martedì 19 aprile 2016

Recensione Flash: Il Quinto Potere


Titolo originale: The Fifth Estate

Anno e nazione di produzione: USA/INDIA 2013

Distribuzione in Italia: 01 Distribution

Genere: Drammatico/Biografico

Durata: 128 minuti

Cast: Benedict Cumberbatch, Daniel Bruhl, Stanley Tucci, Laura Linney, Anthony Mackie, Alicia Vikander, Carice Van Houten, Dan Stevens, David Thewlis, Peter Capaldi, Moritz Bleibtreu

Regista: Bill Condon

"Il coraggio è contagioso": questa è la frase che sentirete spesso pronunciare nella pellicola Il Quinto Potere, uscita nei cinema di tutto il mondo nel 2013 e diretta da Bill Condon.
Di fatto, in questo film vengono narrate tutte le vicende che hanno reso famosissimo il sito web WikiLeaks, creato dall'hacker Julian Assange (qui interpretato dal mitico Benedict Cumberbatch) dieci anni fa.
Non solo: la pubblicazione dei documenti scomodi che hanno messo in crisi, dal 2008 al 2010, soprattutto il governo statunitense, per via dei dossier riguardanti i crimini di guerra perpetrati dai soldati americani in Afghanistan, fa da sfondo all'amicizia tra Assange ed il suo braccio destro, Daniel Domscheit-Berg (Daniel Bruhl).
Osserviamo quindi come le scelte di entrambi i protagonisti abbiano poi influenzato la direzione che WikiLeaks ha infine preso per giungere alla meritatissima gloria e di come poi il loro rapporto sia sfociato nell'odio più totale, portando addirittura Daniel, del tutto sospeso con effetto immediato da Julian, ad attaccare il sito e distruggerlo come ripicca e vendetta nei confronti del suo ex socio.
Nonostante questo, WikiLeaks risorgerà tranquillamente dalle ceneri e continuerà la sua opera di informazione come ha sempre fatto, senza revisioni né edulcorazioni.
Ora, solo gli spettatori più attenti e ben informati riusciranno a capire quali sono le due ragioni per cui Il Quinto Potere sia stato un vero e proprio flop al botteghino: la prima riguarda le fonti su cui la pellicola si basa, ovvero i due libri Inside WikiLeaks. La Mia Esperienza Al Fianco Di Julian Assange Nel Sito Più Pericoloso Del Mondo, scritto proprio da Daniel Domscheit-Berg, e WikiLeaks. La Battaglia Di Julian Assange Contro Il Segreto Di Stato dei due giornalisti del The Guardian Luke Harding e David Leigh.
Non notate niente di strano? E le fonti di Julian per realizzare questo film in un'ottica del tutto imparziale che fine hanno fatto?
Sono stati praticamente interpellati due estranei alla vicenda (Harding e Leigh) ed il nemico n. 1 di Assange, dunque è più che ovvio che ne Il Quinto Potere il protagonista sia solo un uomo perfido, egocentrico, meschino ed egoista (un aspetto della sceneggiatura che il grande Benedict, dopo un lungo scambio di e-mail con il contrariatissimo Assange, ha cercato di cambiare, invano, chissà perché, ottenendo comunque un plauso da Julian per il tentativo).
Un caso, questo, molto simile a quello riguardante lo sviluppo della pellicola Takedown, di cui vi parlai quasi due anni fa nel mio articolo Hacker o Cracker? Te Lo Dice Incursioni!.
La seconda ragione è il boicottaggio del film promosso proprio dal grande Assange, che più volte aveva affermato che gli Stati Uniti, tramite Hollywood e questa pellicola, volevano demolire la sua immagine (qui troverete l'intervista a tal proposito).
Dunque sì, il film è molto interessante e ve lo consiglio, ma va visto dopo essersi prima adeguatamente informati online sulla vicenda, proprio come ho fatto io.
Vi sentite troppo pigri per fare una cosa del genere?
Allora vedete pure direttamente Il Quinto Potere, ma resterete molto colpiti e scioccati dalla scena finale, io vi ho avvisato! =P
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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lunedì 18 aprile 2016

Recensione Flash: Jack Reacher: La Prova Decisiva


Titolo originale: Jack Reacher

Anno e nazione di produzione: USA 2012

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Azione/Thriller

Durata: 130 minuti

Cast: Tom Cruise, Rosamund Pike, Robert Duvall, Jai Courtney, Richard Jenkins, Werner Herzog, David Oyelowo, Michael Raymond-James, Joseph Sikora, Alexia Fast, Josh Helman

Regista: Christopher McQuarrie

Ultimamente, come avrete sicuramente notato, Tom Cruise sta lavorando a tutto spiano in moltissime pellicole di vario genere, scatenando pareri misti tra odio ed amore nei suoi confronti, poiché per molti si sta vendendo per realizzare filmetti da quattro soldi (alcuni addirittura affermano che la sua carriera sia ufficialmente finita con lo splendido L'Ultimo Samurai!), mentre per altri, me compreso, si sta solamente dando da fare come al solito, come già faceva prima di questo periodo molto intenso.
Ma, nel caso di un film in particolare, se inizialmente parecchi fan furono in totale disaccordo sull'assegnazione del ruolo di protagonista proprio a lui, dato che non rispecchiava affatto, a livello fisico, l'aspetto del suo alter ego cartaceo, in seguito alla visione della pellicola, cambiarono subito parere, poiché colpiti dalla sua interpretazione: sto parlando di Jack Reacher: La Prova Decisiva, il primo film da regista di Christopher McQuarrie (che in seguito ha poi diretto Mission Impossible: Rogue Nation), uscito nel 2012 e basato appunto sull'omonima saga cartacea dello scrittore britannico Lee Child, per ora composta da ben venti capitoli.
Questa pellicola, basata sul nono romanzo della suddetta epopea, comincia con l'uccisione di cinque persone inermi da parte di un cecchino, appostatosi sul palazzo di fronte al luogo del delitto.
Con l'avvio delle indagini, condotte dal detective Emerson (David Oyelowo), gli indizi ritrovati conducono alquanto rapidamente all'autore di questo delitto così atroce ed immotivato: James Barr (Joseph Sikora), ex soldato e tiratore scelto dell'Esercito statunitense, incriminato già anni prima mentre era in Iraq, perché aveva ucciso, senza alcuna ragione, alcuni suoi compagni d'armi.
L'uomo, messo con le spalle al muro dalle prove del tutto inequivocabili, anziché confessare tutto, scrive solo tre parole:"Cercate Jack Reacher."
Emerson, assistito dal procuratore distrettuale, l'intransigente Alex Rodin (Richard Jenkins), cerca di scoprire chi sia questo Reacher (Tom Cruise), venendo a sapere che si tratta di un brillante ex poliziotto militare, degradato e poi congedatosi dall'Esercito, per via del suo temperamento e dei suoi modi di fare molto sopra le righe e spesso oltre i limiti imposti dalla legge (che però lo hanno sempre condotto alla risoluzione di tutti i casi a lui assegnati), che si è letteralmente volatilizzato da anni, riuscendo a mimetizzarsi e a rendersi irrintracciabile sul suolo statunitense, a meno che non sia lui stesso a volersi far trovare.
E, infatti, puntualmente Jack si presenta al distretto di polizia non per scagionare Barr, come Emerson e Rodin pensavano, bensì per condannarlo, in virtù della promessa fattagli in passato di farlo marcire in prigione per quello che aveva fatto in Iraq, visto che l'Esercito aveva insabbiato tutto, a causa di una vera e propria beffa del destino: di fatto, gli uomini uccisi da Barr erano tutti degli stupratori seriali di svariati cittadini inermi iracheni durante la loro missione lì, dunque il cecchino aveva inconsapevolmente fatto un favore agli Stati Uniti, nonostante avesse confessato subito il suo atto.
Tuttavia, in questo nuovo caso, Jack, assistito dall'avvocatessa di Barr, la coraggiosa idealista Helen Rodin (Rosamund Pike), figlia del procuratore, inizierà man mano a notare che molte cose non quadrano e presto capirà il perché Barr, attualmente impossibilitato a parlare, perché gravemente pestato a sangue dagli altri carcerati secondo la famosa "legge della galera" per chi compie atti orribili, lo abbia chiamato, nonostante i due fossero in rapporti tutt'altro che amichevoli.
Cosa si nasconde dietro questo torbido ed intricatissimo caso? E' stato davvero Barr a compiere quegli assassinii oppure è stato qualcun altro?
Scoperto per caso qualche tempo fa, Jack Reacher: La Prova Decisiva mi ha attratto sin da subito per l'interessantissima trama e, infatti, non mi sono affatto pentito di averlo visto: appassionante, coinvolgente e mai lento e pesante, specie grazie al cast (degno di nota il simpaticissimo ruolo di Robert Duvall).
Come per 11.22.63, anche in questo caso sono un profano e non conosco la saga cartacea, ma, per quanto ne so, il film risulta molto fedele al libro, quindi i fan puristi, tolta la suddetta questione delle differenze fisiche abissali tra il protagonista della pellicola e quello dei romanzi (Jack Reacher in realtà è un omone biondo, gigantesco e palestrato), non hanno proprio nulla di cui lamentarsi.
Ragion per cui, vi consiglio assolutamente questo film, vi do appuntamento col sequel, Jack Reacher: Never Go Back, in arrivo il 21 ottobre 2016 e basato sul diciottesimo capitolo della saga, e vi auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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domenica 17 aprile 2016

When You Fight The Past, The Past Fights Back: 11.22.63


Stephen King non è mai rientrato né, temo, mai rientrerà tra i miei autori preferiti, poiché ho sempre trovato fin troppo inquietanti i suoi romanzi: ad esempio, mi basta infatti pensare ad It (fortunatamente non soffro di coulrofobia, ma comunque la trama mi angoscia tantissimo!) o a L'Acchiappasogni per capire come i miei gusti siano totalmente opposti a quelli del celeberrimo autore e sceneggiatore statunitense.
Ciononostante, vuoi per dei miei pregiudizi, vuoi per il mio poco interesse nei suoi confronti per i suddetti motivi, sono rimasto particolarmente colpito ed estasiato da uno dei suoi romanzi più recenti, pubblicato nel 2011, che non ho purtroppo avuto il piacere di leggere, ma che ho comunque avuto modo di conoscere tramite l'ultima miniserie televisiva, targata Hulu, proprio basata su di esso: sto parlando di 11.22.63 (in Italia 22.11.63), composta da 8 episodi, diretti tutti dal regista premio Oscar Kevin Macdonald (di cui, tra i suoi tanti lavori, spicca l'epico The Eagle), e con protagonista il mitico James Franco.
Di fatto, Stephen, con quest'opera, ha fatto proprio centro nel mio caso, poiché essa tratta di viaggi del tempo, un tema che da sempre amo ed apprezzo tanto.
E' proprio grazie ad un incredibile viaggio nel tempo che la storia di Jake Epping, un giovane professore di inglese del Maine interpretato per l'appunto da Franco, cambia radicalmente:

Da sinistra verso destra: Jake Epping nel presente e "Jake Amberson" nel passato
L'uomo, cliente abituale della tavola calda gestita da Al, dopo aver appena finito di firmare i documenti che attestano il divorzio dalla sua ormai ex moglie, rimane improvvisamente scioccato quando il suo vecchio amico ristoratore, andato poco prima nel retro del locale, ritorna visibilmente invecchiato di un paio di anni e con una terribile tosse.
Infatti, Al si è misteriosamente ammalato di cancro allo stadio terminale in pochissimi minuti e Jake, allibito ed in cerca di spiegazioni razionali, viene cacciato via, strappando però all'amico la promessa di ricevere delle spiegazioni il giorno dopo.
Giunto puntualmente il giorno dopo alla locanda, Al, senza alcun preambolo, gli dice chiaramente di entrare nello sgabuzzino della tavola calda, "farsi un giro dando un'occhiata nei dintorni", tornare indietro e parlarne con lui.
L'uomo, convinto che il suo amico sia pazzo, accetta, giusto per non farlo arrabbiare, viste le sue condizioni di salute precarie, ed improvvisamente, anziché ritrovarsi sempre nel ripostiglio, viene catapultato fuori dal locale, ma in un'epoca totalmente diversa.
Sconvolto, Jake ripassa nel tunnel invisibile dal quale è uscito e ritorna al presente da Al:

"Quello, ragazzo mio, era il 1960."

Ecco le prime parole che il giovane insegnante sente pronunciare al suo ritorno dal suo amico morente. Di fatto, Al racconta a Jake che, nei pochi minuti in cui si era assentato il giorno prima per poi tornare invecchiato e malato, ha passato ben tre anni nel passato (nel presente, qualsiasi sia la cifra d'anni impiegati per effettuare qualsiasi cosa nel passato, trascorreranno sempre e solo due minuti), fallendo nel compiere la missione che si era prefissato: salvare la vita del Presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy il 22 novembre del 1963, giorno in cui venne assassinato, in modo da evitare, almeno secondo il ristoratore, i tanti orrori e nefandezze perpetrati dagli Stati Uniti, avvenuti in seguito a tale grave evento.
Inizialmente pieno di tantissimi dubbi e perplessità, Al ha infine deciso che l'unico in grado di poter portare a termine questo importantissimo incarico, dopo avergli già spianato la strada con un'identità falsa, rispondente al nome di "Jake Amberson", e creando tutti gli appunti necessari per evitare il famoso delitto con varie indagini da compiere nei tre anni di attesa prima che avvenga, è proprio Jake, più giovane, ma soprattutto, più idoneo, poiché in cerca di uno scopo nella propria vita, specie dopo il fallimento del suo matrimonio.
Tuttavia, in preda all'ira, alla paura ed al rifiuto di un onere del genere, il ragazzo ha un alterco con il suo vecchio amico e viene nuovamente cacciato, questa volta per sempre.
Non dormendo per niente durante la notte, Jake, pentito delle brutte cose che ha detto ad Al, ritorna per scusarsi la mattina dopo, ma lo trova purtroppo morto.
Distrutto dal rimorso, il giovane professore decide di ripagare la fiducia che l'uomo aveva in lui accettando l'incarico e tornando indietro nel tempo per evitare che JFK venga assassinato ufficialmente da Lee Harvey Oswald, ma in realtà, secondo la teoria più famosa, in seguito ad un complotto tra FBI, CIA e sovietici.
Ci riuscirà? Ma soprattutto, come farà a contrastare il più pericoloso dei nemici, ovvero il passato, quello stesso passato che non vuole essere cambiato e che farà di tutto per fermarlo (Al si è improvvisamente ammalato proprio a causa sua)?
Come già detto, Jake avrà a che fare, sia nel presente che nel passato, con molte persone nella sua missione che, il più delle volte, si riveleranno degli amici e, allo stesso tempo, dei nemici, ovvero: Al Templeton, Lee Harvey Oswald, Bill Turcotte, Frank Dunning, Deke Simmons ed il fantomatico "Yellow Card Man", l'Uomo con la Tessera Gialla:

In alto da sinistra verso destra: Al Templeton, Lee Harvey Oswald e Bill Turcotte
In basso da sinistra verso destra: Frank Dunning, Deke Simmons ed il "Yellow Card Man"
Il primo, interpretato da Chris Cooper, come si è ben capito, sarà il mentore del professore, avendo egli già vissuto, almeno fino al 1962, ciò che Jake passerà e, nonostante la sua improvvisa morte, riapparirà poco e spesso in vari flashback che saranno d'aiuto al protagonista per ricordarsi cosa fare in varie occasioni e come difendersi dagli attacchi del passato.
Il secondo, impersonato da Daniel Webber, è il famoso assassino di John Kennedy. Paranoico fino all'inverosimile, soprattutto nei confronti di CIA ed FBI, per via della sua diserzione dai Marines e degli anni trascorsi in Russia, Lee sarà il bersaglio numero uno da pedinare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, al fine di scoprire e capire chi e cosa ci sia realmente dietro l'uccisione del Presidente, apparentemente architettata solo da un sociopatico.
Il terzo, interpretato da George MacKay, sarà il solo aiuto per Jake nel passato, poiché scoprirà per caso che l'uomo viene dal futuro, a causa di uno stralcio di giornale del 1963 in possesso dell'insegnante, e si unirà a lui, in modo da perfezionare lo "spionaggio fatto in casa" del protagonista, visto che due teste sono meglio di una. Tuttavia, il rapporto tra Bill e Jake prenderà pieghe alquanto inaspettate.
Il quarto impersonato da Josh Duhamel, è il bidello della scuola dove il protagonista insegna nel presente. Particolarmente colpito dal talento dell'anziano per la scrittura, specie dopo il suo toccante racconto dell'uccisione di tutta la sua famiglia da parte del padre alcolizzato agli inizi degli anni '60, Jake cercherà di cambiare in meglio la vita di Frank proprio correggendo quel grave evento nel passato, ma anche in questo caso, gli eventi avranno dei risvolti del tutto imprevedibili.
Il quinto, interpretato da Nick Searcy, è il preside della scuola di Jodie, il paesino vicino Dallas, la città in cui avvenne l'uccisione di JFK, ed il superiore di Jake nel passato, che lavorerà lì per mantenersi nei tre anni di attesa prima che arrivi la fatidica data. Buono, gentile, carismatico, nonché molto aperto di mentalità per quell'epoca, famosa per il razzismo contro i neri e l'anti-comunismo, sarà più volte l'ancora di salvezza del protagonista ed il suo costante appoggio nei momenti più disperati.
Il sesto ed ultimo, impersonato da Kevin J. O'Connor (l'astuto Beni Gabor in La Mummia e Igor in Van Helsing), è l'inquietante e misterioso individuo che perseguiterà costantemente il protagonista una volta giunto nel passato. Infatti, se inizialmente Jake lo ignorerà, credendolo solo un barbone che gli ripete in continuazione di andarsene, man mano il professore capirà che egli non è affatto un uomo normale, né tanto meno un "emissario in rappresentanza del passato", quindi chi sarà mai?
Ma, come in ogni storia che si rispetti, ovviamente anche i volti femminili hanno una grandissima rilevanza, per svariate ragioni, e, di fatto, per quanto riguarda 11.22.63, le protagoniste femminili sono quattro: Sadie Dunhill, Marina Oswald, Mimi Corcoran e Marguerite Oswald:

Da sinistra verso destra: Sadie Dunhill, Marina Oswald, Mimi Corcoran e Marguerite Oswald
La prima, interpretata da Sarah Gadon (recentemente apparsa sul grande schermo nel ruolo di Mirena, la moglie del conte Vlad in Dracula Untold), è una giovane bibliotecaria del passato che molto spesso incrocerà il cammino di Jake, dal Maine fino al Texas, ritrovandosi a lavorare proprio con lui al liceo di Jodie. Colpiti entrambi da come il destino li faccia incontrare così spesso, i due inevitabilmente si conosceranno meglio fino ad innamorarsi, nonostante gli ammonimenti di Al a Jake riguardo il non creare alcun tipo di legame e rapporto affettivo, per evitare troppe alterazioni del presente. Il loro rapporto idilliaco diverrà uno dei punti fermi per il protagonista durante la delirante ricerca della verità, perché l'insegnante, grazie alla dolce e gentile ragazza, si sentirà completo, a tal punto da convincerla a tornare con lui nel futuro, una volta salvato Kennedy. Ma, nel dire questo, Jake avrà fatto i conti prima col passato?
La seconda, impersonata da Lucy Fry, è la giovane e triste moglie russa di Lee Harvey, conosciuta a Minsk (all'epoca ancora parte dell'URSS), con la quale avrà due figli, nonostante il loro rapporto non sia dei più rosei. La ragazza si legherà molto a Bill, sebbene Jake tenti più volte di separarli, al fine di evitare che la loro copertura di semplici vicini di casa della famiglia Oswald salti, e le ripercussioni di tali scelte avranno conseguenze alquanto gravi, tutte a vantaggio del passato che, come sempre, non vuole essere cambiato.
La terza, interpretata da Tonya Pinkins, è la pacata segretaria del liceo di Jodie nel passato. Donna a modo e simpatica, Mimi resterà più volte colpita dall'inevitabile trattamento gentile ed educato che Jake le riserverà, a differenza degli altri bianchi (esclusi Deke e Sadie), e, come con il preside, anche lei lo aiuterà e consiglierà molto spesso, specie per quanto riguarda il rapporto tra il protagonista e la bibliotecaria della scuola.
La quarta ed ultima, impersonata da Cherry Jones, è, come si capisce dal suo cognome, la madre di Lee. Essendo, in fin dei conti, una donna buona e schietta, la signora Marguerite purtroppo non capirà i propositi di suo figlio, un tempo un ragazzo felice e poi improvvisamente mutato in qualcosa che neanche lei riesce a comprendere, ed ignorerà totalmente lo scopo che l'uomo si è prefissato, dopo il suo ritorno dalla Russia, fino al famoso 22 novembre 1963.
Come già detto all'inizio di questo articolo, 11.22.63 mi è piaciuta davvero parecchio, specie per l'originalissima idea del tema, uno dei più discussi di sempre, per via delle più disparate teorie che attorniano da anni l'uccisione di quello che fu uno dei Presidenti più amati degli USA, nonché per la questione della manipolazione del tempo, un concetto per il momento ancora teorico (e chissà per quanto ancora lo sarà purtroppo, sigh!), con tutte le inevitabili e potenziali conseguenze, sia nel bene che nel male, che Stephen King ha abbondantemente trattato proprio tramite il suo romanzo e la miniserie ad esso collegata.
Essendo un profano dello scrittore statunitense, ho seguito con vivo interesse le discussioni riguardanti l'adattamento televisivo di Hulu e, bene o male, tutti i fan che hanno letto il libro hanno confermato la fedeltà abbastanza elevata di 11.22.63 al romanzo, salvo alcuni inevitabili cambiamenti nella trama, promuovendola a pieni voti, cosa che anch'io faccio senza pensarci due volte, anche in virtù del lavoro egregio svolto dal cast.
In conclusione, vi consiglio quindi di vedere questa miniserie TV (sempre in English subbed Italian, mi raccomando! =P) e vi auguro buona visione!


Il trailer:


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sabato 16 aprile 2016

Recensione Flash: Mr. Holmes: Il Mistero Del Caso Irrisolto


Titolo originale: Mr. Holmes

Anno e nazione di produzione: UK/USA 2015

Distribuzione in Italia: Videa

Genere: Drammatico/Poliziesco/Giallo/Noir

Durata: 104 minuti

Cast: Ian McKellen, Laura Linney, Milo Parker, Hiroyuki Sanada, Roger Allam, Frances De La Tour, Nicholas Rowe

Regista: Bill Condon

Sherlock Holmes è uno dei personaggi più rappresentati della storia del cinema e delle TV mondiali: l'abbiamo visto in tutti gli stili più svariati, dal classico investigatore della Londra dell'800 al più recente ed originalissimo Sherlock della BBC interpretato dal grande Benedict Cumberbatch, di cui in precedenza abbiamo parlato abbondantemente in due articoli, quello sulle prime due stagioni e quello sulla terza, nonché sullo Special natalizio del 2015, e le cui riprese della season 4 sono finalmente cominciate ad aprile 2016.
Ebbene, proprio in virtù di queste numerosissime trasposizioni sul grande e piccolo schermo, il mio interesse per le opere dedicate al consulente detective, nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, è divenuto alquanto selettivo, soffermandosi solo su adattamenti originali, come appunto Sherlock.
Va da sé dunque che non potevo assolutamente farmi scappare l'occasione di vedere Mr. Holmes: Il Mistero Del Caso Irrisolto, realizzato sempre dalla BBC, questa volta BBC Films, e basato sul libro del 2005 A Slight Trick Of The Mind dell'autore Mitch Cullin.
Il perché è molto semplice: si tratta del primissimo lavoro dedicato alla vecchiaia del grande Sherly, tra l'altro impeccabilmente interpretato dal mitico Sir Ian "Gandalf-Magneto" McKellen!
Di fatto, osserviamo come il detective, ormai giunto alla veneranda età di 93 anni, si sia ritirato in solitudine nella sua casa di campagna nel Sussex, dedicandosi giornalmente alle sue amati api e venendo accudito dalla sua governante, Mrs. Munro (Laura Linney), e da suo figlio, il piccolo Roger (Milo Parker).
Oramai solo, per via della perdita dei suoi vecchi amici e parenti più cari, ovvero John Watson, suo fratello Mycroft e Mrs. Hudson, Holmes comincia la sua frenetica ricerca della memoria, oramai gravemente deteriorata dalla vecchiaia, poiché non riesce più a ricordare la ragione esatta della sua scelta di abbandonare la sua amatissima professione, come conseguenza di un grave evento funesto collegato al suo ultimo caso, anch'esso finito nell'oblio.
Man mano, dopo i tentativi falliti di provare a migliorare le sue facoltà intellettive prima con la pappa reale delle sue api e poi con il pepe del Sichuan, dopo un lungo e faticoso viaggio in Giappone, Sherlock riuscirà a ricordare tutto solo grazie all'aiuto del piccolo Roger, a cui si è affezionato e che lo sprona sempre più a scrivere tutto e a svelare la verità sull'indagine finita male, la cui ultima traccia rimasta al momento è solo la solita versione edulcorata del fidato Watson che, in questo caso particolare, per l'amore fraterno che lo univa al collega, preferì distorcere la vicenda ed inventarsi un altro finale.
Le domande saranno molte, ma le più importanti in assoluto saranno solo due: cos'è successo esattamente di tanto grave nell'ultimo caso accettato da Holmes? E perché l'investigatore ha preferito addirittura ritirarsi a vita privata?
Nonostante l'interessantissima trama non sia delle più attive (non gliene faccio una colpa, dato che non poteva essere diversamente, come capirete vedendo la pellicola), il ritmo del film è molto incalzante e la storia è appunto molto bella, proprio perché finalmente abbiamo un ritratto inedito del sociopatico funzionale per eccellenza, oramai anziano e preda dei rimorsi, rimorsi che lo porteranno verso il suo cammino di redenzione, alla riscoperta di quei sentimenti che aveva sopito da troppo tempo.
Del cast nulla da eccepire, tutti azzeccati, dal primo all'ultimo, soprattutto Mr. McKellen ovviamente, bravissimo nell'impersonare non tanto lo Sherlock più giovane dei flashback, bensì quello ultranovantenne e pieno di acciacchi, con la toccante interpretazione della disperata e forsennata frustrazione del protagonista quando tenta, il più delle volte invano, di ricordare il passato.
Veramente un'ottima pellicola che consiglio a tutti, soprattutto agli amanti dei gialli e, naturalmente, del grande Sherly, qualsiasi sia la sua età o l'epoca in cui vive.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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venerdì 15 aprile 2016

Recensione Flash: Heart Of The Sea: Le Origini Di Moby Dick


Titolo originale: In The Heart Of The Sea

Anno e nazione di produzione: USA 2015

Distribuzione in Italia: Warner Bros.

Genere: Drammatico/Avventura/Azione

Durata: 122 minuti

Cast: Chris Hemsworth, Benjamin Walker, Cillian Murphy, Tom Holland, Brendan Gleeson, Michelle Fairley, Ben Whishaw, Frank Dillane, Charlotte Riley, Jordi Mollà, Donald Sumpter, Joseph Mawle, Jamie Sives, Richard Bremmer

Regista: Ron Howard

Moby Dick è stato il primissimo romanzo serio (dopo una caterva di libri della collezione Piccoli Brividi!) che ho letto tanti anni fa, in seconda media, e che mi ha aperto al mondo della lettura, della quale ormai, dopo tanto tempo, non posso più farne a meno.
Va da sé dunque che a questo mitico romanzo, che consacrò lo scrittore Herman Melville, sono molto legato e che qualsiasi lavoro da esso derivato o ad esso collegato (vedasi, ad esempio, il film Age Of The Dragons) mi attiri e mi intrighi molto.
E' proprio questo il caso di Heart Of The Sea: Le Origini Di Moby Dick (in originale In The Heart Of The Sea, noi italiani dobbiamo sempre distinguerci per i sottotitoli inutili, e vabbé), ultima pellicola del grande Ron Howard ed adattamento cinematografico del romanzo Nel Cuore Dell'Oceano: La Vera Storia Della Baleniera Essex, scritto da Nathaniel Philbrick nel 2000.
Già dai titoli qui sopra potrete comprendere di cosa stiamo parlando: il libro ed il film non sono basati su Moby Dick, bensì narrano proprio da cosa è derivato e com'è stato realizzato Moby Dick.
Infatti tutto si fonda sulla sfortunata storia, realmente accaduta, della baleniera Essex, partita dal porto di Nantucket nel 1820 ed affondata da un enorme esemplare di capodoglio albino durante una battuta di caccia nel Pacifico.
Nella pellicola osserviamo quindi il giovane Herman Melville (Ben Whishaw) che rintraccia, proprio a Nantucket, il vecchio marinaio Thomas Nickerson (Brendan Gleeson).
Lo scrittore, in procinto di scrivere una nuova opera, decide di basarsi sulla storia dell'affondamento dell'Essex e di farsi raccontare tutto per bene da uno dei pochi sopravvissuti della ciurma, ovvero proprio il signor Nickerson, all'epoca appena adolescente (Tom Holland), senza però alcuna edulcorazione, come quelle imposte durante l'inchiesta in seguito al naufragio per insabbiare la verità.
Se inizialmente il burbero lupo di mare rifiuta, preferendo perfino di rinunciare al lauto compenso offertogli da Melville, in seguito, su incitazione della moglie (Michelle Fairley), oramai stanca di vedere il marito corroso nell'anima da quella terribile esperienza, finalmente comincia a narrare tutto, spiegando come la nave fosse gestita da una "coppia mal maritata", ovvero dal capitano George Pollard (Benjamin Walker), inesperto membro dell'aristocrazia di Nantucket, e dal primo ufficiale Owen Chase (Chris Hemsworth), figlio di un contadino galeotto e veterano della caccia di balene.
I due uomini, costretti a cooperare, nonostante le enormi divergenze che li separano, si ritroveranno uniti con la ciurma nel fronteggiare l'immensa bestia che distruggerà, in uno scatto di ira, la loro nave, costringendoli a fuggire su tre scialuppe con poco cibo e quasi senza acqua potabile.
Dopo lunghe peripezie e dolori indicibili, pochi sopravvivranno alla cruenta esperienza e saranno costretti a compiere azioni ignominiose pur di ritornare a casa sani e salvi.
Come per ogni pellicola di Ron Howard, anche The Heart Of The Sea: Le Origini Di Moby Dick va annoverato nella classifica dei grandi film della cinematografia mondiale, dato che, grazie ad esso ed al romanzo originale da cui è stato trasposto sul grande schermo, gli spettatori possono finalmente capire cosa appunto abbia ispirato Herman Melville nel redigere il suo romanzo più importante, consacrato addirittura come "l'opera epica degli Stati Uniti, come i miti di Omero lo sono per la Grecia".
Come Moby Dick già fa in maniera simbolica, questa pellicola permette di comprendere come la Natura sia del tutto indomabile, specie quando si tratta di compiere atti orribili come la caccia alle balene, una pratica che man mano è stata fortunatamente abbandonata, ma purtroppo non ancora del tutto debellata in varie parti del mondo.
Il capodoglio imbizzarrito diventa il campione della Natura nella guerra contro l'uomo e ne esce vincente, poiché noi umani non siamo i padroni del pianeta, bensì ne siamo solo gli ospiti di passaggio, una cosa che ormai abbiamo dimenticato da tempo, viste la totale indifferenza e mancanza di rispetto da noi perpetrate da oltre un secolo con il surriscaldamento globale, i disboscamenti, l'inquinamento e tanti altri orrori simili, ma questa è un'altra storia.
Per il resto, consiglio assolutamente questo film a tutta la famiglia, faccio davvero i miei complimenti al cast, abbastanza folto e ben variegato, e non vedo l'ora di assistere al prossimo capolavoro di Ron, ovvero l'attesissimo Inferno, basato sull'ultimo romanzo di Dan Brown, in arrivo a fine 2016!
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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giovedì 14 aprile 2016

A Hero Has Come: Beowulf: Return To The Shieldlands


La storia di Beowulf, il celebre eroe scandinavo uccisore del demone Grendel e gran guerriero dei Geati, la cui leggenda è divenuta famosa grazie al primo manoscritto in inglese antico giunto intatto fino ai nostri giorni, è stata trasposta in tutte le salse: si va dal film iper-futuristico Beowulf del 1999, con protagonista Christopher Lambert, alle due pellicole basate sull'epopea, ma differenziatesi per varie ragioni, ovvero Beowulf & Grendel del 2005 con Gerard Butler ed il grande La Leggenda Di Beowulf, realizzato con la tecnica dell'animation-capture tanto amata dal regista Robert Zemeckis, con protagonista Ray Winstone, per poi giungere addirittura ad una storia liberamente ispirata al poema, ovvero Il 13° Guerriero con Antonio Banderas, di cui vi ho parlato tempo fa, e, infine, ad una serie TV, realizzata quest'anno dal canale britannico ITV ed anch'essa liberamente basata sulle gesta dell'uccisore di mostri, ovvero Beowulf: Return To The Shieldlands!
Con "liberamente basata" intendevo proprio dire che della storia originale non vi è alcuna traccia, al di fuori dei personaggi che la compongono, come appunto Beowulf o Breca o re Hrothgar e così via.
Di fatto, la serie TV rimescola totalmente ed in maniera molto originale le vicende narrate nel poema, cambiando le sorti dell'intera Scandinavia, per l'appunto nota come Shieldlands o Terre Dello Scudo, e dei suoi abitanti.
Assistiamo quindi al ritorno, dopo tanti anni di esilio, di Beowulf, interpretato da Kieran Bew (noto ai più per la sua interpretazione dell'odiosissimo e crudelissimo Alfonso II di Napoli nella serie TV Starz Da Vinci's Demons).

Beowulf
Il prode guerriero, divenuto famoso in ogni dove per le sue gesta contro i predoni tagliagole Wulfing ed i Mudborn o Figli Del Fango, ovvero creature di svariate razze che un tempo governavano le Shieldlands prima che gli uomini le relegassero in antri oscuri e terre aride, decide infatti di tornare ad Heorot, capitale delle Terre Dello Scudo, per il funerale del suo padre adottivo, il defunto re Hrothgar.
Con questa mossa, l'uomo decide di sfidare apertamente Rheda, la potente e caparbia vedova dello jarl, al momento ella stessa jarl ad interim, e suo figlio, il giovane Slean, testardo ed ambizioso, poiché, proprio a causa di entrambi, il guerriero fu costretto ad andarsene molto tempo prima dai domini del suo patrigno.
Nonostante le ritrosie ed i rancori iniziali, la venuta di Beowulf capiterà proprio nel momento più azzeccato, visto che, man mano, cominceranno ad essere intessuti intrighi e tradimenti interni ed esterni alla corte dello jarl, dovuti alla scelta ed alla conseguente nomina del suo successore tra tutti i thane, ovvero i capitribù sottoposti a Hrothgar, ad opera di nemici ed amici di Rheda e Slean, costretti infine ad accettare l'aiuto del figlioccio dell'ex sovrano delle Shieldlands per sopravvivere.
Cosa accadrà?
Da un lato dunque, gli uomini più importanti della corte erano e sono: Hrothgar, Slean, Abrecan, Rate e Breca:

Da sinistra verso destra: Hrothgar, Slean, Abrecan, Rate e Breca
Il primo, interpretato dal grande William Hurt, farà la sua apparizione in svariati flashback, permettendo agli spettatori di comprendere il rapporto che intercorreva tra lui e Rheda, nonché quello che lo legava a suo figlio biologico e a quello adottivo, un amore per quest'ultimo che scatenerà proprio l'invidia di Slean verso Beowulf e che, al termine della stagione, farà comprendere a tutti quanto importante fosse questa relazione per via di un grandissimo segreto.
Il secondo, interpretato da Edward Speleers (lo sfortunatissimo protagonista dell'orrendo Eragon), è per l'appunto il figlio dello jarl defunto ed il suo (quasi) ovvio successore, se non fosse per i rancori, le lotte intestine ed i tradimenti di corte che lo allontaneranno sempre più dal trono, salvo poi nel finale, quando le sorti delle Terre Dello Scudo cambieranno radicalmente. Varrà lo stesso anche per lui e per la sua rivendicazione del titolo di nuovo jarl oppure no?
Il terzo, impersonato da Elliot Cowan (il mitico Lorenzo de' Medici sempre in Da Vinci's Demons; il terzo ed ultimo attore preso in prestito dall'ormai conclusa serie di Starz è Lee Boardman, lì interprete di Amerigo Vespucci e qui nei panni di Hane, un personaggio secondario e scagnozzo di Abrecan), è il fratello minore di Rheda ed l'ambiziosissimo thane di Bregan. Inizialmente apparirà come l'uomo più gentile e cordiale al mondo e primo supporto della sorella ma, come dice il detto, l'abito non fa il monaco e, di fatto, man mano si scopriranno quali sono le sue reali intenzioni.
Il quarto, interpretato da David Ajala, è il temerario e sfrenato thane dei Varni, intenzionato a rivendicare per sé il trono di jarl delle Shieldlands ed il cui rispetto, difficile da ottenere, va solo verso i guerrieri possenti come Beowulf, con cui condivide un rapporto di amicizia e, al tempo stesso, di costante rivalità.
Il quinto ed ultimo, interpretato da Gísli Örn Garðarsson, è il miglior amico del protagonista, conosciuto in circostanze alquanto rocambolesche, e scanzonato dongiovanni. Se inizialmente il suo ruolo nella lotta per la successione sarà marginale, nella seconda metà della season 1 diverrà addirittura essenziale, per via del suo torbido passato e per il suo tentativo di riscatto agli occhi dei suoi cari. Ci riuscirà?
Dall'altro lato invece si stagliano le cinque donne più forti alla corte di Heorot, in grado di cambiare e mischiare le carte in tavola con le loro scelte: Rheda, Elvina, Kela, Vishka e Lila:

Da sinistra verso destra: Rheda, Elvina, Kela, Vishka e Lila
La prima, interpretata da Joanne Whalley, è appunto la vedova di Hrothgar, sulle cui spalle ricadono i doveri di Heorot verso le tribù vassalle delle Terre Dello Scudo, almeno fino a quando non verrà nominato il nuovo jarl. All'apparenza Rheda sembra una donna indifesa, ma, con l'aumento degli intrighi di corte, tirerà fuori le unghie e combatterà come un vero leader, lasciando di stucco tutti con una furbissima mossa che cambierà ogni cosa per sempre.
La seconda, impersonata da Laura Donnelly (la dolce e gentile Freya, la Dama Del Lago, in Merlin), diverrà, dopo le motivazioni di dissidio in età adolescenziale, la nuova causa della rivalità tra Beowulf e Slean, poiché la donna, amante segreta del figlio dello jarl, è però attratta dal guerriero dei Geati, che ne ricambierà le attenzioni. Più volte Elvina causerà litigi tra i due uomini, soprattutto nel momento in cui dovrebbero essere invece uniti, ma tali questioni non saranno altro che la punta dell'iceberg di un grandissimo e terribile mistero che avvolge da tempo la donna.
La terza, interpretata da Holly Earl, è la figlia minore di Gorrik, il thane di Mere, impersonato (alquanto brevemente, almeno in questa prima season) da David Bradley (il Gazza della saga di Harry Potter e Walder Frey in Game Of Thrones). La ragazza diverrà la promessa sposa di Slean, dopo la morte di sua sorella maggiore, al fine di sancire una nuova alleanza tra Heorot e Mere e, sebbene sembri dolce e fragile, molto presto dimostrerà di essere tutt'altro che sprovveduta.
La quarta, interpretata da Ellora Torchia, è la giovane figlia del fabbro di Heorot ed un'abilissima guerriera che, più volte, si allena con gli Huskarla, le guardie della città, battendole in continuazione. La sua vita si intreccerà con quelle di Beowulf e Breca, poiché la sua spada sarà molto utile per risolvere svariati problemi, causandone però uno che, se a prima vista, sembrerà risolto in poco tempo, involontariamente, scatenerà poi una feroce rivolta senza precedenti da parte di un antico nemico.
La quinta ed ultima, impersonata da Lolita Chakrabarti, è divenuta il fabbro della città, dopo la morte di suo marito, e sarà infatti essenziale per la difesa di Heorot contro svariati nemici. Nel corso della narrazione, la vedova sarà attratta dallo sciupafemmine Breca, nonostante le ritrosie della fedele figlia Vishka.
Ad aggravare però le lotte interne e gli intrighi nelle Shieldlands ci saranno anche i Figli Del Fango, composti principalmente dai mostruosi Troll, i Mutaforma, l'ibrido Grendel ed i Warig:

In alto da sinistra a destra: Troll e Mutaforma
In basso da sinistra a destra: Grendel ed i Warig
I primi sono i Mudborn più diffusi, famosi per la loro ferocia e l'incredibile forza. Gli umani hanno gradualmente imparato a domarli, grazie al sale, di cui vanno ghiotti, e ad utilizzarli per svariati lavori pesanti, scatenando però ancor di più l'ira degli altri Figli Del Fango che, non solo hanno subito l'espropriazione delle loro antiche terre da parte degli umani, ma adesso devono fare i conti anche con la schiavitù imposta loro dai nuovi dominatori, un aspetto che a lungo andare porterà a conseguenze catastrofiche.
I secondi sono la razza più insidiosa di Mudborn che possano esserci, a causa proprio del loro potere di trasformarsi in perfetti umani a loro piacimento, celando la loro reale natura e vivendo tranquillamente come spie in vari villaggi, senza che nessuno sospetti minimamente di loro. Più volte i Mutaforma appariranno nella season 1 e la loro reale identità sconvolgerà molti dei protagonisti quando verrà loro rivelata.
Il terzo, un esemplare più unico che raro, essendo appunto un mezzosangue metà umano e metà Figlio Del Fango, si imbatterà molto spesso in Beowulf, ma soprattutto in Elvina, con la quale si creerà un misterioso ed atipico legame, del tutto incomprensibile agli occhi del protagonista, per via della sua fama di uccisore di Mudborn e del suo odio verso queste razze primordiali. La verità sarà più incredibile di quanto si possa mai immaginare.
Gli ultimi infine sono la più pericolosa, battagliera, vendicativa nonché civilizzata razza dei Figli Del Fango, organizzati in tribù e guidati da sommi sacerdoti che ormai da anni imperversano nelle Terre Dello Scudo, instillando il fuoco della ribellione contro gli umani. Ma stavolta, dopo tanto tempo, qualcosa cambierà in peggio per gli uomini ed i Warig capiranno sfortunatamente cosa dovranno fare per estirpare una volta per tutte gli invasori dal loro antico reame.
Ho visto il primo episodio di Beowulf: Return To The Shieldlands, distribuito in pre-air a fine dicembre su ITV Hub, la notte di Capodanno, di ritorno dal cenone a casa dei parenti e troppo pieno per andare subito a dormire e, sebbene all'inizio sembrasse molto moscia e piatta come serie, mi sono man mano ricreduto, specie a partire da metà della season 1, quando però purtroppo la gran parte dei fan avevano già abbandonato la visione, causando critiche e recensioni miste ("è una brutta copia di Game Of Thrones" è stata la più gettonata, anche se ormai ogni sceneggiato ambientato in epoche fantasy o medievali deve subire l'inevitabile paragone con la saga targata HBO) che hanno portato ITV a porsi dei grandi dubbi sulla prosecuzione o meno della serie nei prossimi anni, dato che tutto il cast ha firmato un contratto che li vincola alla realizzazione di almeno 5 seasons di Beowulf.
Ora, io spero davvero che questa TV series continui, perché vorrei tanto darle un'altra possibilità, nonostante la discreta recitazione e la CGI poco curata (anche se ho visto di molto peggio onestamente) della prima stagione, composta da 12 episodi (inizialmente erano 13, ma ITV ha recentemente deciso di diminuirne il numero, rimontando le ultime 2-3 puntate in maniera diversa, brutto segno anche questo), soprattutto in virtù del gran finale che ha lasciato tutti col fiato sospeso e che apre ad un mondo di infinite possibilità e potenziali futuri per i protagonisti.
I fan intanto hanno già aperto una petizione da mandare ad ITV per chiedere la continuazione di Beowulf: Return To The Shieldlands, dunque incrociamo le dita, attendiamo con ansia la decisione dell'emittente britannica  e vi auguro buona visione, come sempre obbligatoriamente in English subbed Italian!


Il trailer:


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mercoledì 13 aprile 2016

He Was The Perfect Weapon Until He Became The Target: The Bourne Saga


Il mondo del cinema offre da anni pellicole d'azione con protagonisti uomini irriducibili, tutti d'un pezzo e dotati di abilità eccezionali, contrapposti a vari cattivi e super-cattivi: basti pensare al mitico Ethan Hunt interpretato da Tom Cruise nella saga di Mission Impossible, o all'inarrestabile Bryan Mills di Liam Neeson nella trilogia di Taken, e così via.
Ebbene, un altro grande eroe/antieroe simile a quelli sopracitati e, per forza di cose, famoso più o meno per tutti i cinefili, quelli appassionati e non a questo genere, è il granitico Jason Bourne, interpretato da Matt Damon, nato dalla penna dello scrittore Robert Ludlum negli anni '80 e protagonista dell'omonima saga di film, per ora fermi a tre, The Bourne Identity del 2002, The Bourne Supremacy del 2004 e The Bourne Ultimatum: Il Ritorno Dello Sciacallo (sottotitolo naturalmente inutile e fuorviante, visto che lo Sciacallo è il cattivo dei libri che non appare nella pellicola; come sempre, complimenti vivissimi agli adattatori cinematografici italiani!) del 2007, più uno spin-off, The Bourne Legacy del 2012, con protagonista Jeremy Renner, nei panni di Aaron Cross.
Nella seconda metà di quest'anno giungerà invece il quarto capitolo, Jason Bourne, di nuovo con Matt Damon come protagonista.
Ma, prima che andiate troppo in confusione con tutta questa marea di nomi, andiamo con ordine.
Il protagonista principale della saga è, ovviamente, il Jason Bourne di Matt Damon, un uomo che perde la memoria, all'inizio del primo film, per poi recuperarla man mano, ricordandosi di essere stato al soldo della CIA come agente e sicario.
Prima che mi fuciliate per questo potenziale spoiler, come sta per farlo lui qui sotto, vi avviso che ciò che vi ho detto non è altro che la punta dell'iceberg, poiché la vicenda è molto più complicata di quel che sembra!

Jason Bourne
Di fatto, l'uomo, salvatosi per miracolo dall'affogamento, essendo finito in mare dopo l'improvvisa amnesia, inizierà una lunga fuga, costellata di pericoli ed attacchi imprevedibili, da parte proprio dell'intelligence statunitense che, chissà per quale misteriosa ragione, lo vuole morto a tutti i costi.
Grazie al suo incredibile addestramento, a causa del quale capirà di non essere un uomo comune, Jason fortunatamente ricorderà nuovamente cosa significa sapersi difendere, perfino a mani nude contro individui armati, e comincerà la sua lotta alla ricerca della verità e alla riscoperta del suo torbido passato, continuamente tormentato da un solo pensiero:
"Sono un uomo buono o cattivo? Merito la redenzione o la morte per ciò che ho fatto prima di perdere la memoria?"
Al tempo stesso, in The Bourne Legacy, le cui vicende sono contemporanee a The Bourne Ultimatum, Aaron Cross, il protagonista interpretato da Jeremy Renner, è un altro agente e sicario agli ordini di chi gestisce le fila delle agenzie di intelligence statunitensi dietro le quinte, che, nonostante non abbia perso la memoria, condivide comunque con Jason il medesimo destino: essere costantemente braccato, chissà per quale oscura motivazione, da quegli stessi uomini che lo addestrarono per renderlo una macchina della morte.

Aaron Cross
Entrambi dovranno dunque comprendere perché, dopo essere stati scelti per diventare il letale braccio armato del governo americano, vengono improvvisamente gettati nel baratro e ricercati come dei comuni criminali.
Le ragioni saranno diverse, come scoprirete vedendo i quattro film, ma i crudeli burattinai, in entrambi i casi, saranno sempre e solo sette: Alexander Conklin (Chris Cooper), Ward Abbott (Brian Cox), Albert Hirsch (Albert Finney), Noah Vosen (David Strathairn), Ezra Kramer (Scott Glenn), Eric Byer (Edward Norton) e Mark Turso (Stacy Keach):

In alto da sinistra verso destra: Alexander Conklin, Ward Abbott ed Albert Hirsch
In basso da sinistra verso destra: Noah Vosen, Ezra Kramer, Eric Byer e Mark Turso
Il primo, presente nella prima pellicola, è l'ufficiale addetto all'addestramento delle milizie speciali, il cui primo "esemplare" fu proprio Jason Bourne. E' un uomo spietato e farà di tutto, pur di mantenere lo status quo a suo vantaggio, minando la sicurezza del suo ex pupillo.
Il secondo è il capo di una delle sezioni della CIA ed il superiore, nonché strettissimo collaboratore, di Conklin nel progetto di addestramento di Bourne e dei suoi simili nei primi due film: se Conklin è spietato, Abbott, sotto le apparenze di un uomo onesto e per bene, nasconde una sfrenatissima ambizione ed un arrivismo senza freni, che gli saranno utili per contrastare l'operato di Bourne durante la sua ricerca di una verità molto scomoda.
Il terzo sarà il tassello finale per il recupero totale della memoria di Jason, al termine della terza pellicola: questo dottore, a mio parere un vero e proprio successore degli scienziati nazisti, come capirete vedendo The Bourne Ultimatum, sarà di fatto essenziale per il protagonista nel capire come si è infine giunti alla sua trasformazione nell'"arma perfetta", un processo duro e terribile a cui pochi avrebbero potuto sottoporsi.
Il quarto, presente dalla seconda alla quarta pellicola, è uno dei vicedirettori della CIA, unitosi alla caccia a Jason Bourne: cinico e senza pietà, soprattutto per via di svariati oscuri segreti di cui è detentore, darà più volte filo da torcere al protagonista, poiché quest'ultimo è il solo che potrà svelare le sue fitte trame malevole.
Il quinto è il direttore della CIA nel terzo e nel quarto film: le sue apparizioni sono poche e sfuggenti, ma man mano si capirà che anch'egli è in combutta con vari alti funzionari governativi e che è uno dei primi interessati nella cattura, se non proprio nell'uccisione, di Bourne.
Il sesto, presente nella quarta pellicola, è un ex colonnello dell'Esercito, ufficialmente ritirato. In realtà, come si scoprirà in The Bourne Legacy, Byer è da anni il capo di un'ulteriore milizia, di cui Aaron Cross fa parte, specializzata in azioni di guerriglia ma, dopo vari intrighi e giochi di potere, da alleati, lui ed Aaron diverranno acerrimi nemici e, proprio a causa dell'ex colonnello, la fuga per la sopravvivenza di Cross avrà inizio.
Il settimo ed ultimo, anch'esso presente nel quarto film, è un ammiraglio, anch'egli ufficialmente ritirato, ma in realtà divenuto il superiore ed assistente di Byer, come lo fu Abbott per Conklin: uniti dalle stesse motivazioni, lui ed il suo sottoposto saranno una vera e propria spina nel fianco per Aaron, ancora incapace di capire come mai, da predatore, è improvvisamente divenuto la preda, alla pari di Bourne in precedenza.
Ma, come in ogni saga che si rispetti, i protagonisti hanno sempre dalla loro parte delle donne forti ed intraprendenti e, nel caso di Bourne e Cross, le più importanti sono in tutto quattro: Marie Helena Kreutz (Franka Potente), Nicolette "Nicky" Parsons (Julia Stiles), Pamela Landy (Joan Allen) e Marta Shearing (Rachel Weisz):

Da sinistra verso destra: Marie Helena Kreutz, Nicolette "Nicky" Parsons, Pamela Landy e Marta Shearing
La prima, presente nelle prime due pellicole, da semplice aiutante di Jason Bourne, per via della promessa di un lauto compenso da parte del protagonista alla donna, al fine di aiutarlo nella sua fuga, diverrà la sua inseparabile consorte e compagna di vita: dolce, gentile e premurosa, sarà la sola a prendere a cuore il recupero della memoria dell'uomo e ad assisterlo nella sua ricerca.
La seconda, presente nei primi tre film, è l'ex assistente in Europa di Bourne e degli altri membri del gruppo di addestramento speciale appostati nel Vecchio Continente: se inizialmente avrà un ruolo marginale, man mano diverrà sempre più importante e, a quanto lascerà trasparire, è stata parte integrante del passato di Jason, nonostante quest'ultimo non la ricordi affatto.
La terza appare nella seconda e nella terza pellicola ed è un'ufficiale della CIA a capo di una task force: il suo cammino si incrocerà con quello di Jason, a cui anch'essa darà la caccia, ma, a differenza dei sette burattinai, il loro incontro prenderà una piega ben diversa.
La quarta ed ultima appare in The Bourne Legacy ed è una scienziata che diverrà l'irrimediabile e sola alleata di Aaron Cross, con tutti i rischi ed i pericoli annessi, poiché anch'essa è braccata come il protagonista. Lo aiuterà e sosterrà più volte ed il loro rapporto, dapprima freddo e distaccato, come lo era quando si incontravano solo per questioni lavorative, diverrà man mano sempre più stretto.
Ora, avendo finalmente vista l'intera saga, dopo anni di rinvii e dimenticanze da parte mia, incuriosito da svariate recensioni entusiastiche, posso onestamente dire che mi sarei aspettato un po' di più, non tanto dai due sequels e dallo spin-off, bensì proprio dal primo capitolo che, per eccellenza, rimane normalmente sempre quello più epico ed indimenticabile: se infatti The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum e perfino The Bourne Legacy, che tutti hanno ingiustamente bistrattato, mentre io l'ho apprezzato alla stessa stregua della storia principale (eh lo so, a me piace sempre fare il bastian contrario! =P), The Bourne Identity non ha affatto rispecchiato le mie aspettative, alquanto elevate, vuoi per gli inevitabili paragoni con saghe cinematografiche simili, come quelle citate all'inizio di questo articolo, vuoi appunto per le recensioni tutte iper-positive.
Ciononostante, non boccio affatto il primo film, che ho comunque apprezzato, perché fa da molla scatenante di tutti gli eventi successivi ed è, naturalmente, un passaggio inevitabile tramite il quale il protagonista dà il via alla sua ricerca della verità e della memoria perduta.
Per le tre pellicole successive, niente da obiettare, come già detto: tutte molto interessanti ed avvincenti, grazie anche ai cast stellari di ognuno dei quattro capitoli che hanno interpretato i loro ruoli in maniera egregia.
Ma ci saranno altri film?
Ebbene, Jason Bourne, terzo sequel della storia principale, è in arrivo, dopo nove anni dall'ultimo seguito con protagonista il grande Matt Damon, quindi teniamoci pronto al suo mitico ritorno.
Molti fan e Jeremy Renner stesso vorrebbero invece vedere realizzato questo:


Un crossover con protagonisti Bourne e Cross!
L'idea, almeno secondo me, è davvero intrigante, anche se per ora circolano solo voci di corridoio, ma sarebbe davvero una figata assistere a qualcosa del genere!
Nell'attesa dunque di questa potenziale sesta pellicola, vi do appuntamento al 1° settembre, con l'arrivo di Jason Bourne nei cinema italiani, augurandovi buona visione!

Jason Bourne is coming back!

I trailer:

The Bourne Identity:


The Bourne Supremacy:


The Bourne Ultimatum: Il Ritorno Dello Sciacallo:


The Bourne Legacy:


Jason Bourne:


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