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lunedì 12 maggio 2014

Recensione Flash: Un matrimonio da favola


Anno e Nazione di Produzione: Italia 2014

Distribuzione nelle sale: 01 Distribution

Genere: Commedia

Durata: 91 minuti

Cast: Ricky Memphis, Adriano Giannini, Emilio Solfrizzi, Giorgio Pasotti, Andrea Osvart, Stefania Rocca, Riccardo Rossi, Paola Minaccioni, Max Tortora, Ilaria Spada, Roberta Fiorentini

Regista: Carlo Vanzina

Cinque amici, uniti dalla passione per il calcio e da un fortissimo affetto, terminato il liceo si perdono di vista. Quasi vent'anni dopo uno di loro, Daniele, il più sfigato e bruttarello, li invita al suo matrimonio a Zurigo, sposerà la figlia di un'importante banchiere svizzero. Gli amici così si ritrovano di nuovo insieme con i loro sogni mancati, le loro vite ordinarie e la voglia di darsi ancora un'altra possibilità per essere felici. Tra tradimenti, gaffe e gli esilaranti siparietti dello zio ladro e della mamma di Daniele, il matrimonio sarà una sorprendente sorpresa.
Carlo alla regia ed Enrico alla sceneggiatura, i fratelli Vanzina regalano al pubblico un film godibile: la trama è prevedibile ma ciò che conquista lo spettatore è il coinvolgente affiatamento del cast, forse chi esce un po' "fuori dal coro" è Andrea Osvart. Divertentissime le scene di Max Tortora e Roberta Fiorentini, rispettivamente zio e mamma di Daniele, burini casinari che rompono l'ordinata quiete di banchiere e famiglia. Anche la romana de core di Ilaria Spada convince.
Risate senza troppe pretese.

Il trailer:


Consigliato: Sì

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martedì 2 luglio 2013

Una Grande...Paccottiglia


Chiedo venia, e mi scuso col telespettatore medio italiano. La fiction "evento" del 2012, Una Grande Famiglia, io l'ho vista ancora adesso. Tendenzialmente sono molto snob verso i prodotti televisivi del Bel Paese (sì, c'è ancora qualcuno che lo chiama così, sorpresi?) e la fiction scritta, tra gli altri, dallo scrittore e sceneggiatore Ivan Cotroneo, lo stesso di Tutti Pazzi Per Amore (ho apprezzato solo la prima serie), l'ho evitata e scansata per quasi un anno. Qualche settimana fa mi sono decisa a vederla, anche in previsione dell'imminente messa in onda della seconda stagione, prevista in ottobre. Che dire? Come da titolo del post: una grande paccottiglia! Infarcita di luoghi comuni e insaccata come un tacchino americano, nel giorno del Ringraziamento, di ogni tematica possibile e immaginabile, nelle intenzioni degli autori forse di fregiarsi della denominazione di "fiction al passo coi tempi". Ma de che??? Beautiful glie fà 'na pippa! Ma andiamo con ordine.



Non so a voi, ma a me il monologo di Stefania Sandrelli a ogni inizio puntata, mi fa venire l'angoscia. Comunque, la serie TV narra le vicende della famiglia Rengoni, brianzoli proprietari di una ditta. La fiction RAI da Roma, o centro in generale, si sposta al nord, vecchio intento della rete nazionale di rendere tutto il territorio italiano protagonista delle fiction dell'azienda di Stato.



Tutto inizia con la "morte" accidentale del maggiore dei figli dei coniugi Rengoni, come direbbe Ezio Greggio: sarà vero, sarà falso, sarah ferguson? L'improbabile mistero non ingannerebbe nemmeno un pollo: ho capito subito, anche senza le irritanti battute del piccolo Ernestino (ma perché -ino??), che Alessandro Gassman non era davvero morto. Ma la sua ipotetica morte scatena una serie di dinamiche che metteranno in moto casini vari ed eventuali che coinvolgeranno tutta la famiglia Rengoni.



Problemi economici che "Edo" ha lasciato in fabbrica, e che il padre scopre dopo la sua morte e il passo è breve verso il secondo ictus, che per fortuna non arriva. Perché Cavina è forse uno dei pochi che recita con un po' di amore in questa serie. Non ricordo tutti i nomi dei personaggi, sorry! L'odiata nuora, Stefania Rocca altrimenti detta la Trump, è accolta con prole al seguito, nel villone di famiglia: l'attrice ha interpretato un luogo comune vivente. Stefania Sandrelli, con ai piedi calzature anatomiche da vecchia signora tedesca in vacanza in Italia, rompe l'anima a lei, ai nipoti, ai figli, tutti! Perfino ai poveri imbianchini "africani".
Ma parliamo dei figli "viventi" dei Rengoni, c'è nè per tutti i gusti: la bigottona, Sonia Bergamasco, c'è Marchesi che è il bello e dannato, c'è Sarah Felberbaum che....vabbé vedete la serie e capirete, e poi c'è Primo Reggiani che dopo più di dieci anni ricorda che il suo migliore amico è morto in un incidente stradale con lui e improvvisamente decide di scoprire di chi è stata la colpa.
Tutto parte e tutto torna a "Edo": il caro Gassman che, fresco come una rosa, irrompe nell'ultima puntata della prima stagione avvisando tutti di un grande pericolo. 'A Edo, ma non facevi meglio a rimanè morto??



Vogliamo parlare dei nipoti? Ok, anche se non c'è molto da dire: Ernestino avete già capito che non lo sopporto, poi c'è la sorella che a inizio serie è un'adolescente meneghina alternativa e di tendenza. Il suo vocabolo preferito? Stronza. A fine stagione diventa una, prevedibile, adolescente di provincia. Non ho nulla da dire sul nipote adottato di Marchesi e Valentina Cervi che, poraccia, c'ha l'importanza di un soprammobile in questa fiction. A questo punto meglio True Blood, Valentina! Mentre il figlio della bigotta Bergamasco è forse il personaggio più interessante della serie e l'attore che l'ha interpretato, Luca Peracino, è stato uno dei più bravi.
Insomma, devo andare avanti? Cotroneo & Co., forse volevano seguire le orme di certa fiction americana (alludo soprattutto a Brothers & Sisters) ma hanno scritto una pesante e indigesta fiction all'italiana. I grandi "nomi" non è che hanno aiutato, anzi. La serie ha fatto il pieno di ascolti e si è assicurata la seconda stagione. Cosa VI aspetterà? Che altre diavolerie hanno in mente gli sceneggiatori? Serafina che trama nell'ombra, con Piera Degli Esposti costretta in un ruolo che definire comico è poco, è stata una delle cose più spassose della fiction. Mamma mia, sono stata troppo cattiva?? Spero di no. In sottofondo immaginate una risata malefica...

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