martedì 24 novembre 2015

Recensione (mica tanto) Flash: New Rose Hotel


Anno e nazione di produzione: USA 1998

Distribuzione: Edward R. Pressman Film/Quadra Entertainment

Genere: Drammatico/Fantascienza

Durata: 93 minuti

Cast: Christopher Walken, Willem Dafoe, Asia Argento, Annabelle Sciorra, John Lurie, Yoshitaka Amano, Gretchen Mol

Regista: Abel Ferrara

William Gibson: un nome a cui i più appassionati fan della fantascienza accostano sempre il termine "cyberpunk".
Di fatto, il grande "Bill" è stato proprio il precursore, nonché co-fondatore insieme a Bruce Sterling, di questo sottogenere letterario fantascientifico nato negli anni '80, da cui sono derivati capolavori senza precedenti, come, ad esempio, Neuromante, la sua opera più importante, oppure Mirrorshades, antologia di racconti di autori vari curata dallo stesso Sterling, e grazie ai quali è stato generato un omonimo filone cine-televisivo, ispirato anche da film riconosciuti come i precursori di questo nuovo genere, come Blade Runner e la saga di Snake/Jena Plissken.
Ebbene, tutto ciò è magnifico, ma ciò che mi sorprende e sbigottisce è il semplice fatto che, di tutte le opere di Gibson, solamente due racconti, estratti dall'epica antologia di racconti La Notte Che Bruciammo Chrome (titolo originale: Burning Chrome), sono stati adattati sul grande schermo: il mitico e sottovalutatissimo Johnny Mnemonic nel 1995, la cui sceneggiatura venne curata dallo stesso William e il cui protagonista fu il grande Keanu Reeves, e la pellicola di cui vi parlerò stavolta, ovvero New Rose Hotel, diretto dal famoso regista Abel Ferrara nel 1998, con protagonisti un trio d'eccezione: Christopher Walken, Willem Dafoe e la nostrana Asia Argento.
Perché non ne avete mai sentito parlare?
Ve lo spiego io (purtroppo), vedendo prima in breve la trama.
La storia è ambientata in un futuro prossimo, dove le multinazionali, note col nome giapponese di Zaibatsu, e non più i governi mondiali, comandano sull'intero pianeta in maniera spietata, con le case farmaceutiche in cima alla gerarchia (dunque si tratta di uno scenario molto simile a Johnny Mnemonic).
Tra di esse spiccano l'Hosaka e la Maas Biolabs, che da anni si contendono il geniale scienziato nipponico Hiroshi (interpretato dal famoso fumettista Yoshitaka Amano), al momento sotto il serrato controllo della Maas.
L'Hosaka, disposta a tutto pur di sottrarre Hiroshi alla propria rivale, ingaggia i due specialisti più famosi nell'effettuare queste defezioni: Fox (Christopher Walken) e X (Willem Dafoe).
I due veterani, studiando bene l'obiettivo, capiscono che l'unica maniera per accalappiarlo nella loro rete e spostarlo nel covo sicuro dell'Hosaka in Marocco è usare una donna sensuale e in grado di abbagliare ogni uomo le capiti a tiro con il suo immenso fascino. E quella donna si rivela essere Sandii, una giovane prostituta italiana interpretata da Asia Argento.
Il piano dei due uomini sembra andare per il verso giusto, ma ci sono due incognite che neanche il buon vecchio Fox, mentore di X, ha tenuto in considerazione: l'amore sfrenato che il suo ex apprendista prova per Sandii e un oscuro segreto che la prostituta da tempo nasconde ai due.
Quale segreto sarà mai?
Il purtroppo di prima è d'obbligo perché, nonostante Johnny Mnemonic e New Rose Hotel siano entrambi racconti brevi, quindi storie che andavano, per forza di cose, espanse per essere adattate al grande schermo, il primo, checché ne dicano i suoi detrattori, è stato strutturato in maniera magistrale, forse proprio per via della sceneggiatura affidata all'eccelso William, mentre il secondo non riesce proprio a decollare: infatti, sebbene la trama del film sia molto fedele al racconto originale, la maniera in cui è stata strutturata, riarrangiata ed espansa per il grande schermo è monotona e lentissima.
Il perché è semplice: anziché concentrarsi su aspetti inesistenti nel racconto, che sarebbero stati originali e molto interessanti, come ad esempio delle scene raffiguranti i leader dell'Hosaka e della Maas Biolabs, con le loro idee contrapposte e le conseguenze delle loro scelte sulle vite dei protagonisti (proprio come avvenuto in Johnny Mnemonic con il personaggio di Takahashi, interpretato dall'illustre Takeshi Kitano), Abel Ferrara ha preferito puntare fino allo sfinimento sull'aspetto psicologico e, nello specifico, sul rapporto amoroso che si instaura tra X e Sandii, un tassello essenziale sia nel racconto che nella pellicola, come si capirà nel finale, ma che appunto alla lunga diventa troppo ripetitivo e sfiancante, forse proprio a causa della mancanza di idee sul come estendere la storia.
Dunque, anche se questo è stato il primo film di Ferrara che ho visto, mi meraviglio e resto comunque deluso dal regista statunitense, a me già noto proprio per le sue pellicole narranti storie ambientate in mondi distopici: avrebbe potuto sfornare un prodotto eccezionale ed ottenere molto di più, magari consultandosi con lo stesso William Gibson, come ha saggiamente deciso di fare tre anni prima Robert Longo col suo Johnny Mnemonic (lo so, sono monotono anch'io nel ripeterlo in continuazione ma, se lo faccio, è proprio per sottolineare la mia grande delusione), ma ha infine deciso di fare di testa sua, con i suoi metodi, e questo è il risultato alquanto insufficiente, specie per me che, come ben sanno i nostri Cinemaniaci più incalliti, sono un grande appassionato del genere cyberpunk, sia a livello cine-televisivo (the Matrix trilogy is the way! =P) che a livello letterario (infatti posso definire La Notte Che Bruciammo Chrome come la mia personale Bibbia cyberpunk, un'antologia che consiglio a tutti i fan più curiosi ed attratti da questo meraviglioso filone narrativo).
Il mio voto quindi si attesta ad un 6, solo per la trama di base fedele a quell'originale, e sono comunque troppo buono, e personalmente lo consiglio solo a chi sia proprio curioso ed interessato a vederlo, nonostante tutto, giusto per un senso di completezza e per poter dire di aver visto tutti gli adattamenti cinematografici finora (troppo, troppo, troppo pochi, come già detto prima) tratti dalle opere del "Maestro" Gibson.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: No

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