martedì 17 novembre 2015

Recensione Flash: Ameluk


Anno e nazione di produzione: ITA 2015

Distribuzione: Flavia Entertainment

Genere: Commedia

Durata: 98 minuti

Cast: Mehdi Mahdloo Torkaman, Mimmo Mancini, Claudia Lerro, Francesca Giaccari, Dante Marmone, Roberto Nobile, Cosimo Cinieri, Paolo Sassanelli, Rosanna Banfi

Regista: Mimmo Mancini

Il tema dell'accettazione del diverso e della sconfitta di ogni sorta di pregiudizi da tempo sta spopolando in Italia: di fatto, abbiamo assistito alla realizzazione di film contro l'omofobia, come Viola di Mare e Io e Lei, ma mai però era stata realizzata una pellicola sul tema, egualmente scottante, dell'immigrazione e dei luoghi comuni sugli extracomunitari.
Ebbene, si dà il caso che quel film sia proprio Ameluk, commedia del 2015 diretta dal regista Mimmo Mancini e girata interamente in Puglia.
Già solo il sottotitolo della pellicola, "Tratto da una storia che potrebbe essere vera", fa riflettere e capire che ciò che lo spettatore vede nel film è sì tragicomico in maniera esasperata ma, al tempo stesso, altamente realistico.
Capiamone il perché con la trama.
La storia è ambientata ai giorni nostri a Mariotto, un piccolo comune in provincia di Bitonto: in questo paesino, composto da gente semplice, vive da un paio di anni il giovane immigrato regolare musulmano della Giordania Yusuf (interpretato da Mehdi Mahdloo Torkaman, già famoso per aver interpretato Sufien, il fratello terrorista di Farah in Che Bella Giornata di Checco Zalone), sposato con Maria (Claudia Lerro), una donna sensuale, ma alquanto superficiale ed amante delle frivolezze, con il sogno di fare l'indossatrice, da cui ha avuto un figlio, Paolino.
Il ragazzo ha aperto un Internet Point, vista la scarsa ricezione web di Mariotto, ed è disponibile con tutti, non riuscendo mai a dire di no, nonostante i suoi compaesani lo trattino sempre come uno straniero poco gradito.
Ed è proprio questa sua continua ed incessante disponibilità che scatenerà il putiferio nella placida cittadina: come ogni anno, don Nicola (Roberto Nobile) ha organizzato la Via Crucis e l'interprete principale, nel ruolo di Gesù, è Michele (Paolo Sassanelli), l'unico parrucchiere di Mariotto, omosessuale non dichiarato (sebbene tutti i suoi concittadini lo sappiano già; un plauso al regista per essere riuscito ad incuneare perfettamente nella trama anche il già citato tema dell'omofobia).
Improvvisamente però, Michele si ferisce poco prima dell'inizio della processione e il sacerdote, disperato, chiede proprio al giovane musulmano tuttofare di interpretare il Cristo, essendo perfetto per la parte.
La reazione del popolo non si fa attendere: tutti i devoti restano scioccati ed orripilati nell'assistere ad un tale "sacrilegio", mentre gli amici e parenti islamici di Yusuf non gli rivolgono più la parola, ad eccezione di sua sorella.
Per tutti, il ragazzo diventa un vero e proprio criminale, famoso come "Ameluk" e il "Cristo musulmano", attirando su di sé anche le ire del candidato sindaco di destra Mario Mezzasoma (interpretato dallo stesso regista Mimmo Mancini), classico esempio del razzista italiano, bigotto, becero ed ignorante, che, in seguito a questo evento, deciderà di basare la sua intera campagna elettorale sull'eradicazione di ogni ingerenza non italiana nel paese e sull'annientamento di Yusuf/Ameluk che, abbandonato perfino dalla sua sciocca moglie, su costrizione della sua famiglia, si ritrova, suo malgrado, invischiato nei giochi politici locali, candidandosi anch'egli a sindaco.
La situazione, pian piano, sfuggirà di mano a tutti ed avranno luogo situazioni grottesche ed incredibili, finché Yusuf/Ameluk, per riportare la pace a Mariotto, non avrà altra scelta che affidarsi alle sole tre persone a lui amiche: don Nicola, il professore ebreo Ferrara (interpretato dal "signor Balocco" Cosimo Cinieri) e dalla figlia di quest'ultimo, la dolce e gentile Rita (Francesca Giaccari), tour operator e probabilmente l'unica persona che capisce davvero il protagonista.
Come finirà?
Questo film mi ha davvero sorpreso ed entusiasmato: infatti, Mariotto è presa come minuscolo esempio, ricco di vari aspetti tipici di noi pugliesi, di un contesto molto più grande chiamato Italia, perché si passa dai luoghi comuni e i pregiudizi contro gli immigrati, ormai caratteristici di noi italiani, all'apparizione sulla scena di personaggi terribili e corrotti, simbolo di una totale mancanza di morale e di ignoranza, come lo stesso Mezzasoma, del tutto simile ai tanti Salvini e Meloni di turno, o al suo rivale, il sindaco uscente di sinistra Esterino Ladisa, detto "Richard Gere", per la sua somiglianza con il noto attore, che racchiude in sé tutte le mancanze di quella che un tempo era la sinistra italiana, mentre ora è solo un guazzabuglio di ambigui individui (coff, coff... Renzi... coff, coff).
Lungi da me discutere di politica, ma Ameluk è una pellicola che consiglio assolutamente a tutti, sia per la sua comicità che per il suo immenso realismo, come già detto prima. Non parliamo poi di quanto essa faccia riflettere, specie nell'emblematico, inaspettato e magnifico finale.
Complimenti davvero al regista e al cast, poliedrico e variegato (magnifico Paolo Sassanelli nel ruolo di Michele il parrucchiere!), mentre a voi Cinemaniaci auguro buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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