giovedì 20 novembre 2014

Recensione Flash: 47 Ronin


Anno e nazione di produzione: USA 2013

Distribuzione in Italia: Universal Pictures

Genere: Azione/Fantasy

Durata: 118 minuti

Cast: Keanu Reeves, Cary-Hiroyuki Tagawa, Hiroyuki Sanada, Kou Shibasaki, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi (Mizuki e Witch), Jin Akanishi, Togo Igawa, Rick Genest

Regista: Carl Rinsch

Dopo vari anni passati in sordina, si può ben dire che il 2013 sia stato l'anno che ha segnato il ritorno in scena di Keanu Reeves, sia come attore che come regista (restate con noi nei prossimi giorni per saperne di più).
Appassionato da sempre del mondo orientale, l'attore canadese (e fermiamoci qua, altrimenti ci vorrebbe un post intero per dire quali sono le varie discendenze multietniche, come ben sapete leggendo The First Time I Met... Keanu Reeves!) ha deciso di tornare tramite una pellicola che narra una storia realmente accaduta nel Giappone feudale del '700, impreziosita (o per moltissimi detrattori, rovinata) da vari aspetti in chiave fantasy.
Sto parlando di 47 Ronin, nel quale osserviamo come Kai, un giovane mezzosangue anglo-nipponico (interpretato da adulto da Reeves), venga accolto, nonostante le sue origini, nel villaggio di Ako, in casa del daimyo (antica carica nobiliare giapponese offerta ai capi samurai) Asano, la cui figlia Mizuki si sente sin da subito attratta, ricambiata, dal giovane.
Il loro amore (del tutto clandestino e comunque limitato da Kai stesso, poiché riconosce il fatto di essere un uomo di livello troppo basso per amare la figlia di un daimyo) verrà messo a dura prova quando lo shogun (la carica nobiliare giapponese più elevata dell'epoca, pari a quella di un dittatore militare) giungerà in visita ad Ako insieme al suo maestro cerimoniere, Lord Kira, da sempre rivale di Asano e del suo villaggio.
Di fatto, tramite vari inganni ed espedienti organizzati dalla strega al seguito di Kira, affinché quest'ultimo potesse finalmente eliminare per sempre il suo rivale ed estendere i suoi domini, il Lord Asano compierà un atto grave e sarà costretto dallo shogun a togliersi la vita tramite il seppuku, il suicidio rituale giapponese concesso agli uomini di alto rango meritevoli di preservare, nonostante il loro crimine, il proprio onore.
In seguito a questa tragedia, Lord Kira otterrà dallo shogun il diritto di annettere Ako ai suoi territori ed estendere il suo dominio di terrore, ottenendo inoltre la mano della giovane Mizuki, al termine dell'anno di lutto concessole per il padre, e facendo bandire i samurai di Asano, ora comandati dal suo vice, Oishi (interpretato da Hiroyuki Sanada, ai più noto come il duro Ujio, il samurai e vice del daimyo Katsumoto in L'Ultimo Samurai), rendendoli dei ronin, ovvero dei guerrieri reietti che hanno perso il loro onore a causa degli atti del loro vecchio padrone.
Kai invece sarà reso schiavo e costretto a combattere nelle arene della colonia olandese vicino Ako e solo quando Oishi, tenuto prigioniero per un anno da Kira e poi liberato, cercherà vendetta contro il maestro cerimoniere, nonostante il divieto assoluto da parte dello shogun, il giovane meticcio tornerà libero.
Dopo aver ritrovato tutti i vecchi fratelli d'armi, Oishi e Kai, ormai alla pari in quanto a status sociale, cominceranno a pianificare la loro missione suicida, al fine di riottenere l'onore per loro e per il loro padrone, seguendo fino all'ultimo i precetti del bushido, la via del guerriero, e liberare la giovane Mizuki dalle grinfie di Kira e della sua strega. Ci riusciranno?
Tornando al discorso dei detrattori di questo film, posso ben capire il loro disprezzo a causa delle aggiunte fantasy, come la strega e i demoni della foresta o proprio lo stesso personaggio di Kai, inesistente nella realtà, ma, a mio parere, il regista e gli sceneggiatori, probabilmente anche su richiesta della Universal, si sono parati le spalle inserendo quel pizzico di effetti speciali che avrebbero assicurato loro la visione del film da parte di un più vasto gruppo di spettatori e non solo da parte dei cultori dell'Oriente, come di fatto accadde con L'Ultimo Samurai, che nonostante la sua trama molto composita e per nulla adatta a tutti, ebbe (per ottime ragioni) comunque successo.
Inoltre, volendo cercare sempre il lato positivo in questa vicenda, il mio plauso personale va proprio al cast tecnico per i vari aspetti simbolici inseriti nella trama, primi fra tutti la scelta di mostrare per la prima volta la strega sotto forma di volpe (un chiaro rimando al nome del suo padrone, dato che Kira in italiano significa proprio volpe) e la decisione di usare la bella attrice giapponese Rinko Kikuchi per interpretare sia la dolce Mizuki che la terribile strega, in una rappresentazione molto interessante dell'eterna lotta dicotomica tra bene e male.
Oltre ciò e senza dare troppo peso agli "innesti" fantastici, il film è ben fatto e non snatura comunque la vera storia dei 47 samurai rinnegati che nel 1701 vendicarono il torto subito dal maestro cerimoniere dello shogun, con un buon risultato finale che ci fa comprendere quanto l'onore fosse vitale per gli antichi samurai. Assolutamente da vedere.
Buona visione!

Il trailer:


Consigliato: Sì

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