lunedì 4 aprile 2016

Recensione Flash: Truman


Anno e Nazione di Produzione: Spagna, Argentina 2015

Distribuzione in Italia: Satine Film

Uscita nelle sale: 21 aprile

Genere: Commedia

Durata: 108 minuti

Cast: Ricardo Darìn, Javier Càmara, Dolores Fonzi, Elvira Mìnguez, Oriol Pla

Regista: Cesc Gay

Il padrone di Truman si chiama Juliàn ed è un attore. L'uomo è malato, non ha speranze di sopravvivere. Saputo questo dalla cugina di Juliàn, Paula, l'amico di una vita dell'uomo, Tomàs, torna a Madrid per stare qualche giorno con Juliàn, prima dell'addio definitivo. Da anni Tomàs vive in Canada: è sposato, ha due figli e insegna all'università. Non saranno giorni semplici, quelli madrileni del ritorno a casa, perché Juliàn si sta preparando al suo ultimo viaggio, ad assicurare una casa ed un buon padrone per il suo Truman e ad accomiatarsi da tutti, con un sorriso. Nei quattro giorni con lui, Tomàs assisterà ai preparativi di una partenza senza ritorno, ma sarà proprio Juliàn alla fine ad aiutare Tomàs e la cugina Paula a dirgli addio, senza tristezza e con dialoghi ricchi di comicità, e amore che sia verso un amico, un figlio o un amatissimo cane.


Seguo l'attore argentino Ricardo Darìn fin da quando lo vidi per la prima volta ne Il segreto dei suoi occhi. Confesso, me ne sono perdutamente innamorata e lo ammiro molto; quando riesco, visto che i suoi film non sempre arrivano in Italia, cerco di vederli. Avevo sentito parlare benissimo di Truman, in Spagna ha trionfato ai premi Goya, dove oltre a Darìn, hanno vinto Javier Càmara come Miglior attore non protagonista, il regista Cesc Gay, autore della sceneggiatura anche questa premiata col Goya, e Miglior film. Il quarto film, nella storia dei Goya, che vince tutti i cinque premi principali. Quindi, ero impaziente di vederlo. E credo sarà il candidato spagnolo agli Academy Awards 2017.


Tomàs arrivato a Madrid, quasi riscopre un pezzo di sé dimenticato e impolverato. Ritrova Juliàn, amico/fratello, malato di tumore allo stadio terminale. Ricorda sensazioni e sentimenti cristallizzati dal freddo clima canadese. L'amico sta preparando anche il suo cane Truman a lasciarlo, gli cerca casa, si preoccupa della sua reazione quando arriverà il momento di salutarsi, perché come svela a Tomàs: nella vita sono importanti le relazioni e l'amore. 
Tomàs lo segue, assiste impotente a questo commiato senza parole, contraddistinto soprattutto da azioni, esterrefatto dal coraggio dell'amico, accumulando lacrime, troppe per un solo addio. E quando Juliàn rifiuta il nuovo ciclo di chemioterapia, Tomàs cerca di convincere l'amico a strappare qualche altro mese alla vita. Juliàn preferisce la dignità di una morte cosciente.
Gli è vicino come può, come un amico, un vero amico nel momento del bisogno, quando nel dolore si diventa vulnerabili. E insieme a Juliàn, Tomàs capirà quanto la morte ci può far paura, quanto può cambiare il presente nonostante gli errori del passato e quanto può rendere difficile, a chi rimane, fare i conti con l'idea pesante dell'assenza, della morte che si può toccare, che porta via persone amate. I Goya sono assolutamente meritati: un film lieve, ironico e tenero che ha la sua forza nella sensibilità delle interpretazioni di Darìn e Càmara. 
Il cane Truman è il tramite per raccontare un'amicizia, una vita, un uomo che, da vero attore, sceglie di uscire di scena con i suoi tempi, quando il pubblico sta ancora battendo le mani.

Il trailer:



Consigliato: Assolutamente sì

INCURSIONI CINEMANIACHE, seguiteci su:

Fan Page Ufficiale Facebook

Profilo Ufficiale Twitter

Nessun commento:

Posta un commento