quegli studi vincerà, quarant'anni dopo, il premio Nobel per l'economia.
Dopo quel risultato stupefacente, diventa uno degli accademici più importanti e lavora al MIT. Inizia a tenere lezioni alle "fervidi menti del futuro". Incontra Alicia, e la sua vita diventa un'equazione perfetta.


Collabora anche con il governo, codificando codici dei russi. Il suo supervisore si chiama Parcher (Ed Harris): è lui che lo "arruola" nei servizi segreti degli USA. La situazione diventa sempre più complicata e, dopo essere stato coinvolto in un inseguimento con Parcher, Nash decide di mettere al sicuro Alicia.
Un giorno, prima di una conferenza, incontra il suo vecchio amico Charles (Paul Bettany), gli vorrebbe confidare cosa gli sta succedendo ma non ne ha il tempo. Perché le barriere della sua mente vengono frantumate dalla realtà. John viene portato in una casa di cura, sotto la supervisione del dottor Rosen (Christopher Plummer). Parcher, Charles, il lavoro che sta portando avanti per il governo, niente è reale.
Il suo piccolo mondo va in frantumi, le sue certezze scompaiono, soffocate dalle medicine, dalle logoranti terapie e dalle "presenze" che continua a vedere e che continuano a tormentarlo. Sarà il cuore, suo e di Alicia, e non la mente a salvarlo dai labirinti della schizofrenia.


Riposte le armi di Massimo Decimo Meridio, Russell Crowe diventa un geniale matematico e riconferma la sua enorme, caleidoscopica bravura di attore. L'affascinante neozelandese è sicuramente l'asso nella manica di Ron Howard: si sa, la matematica non sta simpatica a molti e il film poteva essere di una noia mortale. Stile corazzata Potemkin di fantozziana memoria. Ma Crowe riesce a farti appassionare alle equazioni e ai problemi di algebra, a rendere reale il mondo irreale di un genio malato.
Straordinaria anche l'interpretazione di Jennifer Connelly, per questo ruolo ha vinto l'Oscar come Miglior Attrice non Protagonista.
I comprimari Bettany ed Harris non deludono.
Per i ruoli di Nash e di Alicia, la scelta non è stata affatto semplice. Per impersonare John Nash hanno sostenuto il provino Bruce Willis, Kevin Costner, John Travolta, Tom Cruise, Nicolas Cage, Ralph Fiennes, Brad Pitt, Mel Gibson, Sean Penn e tanti altri. Per il ruolo di Alicia sono state provinate da Howard Meg Ryan e Amanda Peet. Il regista inizialmente aveva pensato anche a Salma Hayek, poiché la vera Alicia è sudamericana.


Interessante la scelta del regista di dare alle illusioni o presenze, che il personaggio di John Nash vive, soprattutto una connotazione "uditiva": arriva prima il suono e poi l'immagine. In realtà, le presenze che il matematico avvertiva, erano solo sonore.
Come ha raccontato Russell Crowe, il professor Nash si aggirava spesso sul set e del film, nonostante le imperfezioni, ha apprezzato molto l'interpretazione dell'attore che l'ha impersonato.
Molte le "licenze poetiche": da alcuni avvenimenti alla cerimonia "delle penne". Quest'ultima è stata inventata e fa tanto american stuff. Anche i laboratori Wheeler, al MIT di Boston, non sono mai esistiti. Ancora illusioni.
Il film vincitore di quattro premi Oscar, compreso Miglior Film e Miglior Regia, e altrettanti Golden Globes, nel complesso, per quanto appassionante, è un biopic di maniera, che si accartoccia su sé stesso sopravvalutando la resistenza degli spettatori.
Meno male che c'è Russell.


INCURSIONI CINEMANIACHE

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