mercoledì 18 febbraio 2015

Recensione Flash: Cinquanta sfumature di grigio


Anno e Nazione di Produzione: USA 2015

Titolo Originale: Fifty shades of grey

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Erotico

Durata: 125 minuti

Cast: Jamie Dornan, Dakota Johnson, Jennifer Ehle, Luke Grimes, Rita Ora, Marcia Gay Harden

Regista: Sam Taylor-Johnson

Anastasia Steele studia letteratura inglese, condivide casa con l'amica Kate e vive una vita tranquilla. Kate deve intervistare per il giornale studentesco il giovane miliardario Christian Grey, a capo della multinazionale Grey Enterprises. Essendosi ammalata, chiede ad Anastasia di sostituirla. All'incontro, la ragazza è colpita dalla sicurezza di Christian, tanto da imbarazzarla. L'imprenditore, invece, trova in lei quell'innocenza che lui ha perduto da tempo. Iniziano a frequentarsi, incapaci di stare lontano l'uno dall'altra. Quel rapporto, che per Anastasia è amore, per Christian è sottomissione, comando, controllo. Grey svela ad Anastasia un mondo sconosciuto: nella stanza rossa, lei perde l'innocenza e lui capisce di aver iniziato un gioco troppo pericoloso.
Sarebbe banale scrivere della qualità di regia, interpretazione degli attori, dialoghi o ritmo del film. Però devo farlo. Banale perché ne hanno già scritto in molti, ma soprattutto perché ci sono altre cose da dire su questo film, ben più importanti. Comunque, prima il dovere, poi il piacere di parlarne male. La regia è abbastanza pulita e fedele al romanzo (almeno, così dicono chi l'ha letto), Sam Taylor-Johnson ha portato al cinema la storia, ha fatto il suo "dovere" e finisce lì. Non aspettatevi virtuosismi artistici. Anche perché è il film che non permette. Ritmo del film? C'è da fare una distinzione: noioso per chi non l'ha apprezzato, per altri da applausi (veri, che ci sono stati in sala a fine proiezione). Jamie Dornan non tradisce la sua fama di modello: non per il fisico che comunque merita, ma per l'espressione. Sempre fissa, sempre la stessa. Per lui il film, evidentemente, è stato un lungo photoshoot. Le battute da recitare altro non sono che un incidente di percorso. 


Non guardare, stiamo girando una porcata
Dakota Johnson è costretta nel personaggio di Anastasia: quel continuo mordersi le labbra, quegli sguardi a metà tra "ma che ci faccio qui?" e "però mi piace". A tratti, emerge un po' di personalità, di forza espressiva che però si perdono tra una frustata e l'altra. Vogliamo parlare dei dialoghi? Meglio di no, anche perché immaginerete già la loro profondità, e poi la gente di certo non è andata al cinema per i loro discorsi. Perché la gente ha così atteso questo film per le scene di sesso? Ormai, ce le sbattono in faccia 24 ore su 24. Non fa più notizia, nemmeno se è il sadomaso soft somministrato da mr. Grey ad Anastasia. Venti minuti di film in tutto: quindi se pagate il biglietto solo per quei venti minuti, pensateci.
Ciò che mi spaventa, direi anche terrorizza, è la marea di gente che è andata, sta andando e andrà al cinema per vedere questo film, in tutto il mondo. Cosa c'è di appassionante nel vedere un uomo, con seri problemi psicologici, che si rapporta con una ragazza solo tramite la violenza e la coercizione? Dov'è la storia d'amore? Mi chiedo a che livelli di voyeurismo siamo arrivati. Inoltre, mi chiedo: questa è la visione, distorta, che la maggior parte della gente nel mondo ha dell'amore? Quando una donna mette nero su bianco le sue fantasie, malate, sul sesso e un editore prima, una major cinematografica, poi, capiscono che è quello che la gente vuole, allora è giunto il momento di rimpiangere lo strappalacrime Love Story e, addirittura, i b-movies. Almeno si piangeva per amore vero, si rideva non aspettandosi nulla dal film, e non per disperazione o per sconcerto. 

Il trailer: 


Consigliato: Assolutamente no


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