sabato 30 gennaio 2016

Recensione Flash...Oscar 2016: The Danish Girl


Anno e Nazione di Produzione: Gran Bretagna, USA 2015

Data di uscita in Italia: 18 febbraio

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Drammatico

Durata: 120 minuti

Cast: Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Amber Heard, Ben Whishaw

Regista: Tom Hooper

Einar Wegener è un famoso pittore paesaggista danese. Lui e la moglie Gerda,anche lei pittrice ma che stenta ad affermarsi, sono tra le coppie più in vista di Copenaghen, richiesti a feste private, mostre e circoli d'intellettuali. Durante un pomeriggio di lavoro, Gerda sta ultimando il dipinto ad Ulla Poulsen, ballerina e loro amica, ma la donna tarda ad arrivare, così chiede al marito di prendere momentaneamente la parte di Ulla e farle proseguire il dipinto. Einar indossa calze e scarpe femminili, ed è come se prendesse coscienza, si svegliasse dal torpore, si riconoscesse finalmente. Il suo vero essere, messo a tacere per lungo tempo, reclama la sua vita, la sua vera vita. Lili piomba nelle esistenze di Einar e Gerda, e la coppia inizierà a dipingere con nuovi colori la loro storia. 


Tra i film più attesi al cinema, in Italia arriva a febbraio, The danish girl era tra i favoriti per le nomination agli Academy Awards. Però, il film di Tom Hooper ha incassato le nomination solo per i protagonisti, Eddie Redmayne (secondo anno consecutivo agli Oscar per l'attore britannico dopo la statuetta conquistata l'anno scorso) e Alicia Vikander. Nomination più che meritate, anzi dovute. Ottime le interpretazioni dei due attori: Redmayne, eccellente trasformista che infonde nei personaggi interpretati tutto il suo essere, dandogli spessore, anima, linfa vitale. Straordinaria la Vikander, che mette quasi in ombra il suo co-protagonista, prendendo in mano le redini emozionali della storia. Il problema del film sta nella regia, sostenuta e fredda, di Hooper. Per me regista sopravvalutato, The danish girl richiedeva un coinvolgimento e una partecipazione alla vicenda soprattutto del regista che doveva guidare, attori e spettatori, nell'animo di Einar/Lili. Hooper, invece, cosa fa? Affida il copione ai suoi protagonisti e diventa invisibile, introvabile. Cura il guscio del suo film, ma si disinteressa del cuore. Psicologie dei personaggi appena accennate, pennellate distratte ai loro patimenti, tutti sulle spalle anzi negli occhi di Redmayne e Vikander. Risultato? L'ennesimo film patinato, un'occasione mancata. Peccato davvero, perché di buona materia prima a disposizione ne aveva per creare un capolavoro.

Il trailer:


Consigliato: Nì

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