domenica 31 dicembre 2017

Recensione (mica tanto) Flash: Chiamami col tuo nome


Anno e nazione di produzione: Italia, Francia, USA, Brasile 2017

Titolo originale: Call me by your name

Distribuzione: Warner Bros Italia

Genere: Drammatico

Durata: 130 minuti

Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Ester Garrel

Regista: Luca Guadagnino

Uscita al cinema: 25 gennaio

Campagna di Crema, primi anni Ottanta: Elio Perlman, diciassettenne figlio di un professore universitario, si appresta ad affrontare una nuova estate nella villa di famiglia. Di origine ebraica, i Perlman sono fini intellettuali, eclettici e amanti della vita e della bellezza, data dall'arte. I genitori hanno trasmesso questi valori al figlio Elio, che trascorre così le sue giornate estive, tra letture e trascrizioni di musica classica. Oltre che ad affacciarsi alla vita, e all'amore. Il professor Perlman accoglie, ogni estate, uno studente o dottorando per aiutarlo nella stesura di tesi o pubblicazioni universitarie. Quell'anno tocca all'americano Oliver. Elio ne rimane subito affascinato: Oliver è indubbiamente bello. Rappresenta anche, per il ragazzo, un'ideale, un uomo irraggiungibile che non potrà mai avere, o che non lo potrà mai notare. Eppure Elio inizia una corsa, in cui alterna le velocità, anzi una rincorsa ad Oliver e con suo grande stupore scoprirà che Oliver gli corre accanto: durante le sei settimane insieme, i due si avvicineranno, si allontaneranno, si desidereranno, si divideranno. Quello che succederà tra Elio e Oliver quell'estate, segnerà il diciassettenne per il resto della sua vita sentimentale, come solo un grande amore può fare.


Rieccomi a scrivere sul blog: è trascorso un anno dalla mia ultima recensione ma, per Chiamami col tuo nome dovevo assolutamente tornare, scrivere un post e poter esprimere il mio amore sconfinato per questa storia, e per i due protagonisti.
Visto che siamo in periodo natalizio, beh vi posso dire che aspettavo di vedere questo film come un bimbo aspetta di scartare i regali a Natale! Da quando ho letto il libro quest'estate,(che vi stra consiglio di leggere, anzi ve lo ordino!), sono rimasta folgorata dalla storia e dai suoi protagonisti, soprattutto Elio, nei cui pensieri e riflessioni mi sono ritrovata tanto. Quindi, appena sono riuscita a recuperarlo, ho preferito vederlo in inglese, mi sono fiondata al computer e l'ho visto. Due volte. Per ora. Conto di vederlo ancora. Ovviamente, lo vedrò in italiano quando arriverà al cinema.


Il nuovo film di Luca Guadagnino, che ha già ricevuto svariati riconoscimenti e le candidature ai Golden Globe, ha incassato anche quattro nomination agli Academy Awards 2018: Miglior Film, Miglior Attore Protagonista (Timothée Chalamet è il più giovane attore ad essere stato nominato in questa categoria), Miglior Sceneggiatura Non Originale e Miglior Canzone. Chiamami col tuo nome è tratto dal romanzo omonimo di Andrè Aciman (edito in Italia da Guanda). Come accade spesso, nella trasposizione dal libro al film si perde sempre qualcosa, per esigenze di durata del film, e Chiamami col tuo nome non fa eccezione. Però la storia non ne risente affatto, Guadagnino ha realizzato un film eccellente, e gli elementi (o sensazioni) mancanti non modificano i sentimenti profondi che Aciman ha infuso nella storia. Il film vi rimane nel cuore, come il libro. E a ciò ha contribuito, sicuramente, l'apporto inconfondibile della sceneggiatura firmata dal grande James Ivory. Infatti, nella visione del film, ho avvertito molto la presenza del regista inglese (col suo elegante Maurice, ma anche altri suoi film) ma, anche quella di Bernardo Bertolucci con il suo Io ballo da sola: entrambi i protagonisti dei film, Elio e Lucy, sono adolescenti che hanno appena iniziato il viaggio nella vita ed esperienza cardine o meglio quasi un'iniziazione, è sicuramente l'amore sia carnale che sentimentale, attraverso il quale conosceranno se stessi.


Quando un lettore si ritrova davanti la trasposizione cinematografica di un libro che ha amato moltissimo, diventa intransigente e spietato, non si risparmia in critiche verso chi ha osato profanare una storia che l'ha segnato, o gli è rimasta nel cuore. Ed io non faccio eccezione. Però, Luca Guadagnino ha davvero centrato in pieno l'essenza della storia, dando vita ad un lungometraggio impeccabile, sensibile e dolcissimo. Le atmosfere estive della campagna intorno a Crema sono riproposte con maestria e si accordano alla perfezione con gli stati d'animo dei protagonisti. La natura, per Guadagnino, partecipa alla nascita di un amore irripetibile offrendo ai due amanti l'estate più bella benedicendo i loro sentimenti: con la quiete sognante dei bagni al lago, durante le notti in cui una brezza leggera avvolge i loro sospiri, con un temporale che racchiude le paure di Elio.
Ma perché non fate lavorà di più a Guadagnino in Italia??? Cioè, un regista che t'azzecca anche la colonna sonora è un genio! Dovete assolutamente amare, come le amo io, le canzoni di Sufjan Stevens che fanno da colonna sonora al film, Mystery of Love e Visions of Gideon: magiche! (ci aggiungo anche Futile Devices, presente anche nel film).


Sembra una banalità scriverlo, ma il film ti rimane dentro anche perché Guadagnino ha scelto due attori che meglio non avrebbero potuto interpretare Elio ed Oliver: Armie Hammer e Timothée Chalamet. Una standing ovation se la meritano! Soprattuto Chalamet, attore protagonista della pellicola, una rivelazione: giovanissimo, ha dato prova di una bravura eccezionale con un personaggio che è soprattutto anima, sentimento e non detto.
Ci voleva sensibilità, tanta sensibilità, sensibilità a palate per i personaggi che hanno interpretato. Anche rispetto verso questo amore assoluto e puro. Loro due sono riusciti a cogliere ogni sfumatura, ogni minima vibrazione di questa storia. E lo dimostrano gli sguardi e la complicità che i due attori portano sullo schermo. La caratterizzazione dei due protagonisti, grazie al duo Guadagnino/Ivory è ottima: avvertiamo e capiamo le motivazioni dei due, percepiamo i loro sentimenti e le loro personalità anche da piccoli gesti o parole. E ottenere tutto questo, in un film, non è affatto semplice.



Il continuo rincorrersi, e poi l'abbandonarsi, il lasciarsi andare, l'arrendersi insieme e non chiedersi più nulla, non lasciare spazio alla paura. Amare soltanto. Per quel po' di tempo che rimane loro da trascorrere. Sì perché è un amore, quello di Elio e Oliver, con la fine già scritta. Una fine solo fisica, perché l'amore quello vero, come dirà il professor Perlman (a proposito, ottima l'interpretazione di Michael Stuhlbarg) al figlio in una delle ultime scene (tra le più belle del film), è una fortuna averlo provato, un dono che anche se porta con sé dolore, quel dolore vale la pena di essere sentito. Anche se il cuore fa male, e il corpo sente la mancanza. Un amore omosessuale, potrebbe puntualizzare qualcuno. No, quello di Elio e Oliver è un amore universale, l'Amore con la maiuscola e chi ci vede, invece, semplicemente un amore omosessuale non ha mai amato davvero in vita sua.
Che altro dirvi se non di vederlo? Però, ecco, leggete anche il libro! Non ve ne pentirete.

Riconosco di essere ossessionata ormai da questa storia, ma per me questo è uno dei baci più belli, sensuali e romantici visti in un film:


Recensione scritta rigorosamente ascoltando a ripetizione le canzoni del film! Da vera fissata, insomma. Abbiate pietà.

Consigliato: Assolutamente sì!!!!

Il trailer: 


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